
MANCANZA DI LAVORO? ECCO DELLE IDEE PER METTERSI IN PROPRIO
Sono molte le persone alle quali vengono in mente idee per mettersi in proprio a causa della mancanza di lavoro, ma prima di lanciarsi nell’attività imprenditoriale è bene avere un’idea di quali siano i costi da sostenere e le procedure burocratiche. A conti fatti mettersi in proprio non sempre conviene, ma se si riesce a trovare l’idea giusta il successo ripagherà dai sacrifici iniziali. È impossibile cominciare a guadagnare immediatamente con un’attività in proprio, a meno che non si abbia eccezionale fortuna ad individuare il trend del momento che comunque potrebbe cessare in ogni istante. A parte l’idea, che è fondamentale per avere successo, qualunque tipo di attività imprenditoriale avrà delle spese. Ci sarà da fare anche una serie di adempimenti burocratici non semplicissimi, al punto che conviene affidarsi ad un buon commercialista sin dall’inizio. Quando non si è esperti di contabilità e finanza si rischia di perdere troppo tempo ad imparare le leggi e a recarsi presso uffici ed enti pubblici per attuare tutte le pratiche necessarie all’apertura della partita Iva. Ma quali sono le idee per mettersi in proprio migliori in questo periodo? Come aprire una start-up? Innanzitutto start-up è un termine che inizialmente era riferito esclusivamente alle aziende operanti nel settore delle nuove tecnologie, ma oggi il significato è più ampio. Generalmente significa un tipo di azienda collegata ad un nuovo modo di fare affari, diverso dal tipo tradizionale. Le start-up innovative non si devono confondere con le PMI innovative, anche se hanno alcune caratteristiche in comune. Il primo tipo di azienda è disciplinato dal decreto legislativo numero 179 del 2012 denominato “Misure urgenti per la crescita del paese”, che ne parla dall’articolo 25 all’articolo 32, mentre le PMI innovative sono regolamentate dal decreto legge n. 3 del 24 gennaio 2015, denominato “Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti”. All’articolo 4 si parla di PMI, ovvero piccole e medie imprese innovative.
SE L’IDEA E’ BUONA VALE LA PENA DI PROVARCI
Quando le idee per mettersi in proprio sono buone vale la pena provare a lanciarsi sul mercato. Nonostante il periodo di crisi che non accenna a diminuire, chi ha delle idee imprenditoriali di valore ha qualche speranza di avviare un’attività di successo. Ormai tutti i settori del commercio tradizionale sono saturi e l’attività di mettere un negozio on-line è inflazionata. Anche i rivenditori fisici hanno un proprio spazio Web perché i tempi sono cambiati già da qualche anno. L’unico modo per riuscire ad avviare un’attività remunerativa è puntare sulla qualità, oppure su qualcosa di molto conveniente dal punto di vista economico inerente alla tecnologia. Certamente le pubblicità che vengono fatte su Internet di persone che guadagnano milioni di euro lavorando due ore al giorno sono del tutto fuorvianti e non bisogna mai lasciarsi incantare da proposte talmente convenienti da sembrare incredibili. Si tratta molto spesso di truffe, perché sin da quando è nata, la rete Internet è stata presa d’assalto da truffatori di ogni genere che promettono di fare tanti soldi aprendo nuove attività che in realtà non esistono. L’idea di fare soldi on-line è da scartare, a meno che non si sia disposti a rischiare moltissimo. Qualche persona che lavora in proprio da casa ed ha avuto un’idea interessante che sta avendo successo di sicuro esiste, ma sono casi isolati da prendere come eccezioni alla regola. La norma vuole che sempre e comunque per fare dei soldi si debba faticare, a maggior ragione se si decide di mettersi in proprio, accollandosi tutte le responsabilità di un eventuale fallimento. Le uniche idee che possono avere qualche speranza di successo sono basate sulla tecnologia, sui metodi particolarmente convenienti inerenti ad Internet, alla telefonia e alle applicazioni per i telefonini. Il trend del momento è lo smartphone, ma non è consigliabile lanciarsi nella rivendita di telefoni cellulari, perché ci hanno già pensato molte persone e la possibilità di avere successo è assai remota. La tecnologia è appannaggio dei cinesi e le uniche idee con qualche speranza sono legate alla possibilità di trovare dei punti d’appoggio all’estero e fare import export di prodotti tecnologici. Volendo passare da un grossista italiano è praticamente impossibile riuscire perfino a rimborsare le spese per la gestione dell’attività. Gestire un’attività comporta sempre e comunque delle spese vive, perché l’iscrizione alla Camera di Commercio e il pagamento delle tasse sono sempre dovuti, indipendentemente dai guadagni. Nonostante le agevolazioni per le nuove imprese innovative e l’imprenditoria giovanile, le spese ci sono sia che si guadagnino dei soldi sia che si abbiano solamente delle uscite.
