Vendere libri su Amazon Kindle: cosa fare?

VENDERE LIBRI SU AMAZON KINDLE

LA PARTITA IVA È SEMPRE OBBLIGATORIA? COME SI DEVE FARE PER VENDERE LIBRI SU AMAZON KINDLE?

In questo articolo andremo a vedere insieme come si deve procedere se si intende vendere libri su Amazon Kindle e come avviare effettivamente l’attività.

In particolare vedremo:

  • I casi in cui è necessario essere titolari di la Partita IVA
  • Le pratiche da inviare ai vari enti per poter vendere libri su Amazon Kindle
  • I regimi fiscali che è possibili adottare per svolgere l’attività

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I CASI IN CUI È NECESSARIO ESSERE TITOLARI DI PARTITA IVA

È opportuno specificare che la Parità IVA può essere anche non obbligatoria in questo ambito, ma tutto dipende da come si decide di svolgere l’attività.

Colui che dalla vendita di libri su Amazon Kindle percepisce delle royalties non è obbligato ad avere la Partita IVA. Per royalties si intendono i compensi derivanti dal diritto d’autore. Tale situazione sussiste però quando vi è un contratto tra editore e autore.

In realtà però il contratto che si andrà a stipulare, per vendere i libri, con lo stesso Amazon, è un contratto di distribuzione. La piattaforma quindi deve essere considerata come una libreria e non come una casa editrice.

Il soggetto inoltre che vuole vendere libri su Amazon Kindle ma che si occupa della sola ricerca delle tematiche da trattare deve essere necessariamente titolare di Partita IVA. Il motivo è legato al fatto che, non essendo lui l’autore del libro, i compensi che riceve non possono essere considerati come delle royalties. Tale soggetto è considerato quindi come un imprenditore vero e proprio e per tale ragione deve avere la Partita IVA.

È quindi considerato un commerciante a tutti gli effetti quel soggetto che si occupa solo di decidere a quale prezzo vendere il libro e come pubblicizzarlo e che non si interessa della stesura e della creazione vera e propria del libro.

È inoltre obbligato ad avere la Partita IVA colui che scrive, pubblica e vende da sé il libro, in quanto mettendolo in vendita è considerato come un imprenditore che svolge l’attività di commerciante.

LE PRATICHE DA INVIARE AI VARI ENTI PER POTER VENDERE LIBRI SU AMAZON KINDLE

Quando si è obbligati ad aprire la Partita IVA è necessario presentare tutta una serie di pratiche per essere in regola con vari enti coinvolti.

La prima pratica da presentare è quella da inviare telematicamente all’Agenzia delle Entrate. Tale pratica è necessaria per richiedere il numero di Partita IVA e in essa è indicato che tipo di attività si svolge e il codice Ateco. Il codice da utilizzare, essendo che, come anticipato prima, il soggetto che vuole intraprendere l’attività è considerato un commerciante, è il 47.91.10.

La seconda pratica è quella da presentare alla Camera di Commercio per iscriversi al Registro delle Imprese e successivamente è necessario iscriversi alle Gestione Commercianti dell’INPS.

Lo svantaggio dell’essere iscritti alle Gestione Commercianti riguarda il fatto di dover pagare dei contributi minimi obbligatori, i quali sono indipendenti dal fatturato realizzato. Tuttavia però quando si adotta il regime forfettario è possibile chiedere uno sconto del 35% o, quando si è lavoratore dipendente a tempo pieno, è possibile chiederne l’esonero.

L’ultima pratica da presentare obbligatoriamente è la pratica SCIA, la quale è da inviare all’Ufficio SUAP per dichiarare l’inizio effettivo dell’attività.

L’ADESIONE AL REGIME OSS E IOSS

In ultimo è possibile presentare altre due pratiche facoltative che sono quelle relative all’iscrizione al regime OSS e IOSS. Questi due regimi permettono sostanzialmente di semplificare il pagamento dell’IVA.

Il regime IOSS permette di semplificare il pagamento dell’IVA in caso di vendite in paesi UE di prodotti importati da paesi Extra UE. Tuttavia, chi vuole vendere libri su Amazon, potrebbe anche evitare di iscriversi al regime IOSS, in quanto è difficile che si verifichi tale situazione.

Il regime OSS permette invece di semplificare il pagamento dell’IVA nel caso di vendite effettuate in paesi europei, soprattutto quando si supero i 10.000€ complessivi annui. È da tenere bene in considerazione il regime OSS, soprattutto se si ha già in mente di fare un certo numero di vendite in paesi europei.

I REGIMI FISCALI CHE È POSSIBILE ADOTTARE PER SVOLGERE L’ATTIVITÀ

Per avviare l’attività si può decidere di adottare uno dei quattro regimi previsti dalla normativa italiana. I regimi che si possono adottare sono: il regime forfettario, il regime della ditta individuale e delle società di persone e il regime delle società di capitali.

IL REGIME FORFETTARIO

Il regime forfettario è il regime più vantaggioso a livello di costi, in quanto in termini di adempimenti non richiede un grande esborso di denaro. La gestione inoltre, anche a livello di contabilità, è semplificata e vi è una tassazione bassa, pari al 5% o al 15%. Il regime forfettario prevede inoltre, come anticipato prima, di poter chiedere uno sconto sui contributi INPS obbligatori. Un altro vantaggio riguarda poi il fatto che il commerciante può richiedere un prezzo di vendita inferiore rispetto agli altri concorrenti in quanto l’IVA sulle vendite non è dovuta per chi adotta tale regime.

Gli svantaggi riguardano invece il fatto che le tasse da pagare sono calcolate su un margine preimpostato, il quale è calcolato applicando un coefficiente di redditività. È inoltre da ricordare che l’IVA sugli acquisti è comunque dovuta anche se non è possibile recuperarla. Infine poi, a livello di mercato estero, il regime forfettario non risulta essere molto conveniente.

IL REGIME DELLA DITTA INDIVIDUALE E DELLE SOCIETÀ DI PERSONE

Il regime della ditta individuale e delle società di persone hanno come vantaggio il fatto di avere una gestione più semplice ed economica rispetto alle società di capitali. Le tasse sono poi calcolate su un margine reale, cioè sull’importo ottenuto dalla differenza tra i ricavi e i costi sostenuti, quindi sull’effettivo guadagno realizzato.

Gli svantaggi sono invece legati al fatto che non è sicuramente un regime che prevede una tassazione bassa, infatti si tratta di una tassazione a scaglioni IRPEF. Da non dimenticare è inoltre la questione che, in caso di mancato pagamento dei debiti, i creditori possono rivalersi sul patrimonio personale del titolare di Partita IVA o dei soci in caso di società.

IL REGIME DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI

L’ultimo regime che si può decidere di adottare è il regime delle società di capitali, il quale tuttavia è consigliato solo per chi ha un certo volume d’affari. Tale regime è infatti costoso, in quanto chiede maggiori adempimenti rispetto ai precedenti due regimi e la gestione è più complicata. La conseguenza è dunque che i costi da sostenere sono più elevati rispetto ai regimi precedenti.

Tuttavia però questo regime fiscale dà la possibilità di essere protetti a livello di patrimonio personale, in quanto i creditori possono rivalersi solo sul patrimonio investito nella società. Un altro vantaggio riguarda il fatto che è possibile inserire una serie di costi che permettono di abbattere la base imponibile e di conseguenza anche le tasse da pagare.

Qui puoi trovare il modello AA7/9, utile per le dichiarazioni di inizio attività.

Guarda questo video se vuoi approfondire il tema “Vendere libri su Amazon Kindle“.

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