
Investire tempo e denaro in un’attività dedicata agli animali significa unire la passione e l’amore per i fedeli amici dell’uomo alla competenza nell’organizzazione e nella gestione dei gatti. Ci vuole anche una certa fermezza per aprire un’oasi felina. Sicuramente non mancano le soddisfazioni, ma si deve profondere moltissimo impegno e anche fare qualche sacrificio.
In fase iniziale si può pensare ad un’accoglienza casalinga, così da limitare le spese e vedere se il lavoro funziona. Indubbiamente è importante possedere i requisiti necessari, come previsto dalle normative vigenti. Questo tipo di struttura non è molto diversa rispetto a quella di un’impresa perché bisogna gestire il personale formato da collaboratori pagati e volontari, mantenere la sede, acquistare attrezzature e beni consumabili per accudire al meglio gli animali.
L’accesso a finanziamenti pubblici è una strada da percorrere, ma non necessariamente raggiungibile, visto che si tendono a sostenere economicamente i centri pubblici più che quelli privati. In questo ambito è bene prevedere la collaborazione con altre oasi feline, così da creare rete, scambiare esperienze e poter ricevere maggiori fondi. Non bisogna dimenticare che un’impresa casalinga non distoglie dagli obblighi di legge, quindi un capitale iniziale è fondamentale.
Dovendo ospitare animali altrui vanno garantite le capacità di gestire le situazioni ordinarie e le emergenze, ma anche di avere spazi adeguati. Meglio frequentare dei corsi per ottenere dei titoli e delle qualifiche utili ad attestare le proprie abilità nell’ambito dell’assistenza agli animali. Nutrirli e curarli è molto importante, ma questi non sono gli unici compiti da assolvere. Ecco perché bisogna prepararsi al meglio.
La responsabilità è molta, ma se vi è la buona volontà si possono superare gli ostacoli. In ogni modo per partire si deve individuare un’area adatta a ospitare i felini. Si può acquistare, affittare o costruire, ma bisogna disporre di spazio, ben proporzionato al numero di animali che si intende ricoverare all’interno della struttura. Poi si devono reperire gli strumenti necessari alla gestione.
É fondamentale creare contatti con persone che operano nel settore e professionisti che possano fornire un adeguato supporto per ogni emergenza. La prima figura da individuare è il veterinario che dovrà fare vaccini, visite e intervenire al verificarsi di qualche problema di salute agli ospiti della struttura.
Va sempre evitato il sovraffollamento e devono essere compilare schede dettagliate sui singoli ospiti, annotando le caratteristiche del felino che includono il tipo di alimentazione, il carattere e gli eventuali trattamenti medici. Poi c’è spazio per servizi e attività offerte. L’adozione, il rifugio temporaneo per i gatti i cui proprietari vanno in vacanza e così via.
APRIRE UN’OASI FELINA: LA BUROCRAZIA
Affidandosi a un commercialista si possono affrontare i diversi adempimenti con la massima sicurezza. Il professionista si occupa del disbrigo delle pratiche, ma può anche aiutare a redigere il business plan per calcolare costi e ricavi e quindi esaminare norme e requisiti. Il primo passo da seguire per aprire un’oasi felina riguarda la scelta della forma giuridica.
Per poter iniziare l’attività bisogna costituire l’impresa. Meglio forse optare per l’associazione che è più facile da avviare e da gestire. Servono almeno tre soci e uno statuto. Ci si reca all’Agenzia delle Entrate per registrare l’atto e ottenere il codice fiscale. Si effettua l’iscrizione anche al Registro delle Imprese della Camera di Commercio. Ci sono agevolazioni fiscali, ma per poterne beneficiare bisogna costituire una onlus.
Il commercialista fornisce supporto anche nella fase di individuazione della formula giuridica pertinente in base a obiettivi e requisiti posseduti. Riguardo alle norme è prevista la comunicazione al Comune che provvederà a trasmettere la documentazione all’Azienda Sanitaria Locale e ai Vigili del Fuoco. Questi enti si occuperanno di ispezionare la struttura per verificare il rispetto delle norme igieniche e antincendio. In assenza di elementi ostativi si otterranno le autorizzazioni.
É bene sapere che per aprire un’oasi felina bisogna scegliere un’area distante o limitrofa ai centri abitanti. A stabilire le distanze sono i piani regolatori comunali. Ci si deve quindi informare presso il Comune sulle richieste prima di selezionare il luogo in cui porre la struttura. Lo stesso ente dovrà essere informato anche sull’eventuale insegna, segnaletica e pubblicità che si vorrà esporre perché deve essere pagata un’apposita tassa.
