
L’idea di aprire una spaghetteria all’estero rappresenta, anche in senso letterale, un’appetibile prospettiva. In altri stati, la cucina italiana è vissuta infatti come un’eccellenza e gli spaghetti, insieme alla pizza, sono senza ombra di dubbio la pietanza più apprezzata.
Il fatto però che questa iniziativa di marketing possa avere un mercato sullo scenario internazionale non deve spingere a passi avventati.
Quella di aprire un’attività commerciale è una scelta importante, specie se relativa a qualcosa di complesso come tutto ciò che riguarda la preparazione e la distribuzione di cibo.
L’avvio di un locale richiede infatti un investimento iniziale, di solito cospicuo e una serie di spese che dovranno considerarsi di ordinaria amministrazione.
Inizialmente occorre coprire tutti quei costi relativi al disbrigo delle pratiche burocratiche per essere in regola all’avvio sia con lo stato estero che con quello italiano, poi occorre trovare dei locali per la preparazione e la distribuzione dei piatti e infine vanno noleggiati o acquistati i macchinari necessari.
Nella gestione ordinaria della spaghetteria andranno invece computati tutti i costi relativi all’eventuale affitto del locale e dei macchinari, le spese relative al consumo di acqua ed energia, il costo del personale, l’imposizione fiscale e, naturalmente, le spese di marketing.
QUALI TASSE SI DEVONO PAGARE PER APRIRE UNA SPAGHETTERIA ALL’ESTERO
Questa domanda apre innumerevoli scenari. Ogni stato prevede infatti un certo tipo di imposizione fiscale per imprese e persone fisiche, per cui è molto complicato tracciare un quadro completo ed esaustivo dell’argomento in poche righe.
É però importante innanzitutto essere consapevoli del fatto che bisognerà attenersi alle regole fissate da ogni nazione in materia fiscale e che avere un’azienda all’estero non sempre esenta dal pagamento delle tasse in Italia.
Un errore comune è infatti quello di pensare che basti andare via dalla nostra nazione per sottrarsi al fisco italiano. Non è detto però che ciò avvenga. C’è infatti un principio generale secondo cui chi è residente in uno stato paga le tasse in quello stato. Occorrerà quindi valutare attentamente secondo quale forma giuridica dovrà essere aperta la spaghetteria e in ogni caso bisognerà rifarsi alle specifiche convenzioni che l’Italia ha stipulato con altre nazioni per evitare che gli utili di un’impresa siano soggetti a doppia imposizione.
Oltre ad effettuare una stima delle tasse da pagare, in Italia e all’estero, è bene effettuare una più ampia stima dei costi che sono relativi alla burocrazia del paese in cui si vuole aprire la spaghetteria.
Nel nostro Paese le normative relative alle caratteristiche dei locali destinati alla preparazione e alla distribuzione dei cibi sono molto particolareggiate e ciò vuol dire che, per essere a norma, è necessario sostenere spese piuttosto alte.
All’estero, in funzione dello stato scelto, si dovranno rispettare altre regole e quindi i relativi investimenti potranno essere più o meno alti.
Bisognerà infine essere ben informati sul costo del lavoro e sulle prassi locali.
Ancora una volta occorre tenere presente che ogni cittadino è tenuto al versamento delle tasse nel paese in cui risiede. Se ad esempio si pensa di iniziare affidando la gestione della cucina a un cuoco italiano si dovrà effettuare una stima del costo del suo lavoro.
APRIRE E PROMUOVERE UNA SPAGHETTERIA ALL’ESTERO
Nel momento in cui si decide si aprire una spaghetteria all’estero, ai fini del marketing, potrebbe essere utile sfruttare fino in fondo l’italianità del prodotto.
La pasta scelta per preparare le pietanze potrebbe quindi essere prodotta in Italia così come i condimenti.
In questo caso bisognerà osservare le regole previste per l’esportazione dei prodotti dal nostro stato a quello in cui è collocata la spaghetteria.
Anche in tale ambito si aprono numerosi scenari. Le regole per l’import/export di prodotti tra stati dell’UE sono infatti diverse da quelle previsti per altri stati.
Andrà quindi stimata la convenienza di procedere con un’importazione delle materie prime dall’Italia confrontandola con una produzione in loco. Si potrebbe infatti decidere di produrre gli spaghetti freschi ed eventualmente acquistare in Italia solo i condimenti più più pregiati.
A proposito degli ingredienti bisognerà infine informarsi su eventuali normative da seguire per la redazione del menù. In linea generale, in Europa sono previste specifiche regole relative all’indicazione degli ingredienti, degli allergeni e al costo di ogni singola portata e del servizio. In altri paesi possono essere previste altre regole.
FARSI AFFIANCARE DA UN TEAM DI ESPERTI PER APRIRE UNA SPAGHETTERIA ALL’ESTERO
L’analisi effettuata finora può considerarsi generale, ma non esaustiva per chiarire dubbi specifici che si legano ad elementi che andranno a caratterizzare la singola attività.
La nazione in cui si desidera aprire la spaghetteria, il tipo di materie prime che si utilizzeranno, la forma giuridica avrà l’impresa, la nazionalità dei lavoratori dell’azienda nascente, sono solo alcuni degli elementi che andranno a incidere sui costi e sugli adempimenti burocratici necessari ad essere in regola.
Data la complessità del caso sarà quindi indispensabile rivolgersi ad un team di commercialisti esperti in grado di gestire correttamente tutti gli aspetti fiscali e burocratici del caso.