
LA TENDENZA SUGGERISCE DI APRIRE UN BEERSHOP
La passione per la birra è in crescita, a dimostrarlo non sono soltanto i consumi, ma la nascita dei tanti piccoli stabilimenti artigianali per la produzione di birra. Rosse, scure, bionde, crude, le birre sono di vario genere e al fianco dei grandi marchi più conosciuti ci sono una miriade di piccole fabbriche che lanciano le proprie proposte, riscoprendo antiche coltivazioni di luppolo e dando vita a innovative bevande create nel rispetto dell’ambiente e delle antiche ricette. Aprire un beershop è un modo per rispondere all’esigenza delle persone di ogni età che amano la nota bevanda, ma che desiderano assaggiare qualcosa di nuovo, di particolare.
Non è semplice trovare tutti i marchi e avere una scelta vasta. I supermercati vendono solamente alcuni brand, scelti tra i più grandi, e quando i gestori decidono di provare i prodotti dei piccoli artigiani lo fanno per un tempo limitato. Tra le birre italiane e straniere ci sono centinaia di articoli da scegliere ed è proprio questo che un negozio specializzato può offrire. Un assortimento ampio non può che essere apprezzato ed è un modo per fidelizzare i clienti, i tanti appassionati. Ci sono birre economiche, pregiate, con gusti alla frutta oppure le più comuni e anche le bottiglie sono di misura diversa.
La varietà aiuta a conquistare acquirenti diversi. Il beershop è un termine nuovo nel vocabolario italiano, ma rende bene l’idea della finalità e del segmento di mercato sul quale opera. In molte parti d’Europa è una tendenza di successo e lo sta diventando anche in Italia. Aprire un beershop richiede la conoscenza delle leggi, che prevedono obblighi amministrativi. Si inizia aprendo la Partita Iva, si procede con l’iscrizione alla Camera di Commercio e poi si richiede al Comune l’autorizzazione per la vendita del settore alimentare e in particolare per gli alcolici.
Si tratta di pratiche burocratiche fondamentali, senza le quali non è possibile avviare il negozio. Si viene sottoposti ad alcuni controlli, perché il commercio di bevande alcoliche pone alcune restrizioni anche sull’età delle persone che possono comprare i prodotti in vendita.
COSA SERVE PER IL NEGOZIO?
La burocrazia si affronta leggendo la documentazione fornita dai Comuni ed eventualmente richiedendo aiuto a un professionista, ma ci sono molti altri aspetti da chiarire prima di decidere se avviare l’attività e quindi di poter concretizzare l’intenzione. Si parte da una ricerca di mercato, ovvero sul numero di consumatori abituali di birra nel territorio, sulle loro abitudini e sulla concorrenza presente sul territorio. Se ci sono già altri negozi in zona in grado di soddisfare la richiesta, non vale la pena di mettersi sul mercato. Ma trattandosi di un settore con molto spazio e inesplorato si trovano sicuramente modi per aprire nel posto giusto.
Una volta stabilito il dove e il come, ci si mette alla ricerca del locale più adatto, che sia adibito all’uso commerciale. Si può comprare o affittare, a seconda delle disponibilità economiche o delle condizioni offerte dal proprietario dell’immobile. Solitamente è necessario un locale per la vendita ed eventualmente una piccola stanza da adibire a magazzino. Le dimensioni normalmente per questo tipo di attività commerciale variano tra i 15 e i 50 metri quadri. Si deve considerare che bisogna inserire scaffali, frigoriferi e magari qualche tavolino e uno spillatore con un bancone per far assaggiare i prodotti e organizzare qualche degustazione.
Oltre all’arredamento interno bisogna pensare alla vetrina e all’insegna esterna, per cui potrebbe rendersi necessario pagare una tassa periodica. Le soddisfazioni maggiori arrivano se si procede ad aprire un beershop in proprio, ma si possono correre dei rischi, in particolare se non si ha l’esperienza necessaria.
In risposta ai pericoli che si possono incontrare sono nati differenti franchising, ai quali affiliarsi con una partnership commerciale. Si possono ottenere alcuni vantaggi da una collaborazione con un’azienda affermata, conosciuta al pubblico. Un accordo di questo genere permette di avere la birra a un prezzo inferiore, rispetto all’acquisto diretto da differenti fornitori. Inoltre si riceve una formazione sul tipo di attività e perfino sulla cura della grafica pubblicitaria e sul marketing online. Si ottiene un supporto nella promozione e si sfrutta un brand già diffuso, declinandolo sul territorio in cui si opera.