Le autorizzazioni citate devono essere richieste con la presentazione di moduli debitamente compilati con le planimetrie allegate. Si deve infatti mostrare il progetto per la realizzazione o l’adeguamento del terreno e delle strutture coperte per il ricovero degli animali. All’interno della documentazione deve essere presente la descrizione accurata circa le modalità di gestione dell’intera oasi che comprende anche lo smaltimento di liquami e rifiuti solidi. Tutti gli spazi saranno soggetti all’ispezione di ASL e VVF. Restano facoltative le iscrizioni ad associazioni di categoria.
APRIRE UN’OASI FELINA: COSA SERVE E QUANTO COSTA
La passione e l’amore per gli animali sono molto utili per svolgere questo tipo di attività, ma non bastano. Ci sono diversi costi da sostenere. Per aprire un’oasi felina si deve acquistare o affittare un lotto di terreno sul quale realizzare la struttura con gabbie, infermeria, magazzino e quanto necessario allo svolgimento del lavoro con i felini. Vanno calcolate anche le utenze, le attrezzature, i beni consumabili, le utenze, l’assicurazione e le tasse.
Ci si deve circondare di persone appassionate e capaci per formare una squadra di lavoro. Infatti non si può pensare di operare da soli in questo tipo di attività. Si prendono poi i contatti con gli enti preposti per avere i finanziamenti necessari e quindi si avviano collaborazioni con altre strutture simili per avere collaborazione e supporto. Riguardo ai fondi ci sono alcune agevolazioni regionali, ma ciò varia a seconda del territorio interessato.
I volontari e le donazioni permettono di risparmiare sulle spese, tuttavia ci sono costi da sostenere. Cibo, macchinari, coperte, utensili, gabbie e le usciti ricorrenti per utenze, veterinario e imposte non possono certo essere evitate. Molto comunque dipende dalla grandezza dell’oasi. Non è possibile definire una cifra precisa, ma la somma minima per avviare l’impresa non è inferiore ai 25-30 mila euro.
Con l’acquisizione del terreno si inizia a costruire. Non bisogna dimenticare che serve una parte coperta e non solo gabbie esterne. I box vanno concepiti secondo le normative vigenti e bisogna riparare gli animali dal maltempo. Per aprire un’oasi felina si devono verificare le dimensioni previste per ogni gabbia rispetto alla taglia degli ospiti.
All’interno della struttura si inseriscono il riscaldamento, un impianto per l’abbeveraggio e un pavimento pendente per disperdere i liquami. Le gabbie saranno in materiale lavabile per garantire un elevato livello di igiene. Poi ci vogliono giochi e accortezze per facilitare il movimento degli animali. Il parco va recintato e sorvegliato, così da consentire lo svago agli ospiti senza che possano però scappare o farsi male. Lo spazio dovrà essere almeno di 1500 mq.
APRIRE UN’OASI FELINA: ULTERIORI ACCORGIMENTI
La legge è molto chiara rispetto alle modalità di gestione di un centro di questo tipo. Vanno predisposte doppie porte per, quelle per l’ingresso degli operatori e quelle per chiudere i singoli alloggiamenti. In questo modo gli animali non possono scappare. Tutti gli impianti devono essere a norma, quindi si devono garantire impianti elettrici, canali di scolo e dispositivi per la sicurezza.
Meglio prevedere dei locali per accogliere le persone che visitano la struttura per adottare i gatti. Naturalmente per aprire un’oasi felina va attrezzato un ufficio per il disbrigo e la conservazione delle pratiche. É molto importante anche avere un’infermeria dove curare gli ospiti e tenere i medicinali. Vanno usate piastrelle lavabili e si assicura la massima igiene.
Particolare attenzione va prestata anche alla conservazione del cibo, quindi i magazzini devono avere le condizioni indicate dalla normativa. Se si vuole fare una grande struttura e completa si possono spendere anche 200 mila euro. Ma per avere un’idea più precisa, indipendentemente dalla dimensione dell’oasi, vanno calcolati i costi per un singolo gatto.
Si tratta di cifre variabili tra i 15 e i 25 euro al giorno. Se si aggiungono altri servizi come quello di ospitare i gatti delle persone che si allontanano da casa per qualche tempo si deve ampliare la struttura. Ma in questo caso si possono anche aumentare gli incassi.