Bitcoin Crypto e Tasse: Cosa c’è Da Sapere?

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BITCOIN, CRYPTO E TASSE: SE SI DETENGONO I BITCOIN CI SONO DELLE TASSE DA PAGARE?

Bitcoin, crypto e tasse. In questo articolo andremo a capire insieme qual è la Tassazione prevista nel caso in cui si detengono Criptovalute e come bisogna procedere per compilare correttamente il quadro RW.

In questo articolo ti spiegheremo:

  • cosa sono le criptovalute
  • esistono delle tasse da pagare sui bitcoin
  • che cosa viene tassato delle criptovalute
  • il quadro RT: la dichiarazione in caso di plusvalenza

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COSA SONO LE CRIPTOVALUTE?

Se sei nuovo nel mondo delle Criptovalute, e vuoi cominciare a capire come funzionano, è fondamentale sapere che cosa sono. A livello fiscale, le criptovalute sono equiparate alle valute estere, quindi come se fossero dollari, yen, ecc.

L’Agenzia delle Entrate afferma, nella risoluzione 72/E del 02/09/2016, che: “Le cripto sono valute estere e il wallet è equiparato ad un conto corrente”.

Ai fini della dichiarazione e dell’eventuale calcolo delle tasse, bisogna tenere conto sia delle valute virtuali, ovvero le criptovalute, sia delle valute fiat, ovvero il classico denaro estero. Inoltre, bisogna considerare tutte queste valute, detenute ovunque, all’interno di conti correnti, di wallet, e considerare anche gli exchange.

ESISTONO DELLE TASSE DA PAGARE SUI BITCOIN?

Bisogna verificare successivamente se la compravendita delle criptovalute sia tassabile oppure no. La risposta è , ma non sempre. Bisogna superare due determinati limiti  per essere tassate: il limite quantitativo, e il limite temporale.

  • limite quantitativo: è necessario avere investito cifre superiori a € 51.645,69.
  • limite temporale: è necessario superare il limite quantitativo indicato sopra, nell’arco di un anno per un periodo di 7 giorni lavorativi consecutivi, senza contare le domeniche e i festivima mantenendo il sabato nel calcolo dei 7 giorni.

Per calcolare il limite quantitativo è fondamentale identificare il valore della valuta per il primo giorno disponibile dell’anno.

Se consideriamo la valuta fiat, il cambio ci viene dato dalla Banca Centrale d’Italia, la quale pubblica un report il 2 gennaio e ci dice che per ogni valuta al di fuori dell’euro c’è quel determinato cambio.

Vediamo un esempio in seguito.

Detengo al 1 gennaio 1 bitcoin + 20.000 dollari . Il bitcoin al primo gennaio ha un valore di 46.258,84$. Facendo la media di due degli exchange più diffusi, il valore convertito è di €40.738,74. Al 3 gennaio invece, la Banca Centrale d’Italia ci mostra il cambio dollaro/euro, quindi i 20 mila dollari vengono cambiati in €17.613,38. Facendo la somma dei due valori, si superano i €51.645.69, quindi abbiamo superano il limite quantitativo. Se si sono detenuti per più di sette giorni lavorativi, superando quindi anche il limite temporale, siamo nella situazione di poter tassare le nostre criptovalute.

CHE COSA SI TASSA DELLE CRIPTOVALUTE?

Viene tassata la differenza tra plusvalenza e minusvalenza, ovvero il risultato del guadagno meno la perdita.

Facciamo chiarezza sui termini:

  • plusvalenza si ha quando si vende ad un prezzo superiore del costo d’acquisto
  • minusvalenza si ha quando si vende ad un prezzo inferiore del costo d’acquisto.

Quando si verifica una plusvalenza con le criptovalute? Abbiamo tre possibilità:

  • Tramite un prelievo, che è anche il metodo più diffuso
  • Attraverso la movimentazione tra valute estere/digitali.
  • Nel momento in cui si va a comprare bene o servizio con le criptovalute.

COME VENGONO CALCOLATE PLUSVALENZE E MINUSVALENZE?

Per calcolare minusvalenze e plusvalenze si va a vedere la differenza del valore d’acquisto e il valore di vendita, prelievo o pagamento delle criptovalute. Se il valore d’acquisto è maggiore si avrà una minusvalenza, se invece è minore si avrà una plusvalenza.

Se si fanno più acquisti nel corso del tempo e si decide di fare una dismissione di criptovalute, bisogna applicare il metodo LIFO (Last In First Out). Questo vuol dire che le criptovalute si disinvestono al valore di quelle acquistate più recentemente. Diventa fondamentale tenere traccia degli acquisti degli anni precedenti per il corretto calcolo della plusvalenza. In caso di mancata ricostruzione corretta del valore delle criptovalute, si va a prendere il valore più basso dell’anno, quindi il cambio peggiore dell’anno e si calcoleranno con quel valore.

COME SONO TASSATI I GUADAGNI DELLE CRIPTOVALUTE?

Se il guadagno si è verificato superando i limiti quantitativo e temporale, c’è la tassazione con imposta sostitutiva del 26% fisso (codice tributo 1100) pagato con f24.

Se il guadagno si è realizzato senza superare i limiti, non c’è tassazione sulle plusvalenze, ma non sono deducibili le minusvalenze per delle possibili plusvalenze future. Le perdite saranno quindi perdute senza poterle andare a recuperare in modo da calcolarle con le plusvalenze future.

IL QUADRO RT: LA DICHIARAZIONE IN CASO DI PLUSVALENZA

Nel caso di una plusvalenza è obbligatorio compilare il quadro RT della dichiarazione dei redditi, nello specifico la sezione II.

Vediamo di seguito un esempio.

Al 01/01/2021 il Sig. Rossi ha 100 ETH con valore € 603,99 l’uno. Il 18 agosto 2021 acquista altri 100 ETH ad € 2.567,24 l’uno. Il 10 dicembre 2021 vende 50 ETH ad € 3.441,55 l’uno. Visto che ci sono stati acquisti in più tranche bisogna utilizzare il metodo Lifo, considerando come venduti gli eth acquistati il 18 agosto 2021.

La plusvalenza è così calcolata: il prezzo di vendita (50 eth * € 3.441,55 = € 172.078) meno il costo di acquisto (50 eth * € 2.567,24 = € 128.362). La plusvalenza è così pari ad € 43.716. La tassazione su questa plusvalenza viene tassata al 26%, quindi: € 43.716 * 26% = € 11.366

i indicare il venduto (172.078), nella seconda il costo di acquisto (128.362), la terza riga riguarda la differenza tra i precedenti due importi, e si genera in automatico dal software (43.716). Non vi sono minusvalenze, altrimenti se ne avessi avute dagli anni precedenti potevi indicarle in questa sezione e ridurre la plusvalenza attuale, pari in questo caso ad € 43.716. L’importo della plusvalenza si indicherà anche nella riga RT26, quale importo imponibile tassato. Nella riga RT27 si calcolerà l’imposta del 26% sull’importo sopra indicato. Infine, nella riga RT29 si riporterà l’imposta dovuta con il codice 1100.

IL QUADRO RT: LA DICHIARAZIONE IN CASO DI PLUSVALENZA

 

Qui puoi trovare il link diretto alla pagina dell’Agenzia delle Entrate dedicata ad approfondire la compilazione del quadro RT della Dichiarazione dei redditi.

Se vuoi approfondire l’argomento “Bitcoin, crypto e tasse” guarda questo video.

 

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