Regime Forfettario Tassazione: come calcolare la base imponibile?

REGIME FORFETTARIO TASSAZIONE

REGIME FORFETTARIO TASSAZIONE: COME SI CALCOLA LA BASE IMPONIBILE? COSA SI INTENDE PER COSTI A FORFEIT E COEFFICIENTE DI REDDITIVITA’?

Il Regime Forfettario, anche conosciuto come “regime di vantaggio”, rappresenta il regime naturale delle persone fisiche che esercitano un’attività di impresa arte o professione in forma individuale. La sua nascita si deve alla  Legge di Stabilità 2015: da allora, nonostante il regime forfettario abbia subito delle leggere modifiche, negli anni ma rimasto sempre quello maggiormente scelto dai neo imprenditori, proprio perché particolarmente vantaggioso rispetto agli altri regimi fiscali attualmente regolamentati dal sistema giuridico italiano.
Una delle sue più importanti caratteristiche risiede nella modalità di calcolo della cd. Base imponibile in quanto, diversamente dagli altri regimi, è richiesto l’utilizzo di un coefficiente di redditività – differente a seconda dell’attività svolta dal contribuente.
Dunque, cerchiamo di capire a quale Tassazione va incontro un professionista o un imprenditore che decide di aprire una partita iva in Regime Forfettario.

In questo articolo scopriremo:

  • Come calcolare i costi
  • Le modalità di determinazione della base imponibile
  • La Tassazione prevista per il Regime Forfettario e le sue imposte
  • Le aliquote contributive Inps
  • La nuova soglia di fatturato

 

Ascolta “Regime Forfettario 2023: cosa cambierà?” su Spreaker.

REGIME FORFETTARIO TASSAZIONE: COME CALCOLARE I COSTI

Abbiamo già avuto modo di parlare dei requisiti e delle cause ostative l’accesso al Regime fiscale Forfettario (Regime Forfettario 2023: tutte le novità!).

In tal sede porgeremo lo sguardo sulle modalità di Tassazione previste per il Regime Forfettario ma, prima di farlo, è bene sapere che in Italia è possibile adottare diversi regimi fiscali: regime forfettario, regime semplificato e regime ordinario.
Ovviamente, la scelta del regime fiscale più adatto va fatta in funzione dell’attività da svolgere e dei principali costi da dover sostenere.
Concentriamoci, adesso, sul regime forfettario!

I COSTI A FORFEIT

Il termine forfettario fa riferimento ai costi potenzialmente sostenuti nello svolgimento di un’attività d’impresa o professionale. Difatti, i costi nel regime forfettario, vengono calcolati proprio a forfait.

Seguendo quale equazione?

Per comprendere la Tassazione prevista nel Regime Forfettario è utile partire dai “codici ateco” iscritti al momento dell’apertura della partita iva; ogni codice ateco ha uno specifico “coefficiente di redditività”.

Moltiplicando il fatturato realizzato nell’anno per il coefficiente di redditività, si determina il reddito imponibile sul quale calcolare l’imposta da pagare – che può essere del 5% per i primi anni di attività e del 15% per i successivi.

Quindi, in termini pratici, come andrà calcolato il reddito imponibile (o base imponibile) nel regime forfettario?

Supponiamo di svolgere un’attività di commercio online (codice ateco 47.91.10), il cui coefficiente di redditività è pari al 40%.
Si presuma, poi, di avere un fatturato pari a 1.000€.
Ebbene: moltiplicando il coefficiente di redditività per il fatturato annuo avremo una base imponibile pari a 400€ (1.000€ * 40%) –  ciò vuol dire che solo 400€ saranno assoggettati ad imposta sostitutiva del 5% o del 15%.

Di seguito, una tabella riportante i coefficienti di redditi per categoria di codice ateco.

REGIME FORFETTARIO TASSAZIONE: I CONTRIBUTI INPS

Poniamo, ora lo sguardo, su un altro aspetto della Tassazione del Regime Forfettario: i contributi previdenziali Inps.

Il neo imprenditore, se ricopre la figura di artigiano o commerciante, dove essere iscritto alla Gestione Inps artigiani e commercianti, salvo che non sia anche lavoratore dipendente (con almeno 30 ore settimanali). L’iscrizione a tale Gestione comporta il pagamento di contributi fissi di importo pari a 627€ – o 980€ se si decide di non beneficiare della riduzione del 35% prevista per gli imprenditori in Regime Forfettario.
I contributi devono essere versati su base trimestrale attraverso il modello F24, nelle cifre suddette, a copertura di un reddito imponibile (cd. Reddito minimale INPS) definito annualmente con la Legge di Bilancio – e che, per il 2022, è stato aumentato a 16.243€.
Qualora il reddito sia superiore a tale soglia, l’imprenditore è chiamato a versare in sede di dichiarazione dei redditi una maggiorazione contributiva – anche in tal caso, la Legge di Bilancio annuale definisce l’aliquota da applicare all’imponibile eccedente il minimale, che per l’anno 2022 è pari al 24,48%.

Discorso diverso riguarda il contribuente con partita iva esercente un’attività professionale: in tal caso, la gestione Inps di competenza è la Gestione Separata, che richiede il versamento di una quota pari al 26,23% del reddito imponibile derivante da Partita Iva.
Attenzione! Se, contestualmente, il prestatore d’opera è anche lavoratore subordinato, percepisce un reddito pensionistico o esercita una seconda attività per la quale è richiesto il versamento contributivo fisso, l’aliquota diminuisce al 24%.

 

REGIME FORFETTARIO TASSAZIONE: LA NUOVA SOGLIA DI FATTURATO

Prima di concludere, è bene evidenziare una delle più importanti novità che il Regime Forfettario avrà per l’anno d’imposta 2023.
Mi riferisco alla modifica della soglia di fatturato annuo, superata la quale vi è l’esclusione dal regime forfettario.

Nel merito, appare doveroso specificare che se da un lato è ben chiaro che la soglia dei 65.000 € (che prevede la fuoriuscita dal forfettario a partire dall’anno successivo)  verrà sostituita dalla soglia degli 85.000 €, da altro lato è da far presente l’introduzione di un ulteriore limite “antievasione” pari a 100.000 €, che può decretare la perdita o meno del regime forfettario nel corso dello anno d’imposta (senza attendere il suo termine).

Mi spiego meglio!

La disciplina attuale prevede che, in caso di superamento della soglia dei 65.000 €, l’imposta del 15% o del 5% vada calcolata ed applicata su tutto il reddito, anche se questo dovesse raggiungere numeri alti (come, ad esempio, 200.000 €).
Dal 2023 questo meccanismo subirà un’importante variazione, ovvero: la partita iva che raggiungerà compensi o ricavi superiori a 100.000 € uscirà dal regime forfettario già nell’anno in corso. Dal giorno dopo sarà tenuta a fatturare con IVA e a tenere la contabilità semplificata.
Di converso, in caso di superamento della nuova soglia degli 85.000 € restando, però, al di sotto dei 100.000 €, la perdita del regime forfettario si avrà SOLO a partire dall’anno d’imposta successivo.

 

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