FTMO: Serve La Partita Iva?

ftmo serve la partita iva

FTMO: SERVE LA PARTITA IVA? SI PUÒ ASPETTARE AD APRIRLA? IN CASO DI DICHIARAZIONE DEI REDDITI COSA SI DEVE PRESENTARE? CHE TASSE SI PAGANO?

FTMO: Serve la partita IVA? Grazie allo sviluppo tecnologico che ha portato Internet, nel corso degli ultimi decenni è stata possibile la formazione e la creazione di attività e lavori legati alla tecnologia, che tempo fa non esistevano.

Uno di questi nuovi lavori è il Prop Trader, ovvero un professionista a cui viene data l’opportunità di gestire dei fondi, chiamati “Portafogli di investimento“, con lo scopo di investirli e di ottenere un guadagno. Chi è in possesso dei fondi che verranno gestiti dai Prop Trader? Le Prop House o Proprietary Firm. Quando andiamo a parlare di FTMO, facciamo riferimento ad una delle più grandi Prop House al momento, nonché una delle più note.

Una volta che viene ottenuto il guadagno, come si giustifica? E in dichiarazione dei redditi bisogna segnalare il compenso ottenuto?

In questo articolo scopriremo:

  • Chi è e cosa svolge il Prop Trader
  • Quando è necessario aprire la partita IVA?
  • Inquadramento del Prop Trader e i regimi fiscali adattabili
  • Il codice ateco da utilizzare per l’apertura dell’attività

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CHI E’ E COSA SVOLGE IL PROP TRADER?

Il Prop Trader, come detto in precedenza, è un professionista, che ha come finalità della sua occupazione l’ottenimento di un guadagno, derivante dalla gestione di fondi di terzi, chiamati Prop House.

L’obiettivo della Prop House è invece quello di interagire con dei risparmiatori che vogliono interagire con loro, andando a investire i capitali che offrono.

Possiamo quindi comprendere che il vero rapporto di investimento avviene tra investitori finali, ( risparmiatori) e le Proprietary Firm. Il Prop trader funge solamente da tramite per la gestione dei portafogli delle Prop House che i risparmiatori finali vogliono investire, e fanno riferimento esclusivamente alla Prop House, e non a coloro che vogliono investire i fondi.

CHE DIFFERENZA C’È TRA PROP TRADER E CONSULENTE FINANZIARIO?

Consolidando che la Prop House ha la possibilità di fare riferimento ai Prop Trader per la gestione dei portafogli di investimento di proprietà dei risparmiatori finali, possiamo affermare anche che il Prop Trader ha solamente contatti con la Prop house, e con la quale stipula un contratto di collaborazione. Non ha invece nessun tipo di contatto con i risparmiatori finali.

Il Prop Trader non deve giustificare o prendersi la responsabilità degli utili o delle perdite conseguenti alla gestione dei portafogli, in quanto è la Prop House a esserne responsabile, proprio per il fatto che sono loro a dare i loro fondi da gestire.

Esiste allora una differenza tra Propr Trader  e consulente finanziario?

Sì, esiste. E per quanto abbiamo parlato anche in precedenza, risulta fondamentale distinguere le due professioni. Vediamola insieme:

  • il consulente finanziario affianca i clienti nel prendere decisioni di investimento, offrendo una consulenza personalizzata che mira ad aiutarli nel raggiungimento dei loro obiettivi attraverso la creazione e la gestione di un piano finanziario;
  • il Prop Trader utilizza tutti gli strumenti messi a disposizione dalla Prop House per gestire portafogli di investimento, con l’obbligo di operare nel rispetto delle condizioni e delle regole stabilite dalla Prop House, e utilizzando una piattaforma i cui ordini sono sempre approvati e vagliati dalla Prop House stessa.

Essendo una professione nata negli ultimi anni, non sono ancora state spiegate le caratteristiche della professione dal punto di vista legale. Risulta evidente però, che osservando la differenza sostanziale con il consulente finanziario, non è necessaria l’iscrizione all’Albo Unico dei Consulenti Finanziari. 

 

QUANDO È NECESSARIO APRIRE LA PARTITA IVA?

Ogni attività professionale ha la possibilità di essere gestita e non avendo la partita IVA attiva, solamente nel momento in cui l’attività viene svolta occasionalmente, quindi senza una subordinazione lavorativa e senza un’organizzazione lavorativa. Se l’unica fonte di guadagno, o la maggior parte del guadagno, risulta generarsi dall’attività da Prop Trader, allora verrà considerata come una attività continuativa, quindi a tutti gli effetti un’attività professionale. Sarà quindi obbligatorio aprire la partita IVA.

