
TASSAZIONE DEI BTC: COSA BISOGNA SAPERE? DEVONO ESSERE TASSATI? BISOGNA INSERIRLI NELLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI?
Il Bitcoin è una valuta virtuale, che ha fatto il suo ingresso nel 2009. Diversamente dalle altre valute, questa non ha dietro di sé una banca, ma si basa sul network di nodi e sul peer-to-peer. Per poter acquistare i Bitcoin, però, bisogna essere in posseso di un portafoglio virtuale; inoltre, queste valute possono essere scambiate o spese.
Tassazione dei Btc: in questo articolo vedremo nel dettaglio tutto ciò che bisogna sapere sui bitcoin e come questi vengono tassati.
Nello specifico tratteremo:
- Cosa sono i Bitcoin?
- Esiste un metodo per tassarli?
- Come vengono tassati nello specifico?
- Compilazione del quadro RW per la dichiarazione dei redditi
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COSA SONO I BITCOIN?
I Bitcoin, ma in generale tutte le criptovalute, a livello fiscale vengono parificate alle valute estere, ad esempio: dollari, yen, ecc.
Nella risoluzione 72/E del 02/09/2016, l’Agenzia delle Entrate afferma che: “Le cripto sono valute estere e il wallet è equiparato ad un conto corrente”.
Per il calcolo delle tasse e per la dichiarazione dei redditi, bisogna considerare sia le valute virtuali, quindi i bitcoin, sia le cosiddette valute fiat, vale a dire il classico denaro estero. Inoltre bisogna prestare attenzione anche al fatto che le valute possono essere detenute ovunque, il che comprende: le banche, i wallet o gli exchange.
ESISTE UN METODO PER TASSARLI?
I Bitcoin saranno tassati una volta che verranno superati due limiti: il limite quantitativo e il limite temporale.
- limite quantitativo: se si supera un investimento pari a € 51.645,69.
- limite temporale: è necessario superare il limite quantitativo sopra indicato, in un anno per un arco di tempo di 7 giorni lavorativi consecutivi.
COME VIENE CALCOLATO IL LIMITE QUANTITATIVO?
La quota di riferimento è data dal valore della valuta per il primo giorno disponibile dell’anno.
Se prendiamo in considerazione la valuta fiat, la Banca Centrale d’Italia il 2 gennaio pubblica un report indicando per ogni valuta, al di fuori dell’euro, il suo relativo cambio.
ESEMPIO. Detengo al 1 gennaio 1 bitcoin + 20.000 dollari . Il bitcoin al primo gennaio ha un valore di 46.258,84$. Facendo la media di due degli exchange più diffusi, il valore convertito è di €40.738,74. Al 3 gennaio invece, la Banca Centrale d’Italia ci mostra il cambio dollaro/euro, quindi i 20 mila dollari vengono cambiati in €17.613,38. Facendo la somma dei due valori, si superano i €51.645.69, quindi abbiamo superano il limite quantitativo. Se si sono detenuti per più di sette giorni lavorativi, superando quindi anche il limite temporale, dobbiamo tassare i nostri Bitcoin.
COME VENGONO TASSATI NELLO SPECIFICO?
Non viene tassato solo il guadagno, bensì la differenza tra plusvalenza e minusvalenza, ovvero il guadagno meno la perdita.
Quando si vende ad un prezzo superiore del costo d’acquisto, si ha una plusvalenza; al contrario, quando si vende ad un prezzo inferiore del costo d’acquisto, si ha una minusvalenza.
Abbiamo tre possibilità di plusvalenza con le criprovalute:
- Con un prelievo, ovvero il metodo più diffuso;
- Mediante la movimentazione tra valute estere/digitali;
- Nel momento in cui si compra un bene o servizio con le criptovalute.
PLUSVALENZE E MINUSVALENZE: COME SI CALCOLANO?
Per calcolare minusvalenze e plusvalenze si deve prendere in considerazione la differenza del valore d’acquisto e il valore di vendita, prelievo o pagamento delle criptovalute. Se il valore d’acquisto è maggiore si avrà una minusvalenza, se invece è minore si avrà una plusvalenza.
Se si fanno più acquisti nel corso del tempo e si decide di fare una dismissione di criptovalute, bisogna applicare il metodo LIFO (Last In First Out). Questo significa che le criptovalute si disinvestono al valore delle più recenti che si sono acquistate. Diventa quindi fondamentale tenere traccia degli acquisti degli anni precedenti per calcolare correttamente la possibile plusvalenza. Qual ora si verifiche un’errata ricostruzione del valore delle criptovalute, si prende in considerazione il valore più basso dell’anno e si calcoleranno con quel valore.
COME SONO TASSATI I GUADAGNI DELLE CRIPTOVALUTE?
Se si superano i due limiti, quantitativo e temporale, il guadagno viene tassato con imposta sostitutiva del 26% fisso (codice tributo 1100) pagato con F24.
Se tale guadagno viene realizzato senza superare i limiti, non c’è tassazione sulle plusvalenze, ma le minusvalenze non sono deducibili.
COMPILAZIONE DEL QUADRO RW PER LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI
Anche se non si sono realizzate operazioni che potrebbero far sorgere una plusvalenza, si è comunque obbligati a dichiarare le criptovalute in possesso, compilando il quadro RW per il monitoraggio fiscale. Vediamo di seguito un esempio per capire come compilare il quadro RW.
ESEMPIO
Al 01/01/2021 il sig. Rossi ha 100 eth con un valore di € 603,99 l’uno. Nel corso del 2021 acquista altri 100 eth senza poi effettuare nessuna altra operazione. Al 31/12/21 il cambio €/eth è pari a 3.235,98. Vediamo di seguito come si compilano le varie celle:
- cella 1: indicare il VALORE 1 (indica la proprietà degli eth)
- cella 2: lasciare in bianco
- cella 3: indicare il VALORE 14 (indica altre attività estere di natura finanziaria e monete virtuali, specifico quindi anche nel caso di criptovalute)
- cella 4: lasciare in bianco
- cella 5: indicare il VALORE 100 (per indicare la quota di possesso)
- cella 6: indicare il VALORE 1 (valore di mercato)
- cella 7: indicare il VALORE INIZIALE (costo di acquisto)
- cella 8: indicare il VALORE FINALE che abbiamo in portafoglio
- cella 20: BARRARE CASELLA (indica che si presenta il quadro solo per il monitoraggio, senza la presenza di tassazione)
Il quadro RW, al termine della sua compilazione, dovrà presentarsi in questo modo.
Qui puoi trovare il link diretto alla pagina dell’Agenzia delle Entrate dedicata ad approfondire la compilazione del quadro RT della Dichiarazione dei redditi.
Guarda questo video per approfondire l’argomento “Tassazione dei Btc: cosa bisogna sapere?“.