Regime Forfettario 2023: tutte le novità!

REGIME FORFETTARIO 2023

REGIME FORFETTARIO 2023: QUALI SONO I CAMBIAMENTI RIGUARDO IL LIMITE DI FATTURATO? ESISTONO ANCORA DELLE CAUSE DI ESCLUSIONE E DI ACCESSO AL REGIME?

La Legge di Stabilità 2015, ormai da molti conosciuta, ha introdotto il Regime fiscale Forfettario destinato agli operatori economici di ridotte dimensioni.
Applicabile dunque dal 1° gennaio 2015, tale regime è stato successivamente modificato dalla Legge di Stabilità 2016 ai sensi della quale, a differenza del regime ordinario, erano (e sono) previste rilevanti semplificazioni sia ai fini IVA che ai fini contabili, nonché la possibile determinazione forfettaria del reddito da assoggettare ad un’unica imposta sostituiva.
Il Regime Forfettario rappresenta il regime naturale delle persone fisiche che esercitano un’attività di impresa, arte o professione in forma individuale, purché in possesso dei requisiti stabiliti dalla legge.
Dunque, cerchiamo di capire chi può accedere al Regime Forfettario e quali sono le cause di esclusione, i requisiti e le novità previste per il 2023.

In questo articolo scopriremo:

  • I requisiti e le cause ostative del Regime Forfettario dal 2023
  • I limiti temporali e le aliquote del 5 e del 15%
  • L’obbligo della fatturazione elettronica
  • Le modifiche inerenti le soglie di fatturato

 

Ascolta “Regime Forfettario 2023: cosa cambierà?” su Spreaker.

REGIME FORFETTARIO 2023: I REQUISITI E LE CAUSE OSTATIVE

Come già anticipato, il Regime fiscale Forfettario prevede un regime di tassazione sostitutivo all’IRPEF, destinato alle persone fisiche interessate ad esercitare attività d’impresa o professionale.
È bene sapere che per accedere al Regime Forfettario a partire dall’anno d’imposta 2023, l’esercente non deve aver conseguito nel 2022 compensi derivanti da attività imprenditoriale o professionale superiori a 65.000 € né aver sostenuto spese maggiori a 20.000 € lordi per retribuire lavoratori dipendenti e/o collaboratori.

Ma non solo.

La normativa, oltre a definire i requisiti utili ad accedere al regime forfettario, ha posto anche delle cause ostative.
Dunque, non potranno accedere al Regime Forfettario:

  • Gli imprenditori che si avvalgono di regimi speciali IVA;
  • I non residenti sul territorio nazionale (ad eccezione di coloro che risiedono in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo e che producano in Italia almeno il 75% del reddito complessivamente realizzato);
  • Coloro che ricoprono la carica di soci o associati presso società di persone, associazioni professionali o imprese familiari:
  • Coloro che controllano direttamente o indirettamente società di capitali esercenti attività economiche riconducibili a quelle svolte individualmente.

Infine, è precluso l’ingresso al regime di favor in due ulteriori casi:

  • Per i contribuenti intenzionati ad aprire una partita iva al solo scopo di prestare la propria opera nei confronti dell’ex datore di lavoro (o soggetti ad esso riconducibili);
  • Per coloro che, nell’anno precedente l’apertura della partita iva, abbiano percepito redditi da lavoro dipendente e/o assimilati di importo superiore a 30.000 € lordi.

CI SONO DEI LIMITI TEMPORALI?

Ancora oggi persistono dubbi circa l’esistenza o meno di limiti temporali oltre i quali non è permessa la permanenza nel Regime Forfettario.

Ebbene: nel rispetto dei requisiti suddetti, è possibile rimanere nel regime di vantaggio per l’intera durata dell’attività professionale o d’impresa.

L’unico limite temporale da conoscere riguarda l’imposta da applicare al reddito imponibile!

Difatti, anche a decorrere dall’anno d’imposta 2023, i contribuenti soggetti al Regime Forfettario sono obbligati a pagare un’imposta sostitutiva “standard” pari al 15%. In taluni casi, per i primi (e soli) 5 anni di attività, questa aliquota può essere ridotta al 5%. Successivamente, ovvero dal sesto anno in poi, l’aliquota standard del 15% prende il posto di quella ridotta.

Ovviamente, la disciplina riporta i casi in ossequio ai quali è possibile godere di una aliquota così bassa; e nello specifico, quando:

  • L’imprenditore, nei tre anni precedenti l’apertura della partita iva, non abbia svolto altra attività d’impresa (anche in forma associata o familiare);
  • Il business da svolgere con la partita iva non sia la mera continuazione di un’attività già svolta in precedenza (sia come autonomo che come dipendente).

 

REGIME FORFETTARIO 2023: SOGLIA DI FATTURATO E FATTURAZIONE ELETTRONICA

Sono due le più importanti novità interessate al Regime Forfettario per l’anno d’imposta 2023.
Vediamole di seguito.

FATTURAZIONE ELETTRONICA

La misura approvata dal Consiglio dei Ministri in data 13 aprile 2022, contenuta nel DL n. 36/2022, ha sancito l’obbligo di emissione delle fatture elettroniche per i soggetti in regime forfettario, con decorrenza dal 1° luglio 2022.
In sede di prima applicazione, l’obbligo riguarda solo i titolari di partita iva che nell’anno precedente abbiano raggiunto fatturati pari o superiori a 25.000 €. Di converso, il decreto ha statuito l’esonero dall’obbligo di fatturazione elettronica per i soggetti in regime forfettario con fatturati inferiori a 25.000 € – per i quali pare che l’obbligo decorrerebbe a partire dal 1° gennaio 2024.

MODIFICA DELLA SOGLIA DI FATTURATO ANNUO

La modifica della soglia di fatturato annuo, il cui superamento prevede l’esclusione dal regime forfettario.
Qui c’è da fare, però, una distinzione di vitale importanza. Difatti, se da un lato appare ben chiaro che la soglia dei 65.000 € (che prevede la fuoriuscita dal forfettario a partire dall’anno successivo)  verrà sostituita dalla soglia degli 85.000 €, da altro lato è da far presente l’introduzione di un ulteriore limite “antievasione” pari a 100.000 €, che può decretare la perdita o meno del regime forfettario nel corso dello anno d’imposta (senza attendere il suo termine).

Mi spiego meglio!

La disciplina attuale prevede che, in caso di superamento della soglia dei 65.000 €, l’imposta del 15% o del 5% vada calcolata ed applicata su tutto il reddito, anche se questo dovesse raggiungere numeri alti (come, ad esempio, 200.000 €).
Dal 2023 questo meccanismo subirà un’importante variazione, ovvero: la partita iva che raggiungerà compensi o ricavi superiori a 100.000 € uscirà dal regime forfettario già nell’anno in corso. Dal giorno dopo sarà tenuta a fatturare con IVA e a tenere la contabilità semplificata.
Di converso, in caso di superamento della nuova soglia degli 85.000 € restando, però, al di sotto dei 100.000 €, la perdita del regime forfettario si avrà SOLO a partire dall’anno d’imposta successivo.

 

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  1. Salve, desidero ricevere una consulenza gratuita in merito al regime forfettario:

    1) Quali sono i costi con il vostro studio per una tenuta contabile in regime forfettario?

    2) Attività artigiana ventennale di Parrucchiera che vuole passare a regime forfettario è possibile ?

    in attesa cordialità
    Massimiliano

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