
CRIPTOVALUTE E FISCO ITALIANO: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE SUL LORO TRATTAMENTO IN ITALIA!
Come si trattano le criptovalute nel fisco italiano? Quali sono gli aspetti fiscali da considerare una volta che si è in possesso di esse? Quali sono le tasse da pagare se si è detentori di criptovalute? Devono essere inserite nella dichiarazione dei redditi?
In questo articolo ti spiegheremo:
- cosa sono le criptovalute
- se le criptovalute sono tassabili, e in quali casi
- che cosa si tassa delle criptovalute
- il quadro RT: la dichiarazione in caso di tassazione e plusvalenza
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COSA SONO LE CRIPTOVALUTE?
Se sei nuovo nel mondo delle Criptovalute, e vuoi cominciare a capire come funzionano, partiamo col sapere che cosa sono. A livello fiscale, le criptovalute sono equiparate alle valute estere, quindi come se fossero dollari, yen, ecc.
L’Agenzia delle Entrate afferma, nella risoluzione 72/E del 02/09/2016, che: “Le cripto sono valute estere e il wallet è equiparato ad un conto corrente”.
Ai fini della dichiarazione e dell’eventuale calcolo delle tasse, bisogna tenere conto sia delle valute virtuali, ovvero le criptovalute, sia delle valute fiat, ovvero il classico denaro estero. Inoltre, bisogna considerare tutte queste valute, che possono essere detenute ovunque, dai conti correnti ai wallet, piuttosto che gli exchange.
LE CRIPTOVALUTE SONO TASSABILI? SE SÌ, IN QUALI CASI?
Bisogna verificare successivamente se la compravendita delle criptovalute sia tassabile oppure no. La risposta è sì, ma non sempre. Bisogna superare due limiti particolari per essere tassate: un limite quantitativo, e un limite temporale.
- limite quantitativo: è necessario avere investito cifre superiori a € 51.645,69.
- limite temporale: è necessario superare il limite quantitativo indicato sopra, nell’arco di un anno per un periodo di 7 giorni lavorativi consecutivi, eliminando le domeniche e i festivi, mantenendo il sabato.
Per calcolare il limite quantitativo è necessario identificare il valore della valuta per il primo giorno disponibile dell’anno.
Se consideriamo la valuta fiat, il cambio ci viene dato dalla Banca Centrale d’Italia, la quale pubblica un report il 2 gennaio e ci dice che per ogni valuta al di fuori dell’euro c’è quel determinato cambio.
ESEMPIO. Detengo al 1 gennaio 1 bitcoin + 20.000 dollari . Il bitcoin al primo gennaio ha un valore di 46.258,84$. Facendo la media di due degli exchange più diffusi, il valore convertito è di €40.738,74. Al 3 gennaio invece, la Banca Centrale d’Italia ci mostra il cambio dollaro/euro, quindi i 20 mila dollari vengono cambiati in €17.613,38. Facendo la somma dei due valori, si superano i €51.645.69, quindi abbiamo superano il limite quantitativo. Se si sono detenuti per più di sette giorni lavorativi, superando quindi anche il limite temporale, siamo nella situazione di poter tassare le nostre criptovalute.
CHE COSA SI TASSA DELLE CRIPTOVALUTE?
Viene tassata la differenza tra plusvalenza e minusvalenza, ovvero il risultato del guadagno meno la perdita.
Facciamo chiarezza sui termini:
- plusvalenza si ha quando si vende ad un prezzo superiore del costo d’acquisto
- minusvalenza si ha quando si vende ad un prezzo inferiore del costo d’acquisto.
Quando si verifica una plusvalenza con le criptovalute? Abbiamo tre possibilità:
- Con un prelievo, che è anche il metodo più diffuso
- la movimentazione tra valute estere/digitali. Generare un guadagno, una plusvalenza tassata nel momento in cui si convertono cripto in valute fiat, come il dollaro
- nel momento in cui si va a comprare bene o servizio con le criptovalute.
