
REGIME FORFETTARIO: QUALI SONO I CAMBIAMENTI RIGUARDO IL LIMITE DI FATTURATO? COSA SI INTENDE PER LIMITE ANTIEVASIONE?
E’ stato confermato anche per il 2023 il Regime Forfettario, con alcune importanti novità sia per chi vuole aprire partita iva sia per chi intende proseguire il proprio business rimanendo in regime forfettario.
REGIME FORFETTARIO: REQUISITI E CAUSE DI ESCLUSIONE
Ricordiamo che il Regime Forfettario rappresenta il regime naturale delle persone fisiche che esercitano un’attività di impresa, arte o professione in forma individuale; e per accedervi o permanervi il contribuente deve possedere determinati requisiti previsti dalla legge.
Nello specifico, anche per l’anno 2023, NON possono accedere a tale regime:
- Gli imprenditori che si avvalgono di regimi speciali IVA;
- I non residenti sul territorio nazionale (ad eccezione di coloro che risiedono in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo e che producano in Italia almeno il 75% del reddito complessivamente realizzato);
- Coloro che ricoprono la carica di soci o associati presso società di persone, associazioni professionali o imprese familiari;
- Coloro che controllano direttamente o indirettamente società di capitali esercenti attività economiche riconducibili a quelle svolte individualmente.
È, oltremodo, precluso l’ingresso al Regime Forfettario:
- Ai contribuenti intenzionati ad aprire una partita iva al solo scopo di prestare la propria opera nei confronti dell’ex datore di lavoro (o soggetti ad esso riconducibili);
- A coloro che, nell’anno precedente l’apertura della partita iva, abbiano percepito redditi da lavoro dipendente e/o assimilati di importo superiore a 30.000 € lordi.
REGIME FORFETTARIO: DA 65.000 EURO A 85.000 EURO
Concentriamoci, ora, sulla modifica che tanto si attendeva: dall’attuale lettura del Ddl di bilancio 2023 si vede un aumento del limite di fatturato al di sotto del quale è possibile accedere o permanere nel Regime Forfettario.
Il comma 1 lett. a) dell’articolo 11 della bozza di legge, infatti, riporta “le parole: “euro 65.000” sono sostituite dalle parole: “euro 85.000”. Dunque, il limite di fatturato annuo passa da 65.000€ ad 85.000€.
Al superamento di questa nuova soglia, la partita iva potrà uscire dal forfettario a partire dall’anno d’imposta successivo oppure fin da subito: ciò dipenderà solo e soltanto dal fatturato raggiunto, ossia di quanto il limite degli 85.000€ sarà sforato.
DUE NUOVI LIMITI DI FATTURATO
Come anticipato, il Ddl di bilancio 2023 porta un innalzamento della soglia utile ad accedere o permanere nel Regime Forfettario. Si passa da 65.000 € ad 85.000 €. E questo sembra ben chiaro!
La reale differenza rispetto al passato è portata da un secondo limite, cosiddetto di “antievasione”, pari a 100.000 €. Questa soglia è capace di decretare la PERDITA del forfettario già nel corso dell’anno d’imposta (senza dover attendere il suo termine).
Cerchiamo di capire meglio!
La disciplina attuale prevede che, in caso di superamento della soglia dei “vecchi” 65.000 €, l’imposta del 15% o del 5% debba essere calcolata ed applicata su tutto il reddito, anche se questo dovesse raggiungere numeri alti (come, ad esempio, 300.000 €).
Dal 2023, la partita iva che raggiungerà compensi o ricavi superiori a 100.000 € uscirà dal forfettario già nell’anno in corso; e da quel momento sarà tenuta a fatturare con IVA e a tenere la contabilità semplificata.
Diversamente, in caso di superamento della nuova soglia degli 85.000 € restando, però, al di sotto dei 100.000 € di fatturato annuo, la perdita del regime forfettario si avrà SOLO a partire dall’anno d’imposta successivo.
REGIME FORFETTARIO: IN ATTESA DELL’APPROVAZIONE DEL DECRETO
Abbiamo ben capito come il Ddl di bilancio 2023 si propone di cambiare la norma istitutiva del Regime Forfettario, semplicemente modificando la lettera del comma 54 dell’articolo 1, legge 190/2014.
Di conseguenza, se il Parlamento approverà la norma, a partire dal periodo d’imposta 2023 entrerà in vigore la nuova soglia che, presumibilmente, potrebbe riferirsi anche all’anno d’imposta precedente.
In termini pratici: si presume che nel 2023 potranno entrare o rimanere in forfettario i contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni che nell’anno precedente abbiano conseguito ricavi o percepito compensi non superiori a 85.000 €. Allo stesso modo, potrebbe essere che nel 2023 sia concesso l’accesso al forfettario per chi nel 2022, in regime ordinario, abbai avuto ricavi inferiori a 85.000€.
Preme sottolineare che solo al momento della definitiva approvazione dell’attuale disegno di legge sarà possibile dare certezza anche a quest’ultimo punto. Al momento, resta una “presunzione”.
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