
PER LO SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITA’ DI HOME STAGER SERVE LA PARTITA IVA? QUAL E’ IL CODICE ATECO DA UTILIZZARE?
Negli ultimi anni, sia lo scenario italiano che internazionale ha visto il fiorire di molteplici nuove attività in vari ambiti professionali, come quello immobiliare.
Hai mai sentito parlare di Home Staging?
Nata negli anni ’80 in America, l’home staging è l’arte di preparare un immobile per scopi di vendita o di affitto. Difatti, l’Home Stager è proprio colui che si dedica all’allestimento di un ambiente al fine di esporlo al cliente, potenzialmente interessato ad acquistarlo o ad affittarlo per un tempo limitato.
Dunque, un’attività professionale a tutti gli effetti, per il cui svolgimento è richiesta l’apertura di una Partita Iva.
In questo articolo scopriremo:
- Come diventare un Home Stager
- Quando è obbligatorio aprire una Partita Iva da Home Stager
- I tre regimi fiscali e le loro caratteristiche
HOME STAGER E PARTITA IVA: COME DIVENTARE UN HOME STAGER?
Ad oggi non esiste un Albo dedicato all’attività di Home Staging. Certo, questa particolare professione richiede competenze in svariati ambiti – design d’interni, decorazione, fotografia – ma non per forza colui che decide di addentrarsi in questo nuovo mondo lavorativo deve figurare come architetto. Anzi, a differenza delle altre professioni che si occupano di arredare spazi immobiliari per accontentare chi già ci vive, l’Home Stager si impegna nell’immaginare e realizzare nuovi ambienti per soddisfare le esigenze di potenziali acquirenti.
Ciò significa che l’Home Stager non deve né può limitarsi alla sola conoscenza delle tecniche di arredo e progettazione degli spazi, ma deve anche studiare il mercato immobiliare e conoscere il target di riferimento.
HOME STAGER E PARTITA IVA: E’ OBBLIGATORIO APRIRE P.IVA?
Per svolgere l’attività di Home Stager è necessario essere titolare di una Partita IVA, con inquadramento da libero professionista. Il codice ateco rivelante tale professione è il 74.10.90, ubicato “Altre attività di design”.
Ma quale sarà la Partita Iva che un Home Stager dovrà aprire?
In termini di regime fiscale, l’ordinamento giuridico prevede tre regimi:
- il regime forfettario
- il regime semplificato (al quale sono interessate le ditte individuali e le società di persone)
- il regime ordinario
IL REGIME FORFETTARIO
Il regime forfettario, anche detto “regime di vantaggio” è adatto ai neoimprenditori in quanto non solo prevede una gestione contabile particolarmente semplice, ma garantisce, soprattutto, il non addebito dell’iva in fattura.
L’Home Stager, titolare di Partita Iva in regime forfettario, vede assoggettare il proprio reddito imponibile ad un’imposta particolarmente bassa: del 15% in via ordinaria, del 5% in caso di “start up”; e la base imponibile – o reddito imponibile – viene calcolata a forfeit, ossia determinata da un coefficiente di redditività.
Cosa vuol dire?
Come anticipato, il codice ateco dell’Home Stager è il 74.10.90; dunque, il suo coefficiente di redditività è pari al 78%.
In tal caso, il reddito imponibile (oggetto di tassazione del 15 o de 5%) sarà pari al 78% del fatturato annuo. Ma non solo. Difatti, la base imponibile così come computata sarà protagonista anche di un ulteriore conteggio, ossia quello inerente i contribuenti previdenziali Inps la cui percentuale di calcolo è del 25,98%.
IL REGIME SEMPLIFICATO DELLE DITTE INDIVIDUALI E DELLE SOCIETÀ DI PERSONE
Il regime semplificato, proprio delle ditte individuali e delle società di persone, conserva due importanti differenze rispetto al regime forfettario: da una parte va ricordato che il professionista è chiamato ad addebitare l’Iva in fattura, da altra parte i costi sono detraibili/deducibili ma non in maniera “forfettaria”. In altri termini, le imposte da versare vengono calcolate seguendo una equazione molto semplice, ossia
“fatturato meno costi”.
Questo vuol dire che le tasse vengono pagate in ossequio al reale margine, ma sono molto più elevate rispetto a quelle prima viste nel regime forfettario in quanto, sia sul reddito del professionista in ditta individuale che su quello della società di persone, si applica l’IRPEF a scaglioni – più elevato sarà il reddito, maggiore saranno le tasse.
Di seguito, un tabella riepilogativa gli scaglioni IRPEF, aggiornata al 2022
IL REGIME ORDINARIO DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI
Il regime ordinario, proprio delle società di capitali, nonostante implichi il sostenimento di costi di gestione particolarmente elevati a causa dei complessi e molteplici adempimenti richiesti dalla normativa, permette di avere un’ottimizzazione fiscale di non poco conto. Difatti, la possibilità di inserire una serie di costi capaci di abbattere la base imponibile, vede come conseguenza il potenziale assoggettamento del fatturato ad un tax rate vantaggioso.
Non solo. E’ di vitale importanza considerare che le società di capitali prevede una limitata responsabilità patrimoniale e personale dei soci che ne fanno parte: in caso di debiti societari, infatti, i soci ne rispondono limitatamente alle sole quote possedute nella società.
HOME STAGER E PARTITA IVA: IL REGIME PIÙ CONVENIENTE
Come possiamo ben capire, in base al regime fiscale scelto dall’Home Stager interessato all’apertura di una Partita Iva, cambiano le tasse da pagare e gli adempimenti annuali da assolvere.
Il regime forfettario prevede tasse meno elevate nonché l’esonero dall’Iva in fattura. Il regime semplificato ed ordinario prevedono, invece, percentuali di tassazione più elevate (e, nel caso specifico delle società di capitali, una contabilità più complessa). È però possibile scaricare le spese sostenute durante l’anno: una differenza importante che può essere vantaggiosa per chi deve far fronte a molti costi.
Dunque, la scelta del regime fiscale più adatto alla propria attività dipende da molte variabili – dal fatturato annuo alle spese sostenibili, dal business da svolgere alle esigenze personali del professionista…
E’ sempre importante effettuare valutazioni minuziose e ponderate così da capire quale possa essere la strada migliore da percorrere
ed il regime fiscale più adatto alle esigenze del proprio business.
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