
SI PUÒ VENDERE SU ETSY SENZA PARTITA IVA? COSA SI DEVE FARE PER AVVIARE L’ATTIVITÀ?
In questo articolo andremo a capire insieme se è possibile vendere su ETSY senza Partita IVA e come si deve procedere per avviare l’attività.
In particolare vedremo:
- L’obbligo di Partita IVA
- Le pratiche da presentare a seconda degli inquadramenti
- I regimi fiscali che è possibile adottare per svolgere l’attività
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L’OBBLIGO DI PARTITA IVA
Quando si parla di attività di vendita su ETSY la Partita IVA è obbligatoria. Tale attività è infatti considerata come un’attività svolta in modo continuativo e professionale.
Essendo considerata tale quindi, se si intendere andare a svolgere questo tipo di attività, si deve apire Partita IVA sin da subito. I casi infatti in cui è possibile svolgere un’attività senza Partita IVA, riguardano solo quelle attività svolte occasionalmente.
È un’attività svolta in modo occasionale quell’attività svolta in modo non continuativo, svolta quindi una volta ogni tanto.
LE PRATICHE DA PRESENTARE A SECONDA DEGLI INQUADRAMENTI
Dopo avere chiarito per quale motivo è obbligatorio avere la Partita IVA, bisogna capire quali sono le pratiche da presentare per essere in regola con i vari enti.
Le pratiche da presentare obbligatoriamente, è opportuno precisare sin da subito, dipendono da come si vuole svolgere l’attività. Chi svolge l’attività su ETSY può essere infatti considerato come un’artista, un artigiano o un commerciante. A seconda poi di come si è inquadrati, si dovranno presentare delle pratiche differenti.
L’artista è quel soggetto che produce e vende opere uniche, non prodotte in serie e non replicabili, per cui sono tutte diverse tra di loro.
L’artigiano è invece colui che produce con le proprie mani delle opere che è possibile replicare o che è possibile produrre in serie.
Il commerciate è infine colui che non produce e non lavora direttamente i prodotti venduti e si occupa quindi della sola rivendita.
L’INQUADRAMENTO COME ARTISTA
L’artista dovrà aprire la Partita IVA indicando come codice Ateco il 90.03.09, nonché il codice che identifica “altre creazioni artistiche e letterarie”.
Per essere poi in regola, chi svolge questo tipo di attività, dovrà versare i contributi previdenziali alla Gestione Separata INPS. L’artista dovrà iscriversi a tale gestione perché esso è considerato come un professionista.
Non è invece necessario, non essendo un artigiano o commerciante, iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio di competenza e nemmeno presentare la SCIA all’ufficio SUAP.
L’INQUADRAMENTO COME ARTIGIANO O COMMERCIANTE
L’artigiano o il commerciante dovrà indicare come codice Ateco il codice 47.91.10, nonché il codice che indica l’attività di commercio di beni e servizi svolto via internet.
È necessario poi, per iniziare a svolgere l’attività, iscriversi al Registro delle Imprese e alla Gestione Artigiani o Commercianti INPS per pagare i contributi previdenziali. È da precisare che chi è iscritto a tale gestione deve pagare dei contributi minimi obbligatori. Tuttavia, se si aderisce al regime forfettario, è possibile chiedere uno sconto del 35%, mentre nel caso in cui si è in contemporanea anche lavoratore dipendente a tempo pieno, se l’attività prevale rispetto a quella di commerciante, chiedere l’esenzione dal pagamento.
In ultimo si deve presentare la SCIA all’ufficio SUAP del comune dove è svolta l’attività per dichiarare lo svolgimento dell’attività.
I REGIMI IOSS E OSS
Si possono poi presentare delle pratiche facoltative per iscriversi ai regimi IOSS e OSS. L’adesione a tali regimi permette di rendere più semplice il versamento dell’IVA quando si vendono prodotti all’estero.
Il regime IOSS permette di semplificare il versamento quando si importano prodotti da paesi extra UE e li si vende in paesi UE. Il regime OSS permette invece di semplificare il versamento dell’IVA, in particolare quando si superano i 10.000 € di vendite effettuate all’interno dell’Unione Europea.
I REGIMI FISCALI CHE È POSSIBILE ADOTTARE PER SVOLGERE L’ATTVITÀ
IL REGIME FORFETTARIO
Il primo regime che si può adottare è il regime forfettario, ovvero quel regime per lo più dedicato a chi inizia una nuova attività e che ha dei volumi d’affari contenuti.
Tra i vantaggi vi è sicuramente il fatto che i costi di gestione sono molto bassi, in quanto tale regime non richiede molti adempimenti.
Il regime forfettario è inoltre un regime molto forte sul mercato italiano in quanto non si deve applicare l’IVA sul prezzo di vendita e quindi il corrispettivo chiesto al cliente è inferiore.
Da non dimenticare, come anticipato, è la possibilità di chiedere lo sconto sui contributi minimi obbligatori e inoltre anche la tassazione è molto bassa. È da precisare però che le tasse da pagare sono calcolate su un margine fisso e inoltre l’IVA versata sugli acquisiti non può essere recuperata.
LA DITTA INDIVIDUALE E LE SOCIETÀ DI PERSONE
La ditta individuale e le società di persone, anche se sono due regimi tra di loro diversi, hanno gli stessi vantaggi e svantaggi.
Tra i vantaggi vi è sicuramente la gestione più semplice e i costi più bassi rispetto alle società di capitali in quanto queste ultime richiedono maggiori adempimenti.
Le tasse da pagare sono poi calcolate, a differenza del regime forfettario, su di un margine reale, nonché la differenza tra ricavi e costi sostenuti.
Gli svantaggi riguardano invece la tassazione più alta e immediata rispetto al regime forfettario.
Il titolare di Partita IVA e i soci hanno inoltre una responsabilità illimitata. Nel caso di mancato pagamento dei debiti, i creditori possono quindi rivalersi sul loro patrimonio personale del titolare di Partita IVA o dei soci.
LA SOCIETÀ DI CAPITALI
L’ultimo regime che è possibile adottare è quello delle società di capitali, anche se tale regime è consigliabile se si ha un certo volume d’affari.
Questo regime permette di diminuire l’importo da sottoporre a tassazione, in quanto è possibile inserire tutta una serie di costi che abbattono la base imponibile. I soci hanno poi una responsabilità limitata. Nel caso di mancato pagamento dei debiti i creditori possono infatti rivalersi solo sul patrimonio della società.
Gli svantaggi riguardano invece il fatto che tale regime prevede una gestione più complicata e quindi anche maggiori costi da sostenere. Nelle società di capitali inoltre è necessario tenere bene a mente che vi è una maggiore formalità. Non è possibile infatti, a differenza dei regimi precedenti, prelevare direttamente i guadagni realizzati.
Qui puoi trovare il modello AA7/9, utile per le dichiarazioni di inizio attività.
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