Royalty Amazon e Dichiarazione dei Redditi

ROYALTY AMAZON E DICHIARAZIONE DEI REDDITI

QUALI SONO LE TASSE CHE SI DEVONO VERSARE SE SI PERCEPISCONO DELLE ROYALTY DA AMAZON? COME SI DEVE PROCEDERE IN SEDE DI DICHIARAZIONE DEI REDDITI?

In questo articolo andremo a capire insieme quali tasse deve versare e come è necessario procedere in sede di Dichiarazione dei Redditi se si percepiscono delle Royalty da Amazon

In particolare vedremo:

  • Quando è necessario avere la Partita IVA
  • Le pratiche da presentare per essere in regola quando è necessaria la Partita IVA
  • Le tasse da pagare nei diversi regimi fiscali

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QUANDO É NECESSARIO AVERE LA PARTITA IVA

L’obbligo di avere la Partita IVA dipende da che tipo di attività si svolge, ovvero da che tipo di contratto si è stipulato.  Se vi è un contratto tra editore e autore, cioè se ci si affida ad una casa editrice per la pubblicazione e la vendita dei libri, non è necessario avere la Partita IVA. È considerato autore quel soggetto che si occupa della sola scrittura del libro e non ad esempio di decidere dove vendere il libro oppure a quale prezzo.

In questo caso i compensi percepiti dall’autore verranno tassati in un primo luogo tramite una ritenuta e successivamente in sede di dichiarazione dei redditi. Quando si andranno a dichiarare i compensi questi saranno tassati applicando una percentuale di tassazione che dipende dall’età dell’autore. Se l’autore ha meno di 35 anni sarà tassato il 60% dei compensi, mentre se l’autore ha più di 35 anni sarà tassato il 75% dei compensi percepiti.

Nel caso in cui si decide di vendere libri su Amazon, il contratto con la piattaforma è un contratto di distribuzione e non un contratto tra editore e autore. Amazon stesso non può essere quindi considerato come una casa editrice, perché la piattaforma ricopre il ruolo di libreria che si occupa della sola distribuzione dei libri. Il soggetto quindi che decide di svolgere questo tipo di attività, e non si affianca ad una casa editrice, se ad esempio decide a che prezzo vendere il libro, oppure quale argomento trattare, è obbligato ad aprire la Partita IVA.

In questo caso è obbligatorio avere la Partita IVA perché il soggetto che svolge l’attività, non è considerato come un autore ma come un imprenditore.

LE PRATICHE DA PRESENTARE PER ESSERE IN REGOLA QUANDO É NECESSARIA LA PARTITA IVA

Se si è obbligati ad avere la Partita IVA, per aprirla, è necessario presentare una serie di pratiche ai vari enti coinvolti.

La prima pratica da presentare è quella dell’Agenzia delle Entrate e serve per richiedere il numero di Partita IVA. In questa pratica è necessario inoltre indicare anche il codice dell’attività che, in questo caso, è il 47.91.10.

Se si svolge questo tipo di attività, essendo considerato come un commerciate, è obbligatorio iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio e alla Gestione Commercianti INPS. È tuttavia possibile non iscriversi se si è in contemporanea lavoratore dipendente a tempo pieno.

È bene specificare che se si è iscritti a tale gestione si dovranno pagare dei contributi minimi obbligatori sui quali è però possibile chiedere uno sconto se si adotta il regime forfettario.

L’ultima pratica da presentare è infine la SCIA all’ufficio Suap del comune, nonché la pratica che dichiara l’avvio dell’attività.

Si possono in ultimo presentare due pratiche facoltative, che sono quelle relative all’iscrizione al regime IOSS e OSS. L’iscrizione a tali regimi rende più semplice il versamento dell’IVA, nel primo caso se si importano beni da paesi extra UE e li si vendono all’interno dell’Unione Europea, nel secondo caso invece se si supera un certo volume di vendite in altri paesi dell’UE.

LE TASSE DA PAGARE NEI DIVERSI REGIMI FISCALI

LA TASSAZIONE NEL REGIME FORFETTARIO 

Se si adotta il regime forfettario, le tasse da versare sono calcolate su un margine imposto. Tale margine è calcolato applicando al fatturato un coefficiente di redditività e sottraendo al risultato i contributi previdenziali versati. Il coefficiente applicato, per chi svolge l’attività di vendita di libri su Amazon, è pari al 40% e tale percentuale è fissa.

Il regime forfettario permette di applicare una percentuale di tassazione molto bassa, pari infatti al 5% o al 15%. È da precisare che si applica la percentuale del 5% solo nel caso in cui si tratta di start up e tale percentuale si può applicare solo per i primi cinque anni.

Ipotizzando che si ha fatturato un importo pari a 10.000€ e che si sono versati contributi per un importo pari a 2500€, la base imponibile è pari a 1500€, nonché il 40% di 10.000€ al netto dei contributi versati.

LE TASSE NEL REGIME DELLA DITTA INDIVIDUALE E DELLE SOCIETÀ DI PERSONE

Nel caso in cui si adotta il regime ditta individuale e delle società di persone, la tassazione applicata è una tassazione a scaglioni IRPEF.

Gli scaglioni di reddito sono quattro e in base all’importo vi sono diverse percentuali di tassazione. Il primo scaglione riguarda i redditi inferiori a € 15.000 e la percentuale di tassazione è il 23%. Il secondo scaglione di reddito interessa i redditi superiori a €15.000 ma inferiori a € 28.000 e la percentuale è il 25%. Nel terzo scaglione la percentuale è il 35% e interessa i redditi superiori a € 28.000 ma inferiori a € 50.000. Il quarto scaglione riguarda infine i redditi superiori a € 50.000 e la percentuale è pari al 43%.

La tassazione a scaglioni IRPEF è sicuramente una tassazione più elevata, se paragonata a quella applicata regime forfettario, tuttavia però, se si adotta tale regime, non si perde la possibilità di avere ulteriori detrazioni.

LE TASSE DA PAGARE SE SI ADOTTA IL REGIME DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI

Nel regime delle società di capitali le tasse fisse da versare sono due, l’IRES e l’IRAP.

La prima è l’Imposta sul Reddito delle Società ed è pari al 24%, mentre la seconda è l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, la quale varia a seconda della regione, ed è pari, per la Lombardia, al 3,9%.

Tuttavia però se si adotta questo tipo di regime, i costi di gestione da sostenere sono più elevati rispetto ai regimi precedenti. Le società di capitali sono quindi consigliate se si ha un certo volume d’affari. Inoltre poi anche dal punto di vista finanziario vi è una maggiore formalità, infatti ad esempio se si adotta tale regime non è possibile prelevare direttamente i guadagni, cosa che invece si può fare in caso di regime forfettario, ditta individuale e società di persone.

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