COME SI CALCOLANO PLUSVALENZE E MINUSVALENZE?
Per calcolare minusvalenze e plusvalenze si va a vedere la differenza del valore d’acquisto e il valore di vendita, prelievo o pagamento delle criptovalute. Se il valore d’acquisto è maggiore si avrà una minusvalenza, se invece è minore si avrà una plusvalenza.
Se si fanno più acquisti nel corso del tempo e si decide di fare una dismissione di criptovalute, bisogna applicare il metodo LIFO (Last In First Out). ciò significa che le criptovalute si disinvestono al valore delle più recenti che si sono acquistate. Diventa quindi fondamentale tenere traccia degli acquisti degli anni precedenti per il corretto calcolo della possibile plusvalenza. In caso di mancata ricostruzione corretta del valore delle criptovalute, si va a prendere il valore più basso dell’anno, quindi il cambio peggiore dell’anno e si calcoleranno con quel valore.
COME SONO TASSATI I GUADAGNI DELLE CRIPTOVALUTE?
Se il guadagno si è verificato superando i due limiti, quantitativo e temporale, c’è tassazione con imposta sostitutiva del 26% fisso (codice tributo 1100) pagato con f24.
Se il guadagno si è realizzato senza superare i limiti, non c’è tassazione sulle plusvalenze, ma non sono deducibili le minusvalenze per delle possibili plusvalenze future. Le perdite saranno perdute per sempre, non si potranno andare a recuperare per poter essere calcolate con le plusvalenze future.
IL QUADRO RT: LA DICHIARAZIONE IN CASO DI PLUSVALENZA
Nel caso in cui si ha una plusvalenza è necessario compilare il quadro RT della dichiarazione dei redditi, in particolare la sezione II.
Vediamo di seguito un esempio.
Al 01/01/2021 il Sig. Rossi ha 100 ETH con valore € 603,99 l’uno. Il 18 agosto 2021 acquista altri 100 ETH ad € 2.567,24 l’uno. Il 10 dicembre 2021 vende 50 ETH ad € 3.441,55 l’uno. Visto che ci sono stati acquisti in più tranche bisogna utilizzare il metodo Lifo, considerando come venduti gli eth acquistati il 18 agosto 2021.
La plusvalenza è così calcolata: il prezzo di vendita (50 eth * € 3.441,55 = € 172.078) meno il costo di acquisto (50 eth * € 2.567,24 = € 128.362). La plusvalenza è così pari ad € 43.716. La tassazione su questa plusvalenza viene tassata al 26%, quindi: € 43.716 * 26% = € 11.366
i indicare il venduto (172.078), nella seconda il costo di acquisto (128.362), la terza riga riguarda la differenza tra i precedenti due importi, e si genera in automatico dal software (43.716). Non vi sono minusvalenze, altrimenti se ne avessi avute dagli anni precedenti potevi indicarle in questa sezione e ridurre la plusvalenza attuale, pari in questo caso ad € 43.716. L’importo della plusvalenza si indicherà anche nella riga RT26, quale importo imponibile tassato. Nella riga RT27 si calcolerà l’imposta del 26% sull’importo sopra indicato. Infine, nella riga RT29 si riporterà l’imposta dovuta con il codice 1100.
Qui puoi trovare il link diretto alla pagina dell’Agenzia delle Entrate dedicata ad approfondire la compilazione del quadro RT della Dichiarazione dei redditi.
Se vuoi approfondire l’argomento “Criptovalute e fisco italiano” guarda questo video.
Giuliana
21 Aprile 2023 at 19:18
Buonasera
vorrei gentilmente chiederle se è possibile compensare minusvalenze (derivanti da fondi d’investimento) con plusvalenze generate da criptovalute
grazie
Adriana
26 Aprile 2023 at 11:22
Buongiorno,
se si tratta di plusvalenze e minusvalenze da inserire (entrambe, in base al tipo di reddito) nel quadro RT, si.