COME APRIRE UNA NUOVA IMPRESA
Ma come bisogna fare materialmente per avviare una nuova attività imprenditoriale? Innanzitutto bisogna aprire la partita Iva qualunque sia il tipo di azienda che si vuole creare. Una ditta individuale, un lavoratore autonomo o una qualunque società, devono essere identificate dal punto di vista fiscale dall’Agenzia delle entrate per applicare le tasse. La partita Iva non ha un costo, sebbene comporti molte spese nel breve e lungo periodo. Chi è all’inizio dell’attività imprenditoriale non avrà troppi soldi da investire quindi può fare tutte le procedure burocratiche per aprire una nuova attività da solo. Alcuni commercialisti propongono ai nuovi clienti di aprire gratuitamente la partita Iva e questo può essere un vantaggio se si è digiuni di fisco e burocrazia, perché imparare da zero tutte le pratiche fiscali comporterà una notevole spesa di tempo e impegno. Per aprire la partita Iva basta andare in un ufficio dell’Agenzia delle Entrate oppure operare tramite Internet scaricando il modulo dal sito dell’Agenzia, compilarlo e consegnarlo poi all’ufficio fisico più vicino. Oltre alla partita Iva bisogna iscriversi alla Camera di commercio della provincia nella quale avrà sede legale l’attività lavorativa; l’iscrizione alla Camera di Commercio è obbligatoria per le ditte individuali, facoltativa per i lavoratori autonomi ed ha un costo di circa 100 euro l’anno. I nuovi imprenditori devono anche pagare i contributi Inps in quattro rate annuali, il 16 maggio, il 16 agosto, il 16 novembre e il 16 febbraio dell’anno seguente. In base al reddito dichiarato ci potrebbe essere un’aggiunta che e viene calcolata in percentuale se questo supera un limite minimo. L’apertura della partita Iva rende automaticamente obbligatoria la dichiarazione dei redditi e dunque il pagamento delle tasse calcolate in base alle entrate.
UN INVESTIMENTO MINIMO E’ NECESSARIO
Non è possibile pensare di aprire una nuova attività senza avere un minimo di capitale da spendere. Nemmeno l’idea più geniale può avere speranza di successo senza investimenti. Per iniziare con il piede giusto la cosa migliore è preventivare una certa somma che potrà fruttare dei guadagni o andare completamente persa, perché anche solamente per fare la dichiarazione dei redditi ci sono dei costi da sostenere anche se alla fine viene fuori che si è in credito con lo Stato. Il regime fiscale scelto per la propria azienda è molto importante e sarà in base a questo che verranno applicate le tasse. Tra i regimi più gettonati per chi inizia c’è quello forfettario, che in certi casi è soggetto a tassazione sostitutiva del 5% sul reddito totale. Questo regime non è soggetto a tassazione Irpef, Irap, Iva, non c’è obbligo di essere soggetti agli studi di settore e basta semplicemente conservare le fatture registrate e numerate.