AGIRE IN PROPRIO
Se si ha una certa competenza nel settore, dovuta alla passione ed eventualmente a qualche precedente esperienza lavorativa, si può optare per aprire un beershop in proprio. La competenza è necessaria anche per consigliare i clienti, quindi bisogna saper bere e giudicare le birre. Scegliendo di camminare con le proprie gambe si deve partire dal contatto con le aziende produttrici locali, quelle più interessate a emergere e a fare pubblicità. Si ottengono articoli meno conosciuti, più appetibili, con prezzi interessanti. Servono anche bicchieri e manifesti pubblicitari, quindi è bene trovare i fornitori in ogni settore.
Quando si propongono birre nuove è bene sondare il gradimento tra i clienti, in modo da apportare eventuali cambiamenti e cercare articoli che incontrano maggiormente i gusti degli acquirenti, fidelizzandoli e offrendo loro etichette diverse, specialmente se a loro piace l’occasione di gustare prodotti sempre diversi. I giudizi dei compratori sono fondamentali per la buona riuscita del lavoro, infatti a determinare il successo del beershop sono i consumatori.
L’arredamento del negozio è meglio se è grezzo, perché in questo modo si riescono a evidenziare le bottiglie esposte, che vanno comunque ordinate con una certa logica, in modo da individuare facilmente la provenienza, lo stile, il birrificio e il colore. Si sceglie un criterio e lo si usa per sistemare le varie birre da presentare al cliente. Non ci devono essere spazi vuoti che comunicherebbero scarsezza nell’assortimento e si deve riservare un’area dedicata alle promozioni, così l’acquirente può cogliere immediatamente il vantaggio.
Può essere utile offrire qualche gadget ai clienti, ma non vanno messi vicini alle bottiglie. Se si ottiene la licenza per la somministrazione si può ampliare lo spazio per la degustazione, così da invogliare gli avventori a provare le varie marche e poi acquistare le bottiglie preferite. Si tratta di costituire un percorso di conoscenza della birra, guidando l’acquirente alla scoperta delle varie etichette e dei diversi gusti. Si abbina la competenza all’allestimento interno. La creatività è un aspetto molto utile se si vuole aprire un beershop.
LA PROMOZIONE E LA CONSULENZA
La creazione di un e-commerce legato al negozio reale permette di allargare la rete delle vendite, lanciandosi anche sul web e promuovendo il punto vendita. Internet va adoperato comunque per il marketing, infatti essere presenti sui social network aiuta a conquistare un maggior numero di potenziali clienti e soprattutto di farsi conoscere.
Muovendosi bene tra gli strumenti messi a disposizione si può ottenere passaparola, perché altri utenti potrebbero commentare post e immagini, ma anche condividerli sui propri profili, raggiungendo altre persone e moltiplicando i contatti. Infine lavorare via email con una newsletter periodica per sottolineare promozioni e nuovi arrivi o per veicolare buoni sconto risulta efficace e non costa molto, se non un po’ di tempo ed energia per la realizzazione della comunicazione e il suo invio.
La visibilità è il mezzo necessario per far sì che le persone aprano la porta del negozio e acquistino. Ci vuole una strategia ben definita, che includa i vari canali, con obiettivi chiari a cui far corrispondere azioni concrete. Per aprire un beershop ci vuole un business plan con i vari elementi, dal budget alla sostenibilità, dalle scadenze al marketing, dalle varie fasi alla ricerca di mercato. Valutare le condizioni, calcolare le tasse e trovare le opportunità non è sempre semplice e immediato, quindi è utile rivolgersi a un professionista e chiedere una consulenza. Il commercialista può spiegare con estrema chiarezza i passaggi da compiere, le spese da sostenere, ma anche i vantaggi fiscali e gli incentivi di cui si può eventualmente usufruire.
Per le imprese avviate da giovani e donne ci sono delle contributi a fondo perduto, la Legge Finanziaria, approvata di anno in anno, può riservare la possibilità di detrarre dal pagamento delle tasse una parte dei costi. Inoltre ci sono bandi periodici che potrebbero riservare sconti sui prestiti o fondi per l’apertura di un’attività commerciale. Il commercialista si prende carico della burocrazia, previene i rischi e individua le strade più convenienti, così il titolare dell’impresa può concentrarsi sul lavoro da fare per aprire un beershop e per gestirlo.