Tasse Trading Forex: Cosa c’è Da Sapere?

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TASSE TRADING FOREX: COSA C’È DA SAPERE? COME BISOGNA TASSARE I GUADAGNI?

Tasse trading Forex: Nel corso degli ultimi tempi c’è stata una crescita esponenziale di una nuova forma di guadagno attraverso trading online: il Forex. Viene chiamato anche “Forex Trading” oppure “Mercato del Forex”, e questo metodo permette di compravendere simultaneamente delle valute, guadagnando sul tasso di cambio delle valute inserite nella compravendita.

In questo articolo andremo a capire:

  • come si comporta la legge italiana davanti alle forme di guadagno di Forex?
  • Esistono delle tasse da pagare sui guadagni derivanti da Forex?
  • L’imposta sostitutiva come si può versare?
  • Qual è la differenza tra regime dichiarativo e regime amministrato?

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COME SI COMPORTA LA LEGGE ITALIANA DAVANTI ALLE FORME DI GUADAGNO DI FOREX?

Il TUIR, o Testo Unico delle Imposte sul Reddito, è lo strumento necessario a farci comprendere come la legislazione italiana si inserisce in merito al funzionamento delle tasse relative ai guadagni Forex. Il TUIR, in quanto questi guadagni non vengono considerati come redditi più tradizionali, come i redditi di capitale, i redditi da lavoratore autonomo o dipendente, considera i guadagni ottenuti con il Forex Trading dei redditi diversi.

L’Agenzia delle Entrate entra nel merito del TUIR attraverso due pronunce che mostreremo qui sotto:

Con una prima Risoluzione del 2010 – la n. 67/E del 6 luglio – avallata da una seconda del 2011 (la n. 102/E del 25 ottobre),  l’ente ci dice che

tutte le rendite generate dalle operazioni di compravendita di valute estere sul mercato Forex sono considerate plusvalenze di natura finanziaria, da riportare in dichiarazione dei redditi nel quadro RT –  sezione II.

ESISTONO DELLE TASSE DA PAGARE SUI GUADAGNI DERIVANTI DA FOREX?

Come qualsiasi guadagno, anche quelli derivanti dal Forex Trading devono essere necessariamente tassati.

Bisogna naturalmente comprendere le modalità di pagamento e gli adempimenti da considerare, e sono due:

  • compilazione del quadro RW del Modello PF, utile per il monitoraggio. Il fisco, grazie a questo quadro, riesce a vedere il possesso di attività ed investimenti detenuti all’estero, con conseguente calcolo dell’IVAFE (Imposta sul Valore delle Attività Finanziarie detenute all’estero), del valore del 2 per mille della giacenza da indicare nel quadro.
  • compilazione del quadro RT del Modello PF con l’obiettivo di dichiarare i guadagni percepiti e le plusvalenze generate durante l’anno, con conseguente calcolo dell’imposta sostitutiva del 26%

Ai fini della tassazione, la base imponibile (ossia l’importo sul quale applicare il 26% d’imposta) va determinata così come previsto dall’art. 68, comma 8, del TUIR, secondo il quale

i redditi di cui alla lettera c-quater) del comma 1 dell’articolo 67, sono costituiti dalla somma algebrica dei differenziali positivi o negativi, nonché degli altri proventi od oneri, percepiti o sostenuti, in relazione a ciascuno dei rapporti ivi indicati

Il trader, di conseguenza, per poter sapere su quale valore effettivamente sia corretto per l’applicazione tasse e imposte, necessita il calcolo algebrico di tutte le vendite e acquisti effettuati in valuta estera, facendo attenzione a controllare che ogni cambio di valuta sia effettuato nel giorno in cui è avvenuta l’operazione.

L’IMPOSTA SOSTITUTIVA COME SI PUÒ VERSARE?

Una volta che si è compresa la modalità per calcolare le plusvalenze al termine dell’anno, possiamo procedere con il versamento delle tasse.

Sarà necessario compilare il Modello F24, inserendo:

  • i dati personali;
  • codice tributo 1100, relativo al trading online;
  • periodo d’imposta di competenza.

Nella sezione “importi a debito”  si inserirà invece la somma da versare relativa all’Erario.

Nel caso in cui, non ci sono state plusvalenze, bensì solo minusvalenze, gli obblighi relativi al versamento dei tributi e il procedimento della compilazione rimane tale: si indicherà nel quadro RT la minusvalenza realizzata, ma ci sarà in futuro la possibilità di recuperarle in compensazione di eventuali plusvalenze maturate fino a quattro anni successivi d’imposta.

 

QUAL È LA DIFFERENZA TRA REGIME AMMINISTRATO E REGIME DICHIARATIVO?

REGIME DICHIARATIVO

Si tratta del regime che viene utilizzato per tutti colo che vogliono fare trading con piattaforme estere, e riguardano tutti gli obblighi dichiarativi ed impositivi fino ad ora spiegati, in quanto non c’è nessuna forma di aiuto da parte di queste piattaforme e bisogna essere in grado di compilare la dichiarazione e il versamento dei contributi da sé.

REGIME AMMINISTRATO

Si tratta del regime tipico delle piattaforme italiane che fungono da sostituti d’imposta. Di conseguenza, trattandosi di piattaforme simili all’home banking, svolgono tutto loro, perchè non si dovrà compilare F24 per il versamento o una dichiarazione. Non si dovrà fare nessun calcolo in quanto le piattaforme di questo regime tasseranno automaticamente le plusvalenze ottenute con il Forex Trading, trattenendo alla fonte il 26%.

 

Se vuoi approfondire il tema “Tasse Trading Forex“, ti consigliamo di guardare questo video.

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