
Prendersi cura dei cani senza padrone è un bel gesto nei loro confronti, ma rappresenta soprattutto un’azione molto utile alla comunità perché si apporta un importante contributo nella lotta al randagismo che incrementa il rischio di diffusione di malattie, lasciando gli animali in difficoltà. Trovare loro un padrone amorevole e una famiglia in cui sentirsi accudito permette anche alle persone di avere un fedele compagno per allietare la quotidianità. Aprire un canile rappresenta una buona opportunità di business e risponde all’esigenza degli amici a quattro zampe e delle persone.
Prima di tutto però è bene sapere che il canile è una struttura destinata agli esemplari giovani, mentre i cani anziani vengono ospitati nei ricoveri che ha il compito di fornire loro un’assistenza per gli ultimi anni di vita. Le cure richiedono un impegno oneroso anche economicamente, quindi optare per l’avvio di un canile permette di avere un’attività molto più stimolante e soddisfacente. Certamente è più facile da gestire nella quotidianità, ma bisogna prevedere l’assunzione di personale che possa coadiuvare il titolare nelle varie mansioni.
Tra le operazioni principali da compiere ci sono la pulizia degli animali e degli spazi e la somministrazione del cibo, ma è necessario far fronte anche alle esigenze sanitarie dei cani. Si deve avere un veterinario che possa effettuare visite periodiche e personale infermieristico in grado di sottoporre gli animali ai trattamenti previsti come punture e assunzione di medicinali. Oltre ai contratti di collaborazione si possono utilizzare volontari che possano offrire un aiuto per alcune delle attività da svolgere.
Prima di aprire la struttura, come accade per ogni impresa, è consigliabile fare un buon business plan per verificare la sostenibilità e pianificare nei dettagli il lavoro da portare a compimento. Uno dei primi aspetti da analizzare è la concorrenza. Non mancano infatti altri canili sia privati sia pubblici ed è inutile creare una struttura vicina ad una già esistente, meglio prevedere di servire una zona scoperta e magari pensare a offrire servizi innovativi. Non bisogna comunque avere paura della concorrenza perché c’è spazio per tutti e c’è ancora molto spazio per attività del genere.
Ci sono tante famiglie interessate a prendere un cane quindi bisogna recuperare le bestiole e prepararle ad essere adottate. Se si vuole operare in questo ambito però bisogna avere delle competenze, sia per rispondere alle normative vigenti sia per svolgere il lavoro in maniera corretta ed efficace. Infatti se non si sa come comportarsi con gli animali si rischia di arrecare un danno e di non riuscire quindi ad assegnarli a un padrone.
APRIRE UN CANILE: LA FASE INIZIALE
Le strutture pubbliche e private richiedono più o meno le medesime azioni, ma chiaramente le prime sono aperte dagli enti locali e sostenute con fondi pubblici, mentre se ci si vuole mettere in proprio si punta su un centro privato. In ogni modo aprire un canile prevede essere sottoposti a diversi controlli per assicurare l’igiene e la sicurezza degli animali. La burocrazia è abbastanza complessa, ma non certo insormontabile, specialmente se ci si rivolge a un commercialista per l’espletamento delle pratiche.
Il professionista può occuparsi direttamente delle varie incombenze previste dalle normative per l’avvio dell’impresa, così da velocizzare i tempi e non commettere errori. Chiaramente un aspetto molto importante di cui ci si deve occupare è la ricerca di fondi, perché i costi sono abbastanza elevati e le strutture private non ricevono denaro dallo Stato o dalle Regioni. Ci sono vari modi per sensibilizzare la comunità perché sostenga le attività svolte.
Dalle donazioni alle raccolte fondi e alle iniziative benefiche, si può percorrere ogni strada per poter avere il denaro sufficiente per affrontare le varie spese, incluse quelle del personale e naturalmente il guadagno del titolare. Chiaramente bisogna dimostrare di lavorare con una certa qualità e di fornire un buon servizio, di curare bene i cani. Sono questi gli elementi che convincono le persone a contribuire economicamente.
Aprire un canile significa dare agli animali un rifugio dove possono essere accuditi, curati, addestrati e riabilitati, prima di cercare loro una sistemazione definitiva in una casa con un padrone affettuoso. Dovranno esserci le visite dei veterinari per tenere sotto controllo lo stato di salute, perché per essere adottati devono stare bene. In ogni modo gli amici quattro zampe dovranno essere monitorati anche nei primi mesi di adozione per essere certi che si trovino bene e non ci siano problemi di alcun genere.
