
COSA DEVI SAPERE SE GUADAGNI GRAZIE AL MINING? QUALE TASSAZIONE E’ PREVISTA?
Negli ultimi anni l’utilizzo delle monete virtuali ha avuto un crescendo sempre maggiore, nonostante sia di contezza comune la forte ed imponente lacuna normativa ad oggi esistente nel settore.
Sia nell’ambito delle attività di trading tradizionale di criptovalute che nel campo del Mining, infatti, vi sono ancora troppe incertezze riguardo la condotta fiscale da adottare.
Ma volendo addentrarci per un attimo nel nuovo mondo del Mining, quale sarà la Tassazione da applicare?
In questo articolo scopriremo:
- Cos’è il Mining
- La disciplina fiscale prevista dall’Agenzia delle Entrate
- La Tassazione prevista per i redditi derivanti da Mining
- La forma societaria più conveniente
TASSAZIONE MINING: COS’È IL MINING?
In termini pratici, il Mining si sostanzia in un processo di estrazione (o “creazione”) di una nuova moneta.
Mediante quale processo?
Le criptovalute, per operare, hanno bisogno di un algoritmo di consenso il cui obbiettivo è quello di mettere in sicurezza il network utilizzato per effettuare le varie operazioni. Ad oggi, esistono diversi algoritmi di consenso ed i più conosciuti sono il POW (Proof of Work, o prova di forza) ed il POS (Proof of Stake, o prova di partecipazione).
Il Proof-of-Work è l’algoritmo di consenso originale di una Blockchain, utilizzato per confermare le transazioni e produrre nuovi blocchi alla catena.
Con il PoW i minatori competono l’uno contro l’altro per completare le transazioni e il “vincitore” si vede poi riconoscere una ricompensa sotto forma di Fee o Block reward – conferita, ovviamente, in moneta virtuale.
Il Proof of Stake prevede un processo differente di convalida delle transazioni. Si tratta sempre di un algoritmo crittografico, ma l’obiettivo del meccanismo è diverso rispetto a quello del Proof of Work. Difatti, se il PoW premia il minatore più veloce, nel PoS il minatore che crea il blocco successivo conquista sempre una transazione – ovviamente la “conquista” sarà direttamente proporzionale al lavoro svolto.
Infine, a differenza del PoW, nel PoS non esiste un premio in quanto il guadagno corrisponde (semplicemente) alla commissione della transazione.
Dunque, che si tratti di Fee, di Block reward o di semplici commissioni, come saranno tassati tali proventi?
TASSAZIONE MINING: LA DISCIPLINA FISCALE
Definito cosa sia il Mining, va compresa la Tassazione da applicarvi.
È, ormai, pacifico che la detenzione di criptovalute obbliga il contribuente privato al monitoraggio fiscale e, talvolta, all’assoggettamento impositivo delle plusvalenze derivanti dal proprio investimento. Quando parliamo di Mining, però, la disciplina è del tutto differente.
Dunque, facciamo un passo indietro.
Nel 2016, una società italiana erogante prestazioni di servizi in ambito cripto valutario ha presentato un interpello all’Agenzia delle Entrate affinché chiarisse il trattamento fiscale a cui attenersi.
L’Agenzia, con Risoluzione n. 72/E/2016, ha definito che nel caso di operazioni di acquisto nonché di cessione di moneta virtuale, trova applicazione la disciplina inerente le imposte dirette Ires e Irap.
La posizione del miner può essere equiparata a quella della società richiedente il parere dell’AdE?
Colui che svolge attività di Mining presta la propria opera con l’obbiettivo di ottenere in cambio un corrispettivo specifico. Di conseguenza, se il miner opera in maniera abituale, professionale e organizzato, andrà qualificato come “imprenditore”.
DALLA CORTE EUROPEA ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE
Per quanto riguarda la Tassazione da applicare ai redditi derivanti dal Mining, un primo riferimento va fatto alla sentenza emessa dalla Corte di Giustizia EU nel 2015 nella quale la stessa ha riconosciuto che le
operazioni relative a cambio di valuta tradizionale contro valute virtuali (e viceversa) costituiscono prestazioni di servizi a titolo oneroso.