Ogni guadagno che si ottiene deve essere rispettivamente tassato. Il potenziale guadagno dell’attività del Prop Trader è ingente, ma prima è necessario comprendere gli obblighi a cui devono essere sottoposti Il Prop Trader, grazie alla sua attività di gestione di portafogli di investimento, può aspirare a guadagni davvero importanti che

Per comprendere quali siano gli obblighi impositivi che deve rispettare un Prop Trader che lavora per FTMO cerchiamo di capire, prima di tutto, se sia o meno necessaria l’apertura di una Partita Iva.

ATTENZIONE: LIMITE DI 5.000€

Se si pensa che un’attività che non raggiunge un fatturato di 5.000 euro debba essere considerata come prestazione occasionale, vi sbagliate.

La prestazione lavorativa occasionale trova luogo solamente quando non c’è la continuità e la professionalità che un’attività professionale invece ha. Quando queste caratteristiche non rientrano nella prestazione svolta, che vengano superato il limite di 5.000 euro o no, il lavoratore deve necessariamente aprire la partita IVA, e scegliere il tipo di regime fiscale appropriato secondo le condizioni personali e lavorative.

Per concludere l’argomento, sì, è necessario aprire la partita iva se si vuole intraprendere l’attività di Prop Trader.

 

INQUADRAMENTO DEL PROP TRADER E I REGIMI FISCALI ADATTABILI

Il Prop Trader ha un inquadramento da libero professionista.

Secondo il nostro ordinamento giuridico, l’apertura della partita iva consente di essere accompagnata da uno dei tre regimi fiscali disponibili:

  • regime forfettario
  • regime semplificato
  • regime ordinario

 

REGIME FORFETTARIO

Chiamato anche “regime di vantaggio” per la sua caratteristica fondamentale di diminuire fino al 5% l’imposta sul reddito, in caso di nuova attività o in caso di start-up, calcolata sulla base imponibile determinata da un coefficiente di redditività, il regime forfettario è il miglior regime fiscale per tutti coloro che hanno intenzione di interfacciarsi per la prima volta con un’attività imprenditoriale. La sua principale caratteristica è appunto la semplicità della gestione contabile, e il fatto che garantisce di non addebitare l’IVA in fattura.

REGIME SEMPLIFICATO

Nel regime semplificato, adatto a delle ditte individuali e alle società di persone, incontriamo due differenze distinte al regime forfettario:

  • è richiesto l’addebito dell’Iva in fattura,
  • il professionista può dedurre/detrarre i costi NON in maniera “forfettaria”.

Le imposte da versare si calcolano seguendo l’equazione “fatturato meno costi”, siccome si tassa solamente il margine reale. Le tasse che vengono sostenute nel regime semplificato, nei confronti del regime forfettario, seguono un’imposta progressiva IRPEF, che parte dal minimo al 23%, per arrivare ad un massimo di 43%. Per imposta progressiva si intende che più i guadagni sono elevati, maggiori saranno le tasse da pagare su quegli stessi guadagni.

REGIME ORDINARIO

Il regime ordinario è richiesto per la costituzione delle società di capitali e presenta degli svantaggi e vantaggi molto importanti:

  • come svantaggio c’è il sostenimento di costi di gestione molto elevati, a causa principalmente della normativa degli adempimenti connessi ad essa;
  • come vantaggi c’è invece l’ottimizzazione fiscale che ha come conseguenza la possibilità di avere un tax rate molto vantaggioso, e la limitata responsabilità dei soci, nei confronti dei potenziali debiti che andranno a ripiegarsi solamente sul patrimonio societario e non su quello personale dei soci.

 

IL CODICE ATECO DA UTILIZZARE PER APRIRE L’ATTIVITÀ

Nel momento in cui il Prop Trader decide di aprire una Partita Iva è tenuto a compilare ed inviare il modello AA9/12 presso l’Agenzia delle entrate, con indicazione del codice ateco da utilizzare.

Siccome, come detto anche in precedenza, non ci sono normative chiare e definite su come approcciarsi al Prop Trader, in termini di legge, a causa della poca conoscenza della professione e per il fatto di essere una nuova professione,  anche l’Agenzia delle Entrate non ha definito un codice ateco specifico per il Prop Trader. Possiamo però identificare il codice ateco maggiormente simile all’attività che svolge il Prop Trader, ovvero il 74.90.99, il quale indica “Altre attività professionali nca“.

Nel merito va, però, specificato che al momento non abbiamo alcun chiarimento ufficiale da parte dell’Agenzia delle entrate circa il codice ateco che un Prop Trader debba utilizzare. Con ogni probabilità sembra possibile affermare che il codice maggiormente vicino alla sua attività professionale sia il 74.90.99, “Altre attività professionali nca”.

 

 

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