Non si tratta solamente dell’aspetto sanitario, bensì del rapporto tra il cane e il suo nuovo padrone. In questo tipo di attività è essenziale il rispetto delle normative, quindi si devono tenere i conti, verificare aggiornamenti sulle leggi e adempiere alle varie pratiche previste per la gestione della struttura. Con il supporto del commercialista si può essere sollevati da una buona parte di queste incombenze e sarà proprio l’esperto a indicare le strade da seguire.
APRIRE UN CANILE: L’ITER BUROCRATICO E I LOCALI
La burocrazia richiede svariati adempimenti, ma se da un lato c’è il commercialista che disbriga le questioni fiscali e amministrative, tocca al titolare pensare alle incombenze relative al rispetto delle norme sanitarie. Non ci sono problemi particolari, basta seguire scrupolosamente la legge e le istruzioni fornite dagli uffici competenti. Non bisogna fare attenzione solamente alle normative nazionali, ma bisogna prestare attenzione alle diverse regole locali stabilite dalle Regioni e dal Comuni e quindi differenti in base al territorio.
Per aprire un canile bisogna farsi consegnare la lista degli adempimenti dagli uffici comunali in modo da prepararsi per presentare le domande relative alle autorizzazioni rilasciate dall’Azienda Sanitaria Locale, dal Comune e dalla Camera di Commercio. Va aperta una partita Iva e quindi si effettuata l’iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio. Si devono inoltre aprire le posizioni Inps e Inail per avere le prestazioni previdenziali e assicurative per il titolare e per i dipendenti.
Naturalmente si deve disporre di un immobile adatto che abbia abbastanza spazio per ospitare gli animali e rispettoso dei requisiti igienici e di sicurezza previsti dalle normative vigenti. A ispezionare l’immobile per concedere il nullaosta saranno gli addetti dell’Azienda Sanitaria Locale e dei Vigili del Fuoco. L’ideale per aprire un canile è trovare un edificio fuori città o comunque lontano dal centro abitato ma facile da raggiungere. In questo modo non viene disturbata la popolazione quando i cani abbaiano.
Meglio avere un’area esterna abbastanza ampia per addestrare e far giocare gli animali. Ci devono essere servizi igienici, un ambulatorio con annessa infermeria dove visitare gli ospiti a quattro zampe e somministrare le cure, un magazzino dove stipare le scorte di cibo, un ripostiglio da tenere chiuso per tenere le attrezzature e gli uffici per il disbrigo delle pratiche e incontrare le persone che intendono adottare un cane. Dovrà essere allestito uno spazio con le gabbie e uno in cui tenere gli animali irrequieti o malati in isolamento.
APRIRE UN CANILE: LE SPESE
La burocrazia non è certamente l’unico aspetto di cui ci si deve occupare, perché bisogna fare i conti circa i vari costi da sostenere per poter pianificare l’attività e non trovarsi in difficoltà. Chiaramente le spese variano a seconda della situazione specifica, come la dimensione e la collocazione dell’immobile, il numero di cani ospitati, la presenza di personale e volontari, ma ci sono voci da considerare per le uscite dal bilancio.
Per aprire un canile si può ricorrere a soci finanziatori oppure chiedere un prestito o fare una raccolta fondi. In ogni caso va tenuto conto che un animale costa tra i 1.500 e i 2.000 euro all’anno. Nel caso in cui un cane non venga adottato bisogna tenerlo per tutta la vita, che dura mediamente fino ai 14 anni, quindi la spesa totale per un unico ospite a quattro zampe varia tra i 21 mila e i 28 mila euro. A tale spesa vanno aggiunti l’affitto della struttura, le utenze, l’acquisto di materiale per l’ufficio e le attrezzature necessarie.
Inoltre nel conto devono rientrare le parcelle veterinarie e gli stipendi dello staff. Sono questi i principali costi da inserire nel bilancio del business plan per valutare come procedere e l’investimento iniziale necessario. Anche per questo il commercialista riveste un ruolo essenziale perché può aiutare a redigere il piano e a consigliare la strada migliore da seguire per gestire in maniera proficua la struttura e avere successo e soddisfazioni.