Ad oggi ci troviamo in assenza di una specifica normativa fiscale relativa al Mining; di conseguenza, la pronuncia della Corte Europea costituisce necessariamente un punto di riferimento di vitale importanza.
Difatti, in sintonia con il dettato della Corte, l’Amministrazione finanziaria ha ben ritenuto che
“L’attività di intermediazione di valute virtuali come di quelle tradizionali, svolta in modo professionale ed abituale, costituisce una attività rilevante sia ai fini IVA che IRES e IRAP”.
Capiamo, dunque, che lo svolgimento di attività di Mining richiede l’apertura di una p.iva.
Questa soluzione, a primo impatto, può sembrare onerosa e problematica da realizzare, ma in realtà non è così! Difatti, la scelta del giusto regime fiscale può garantire al Miner la deducibilità dei costi (e se pensiamo al consumo della elettricità che il Mining richiede, comprendiamo quanto, invece, possa essere profittevole!).
Attenzione! L’attività svolta dal Miner non va confusa con quella del Trader il quale, detenendo criptovalute al di fuori del regime d’impresa, segue la regola di cui all’art. 67 comma 1 ter del TUIR:
“la tassazione delle plusvalenze derivanti dalla cessione di valute provenienti da depositi e conti correnti si ha solo nel caso in cui la giacenza in valuta nei depositi e conti correnti complessivamente sia superiore a €. 51.645,69 per almeno 7 giorni lavorativi continui nel periodo d’imposta in cui la plusvalenza è stata realizzata”.
In tal caso, la tassazione non sarà ai fini IRES/IRAP ma, come anticipato, eventuali plusvalenze da tassare sconteranno l’imposta sostituiva del 26%.
Se desideri approfondire l’argomento ed hai bisogno di una consulenza fiscale con noi, Clicca qui!
TASSAZIONE MINING: LA FORMA SOCIETARIA PIÙ CONVENIENTE
Giunti a questo punto, è corretto chiedersi quale forma societaria, e conseguente Tassazione, sia più conveniente nel caso di attività di Mining.
Senza dubbio la scelta del regime fiscale più adatto alla propria attività dipende da molte variabili. Sarà, infatti, necessario valutare non solo il potenziale fatturato annuo ma anche le spese da sostenere, ed in base al caso concreto potrà essere più conveniente optare per il regime fiscale forfettario od ordinario.
Nello specifico, il regime forfettario prevede tasse meno elevate nonché l’esonero dall’IVA in fattura. A fronte di queste agevolazioni, tuttavia, non è consentito scaricare i costi inerenti l’attività d’impresa.
Il regime ordinario, invece, prevede percentuali di tassazione più elevate e una contabilità più complessa. È però possibile scaricare le spese sostenute durante l’anno: una differenza importante che può essere vantaggiosa per chi sostiene molti costi come nel caso del Mining.
Guarda questo video su “Tassazione Mining” per approfondire.
Francesco
1 Dicembre 2022 at 10:07
Buongiorno,
Sono un libero professionista che lavora nel settore finanziario, e quindi ho una partita IVA. Nel 2020 ho fatto un PC per il mining di una cryptovaluta, con un investimento di circa 5000 euro. Oggi, a distanza di 1 anno, il PC ha creato 45 monete virtuali, per un controvalore, al cambio attuale, di circa 1400 €.
In questo caso, vige sempre la regola che fino al controvalore di 51.645,69 euro sono esente da tassazione, oppure essendo il ricavo frutto di attività di mining è necessario tassarlo?
Adriana
1 Dicembre 2022 at 18:36
Buonasera,
i ricavi da lei conseguiti fanno parte dell’attività di mining, differente rispetto a quella di trading criptovalutario che, invece, giustifica l’applicazione della soglia annua dei 51.645€,69€ ai fini dell’applicazione o meno dell’imposta del 26%.
Proprio ai fini della tassazione, la sua è un’attività che potrebbe essere anche considerata come “attività d’impresa”, ma per dirlo con esattezza ci sarebbe bisogno di un approfondimento ed una consulenza mirata rispetto al suo caso di specie.
Se desidera, può contattarci alla mail info@studioallievi.com.