
La lavorazione artigianale del legno è un’arte antica che richiede un alto livello di perfezione, soprattutto, per distinguere le proprie creazioni, come i mobili, i pezzi artistici, le ringhiere, le scale, i pavimenti, gli utensili e gli infissi per le finestre e le porte, dai prodotti industriali in serie. A tal proposito, se ti stai chiedendo come aprire una falegnameria, magari perché hai lavorato a lungo presso una falegnameria oppure perché hai frequentato un corso professionalizzante e poi hai fatto un apprendistato come falegname, puoi approfondire la lettura dell’articolo. Inoltre, per ogni chiarimento sull’iter burocratico, sulla costituzione di una società, sulla sicurezza dei lavoratori, sul fisco e sui costi di gestione puoi rivolgerti ad uno studio di Dottori commercialisti di tua fiducia.
COME APRIRE UNA FALEGNAMERIA
Per chi desidera diventare un imprenditore o un’imprenditrice e, in particolare, aprire una falegnameria è molto importante avere volontà, praticità manuale, capacità di problem solving, passione, esperienza, preparazione, fiducia in se stessi e intraprendenza per cercare i clienti. Dunque, se vuoi aprire una falegnameria in proprio, sia per realizzare dei prodotti in legno su misura che per restaurare gli oggetti già esistenti, prima di tutto devi decidere se vuoi condividere i diritti e i doveri costituendo una società o se preferisci lavorare senza soci scegliendo la forma giuridica della ditta individuale. Inoltre, devi scegliere la zona dove operare, possibilmente vicino ai fornitori e sufficientemente lontano dalla concorrenza, e il target di clienti cui rivolgerti.
I PASSI PRINCIPALI PER APRIRE UNA FALEGNAMERIA
Nello specifico, i passi principali da seguire per aprire un’attività di falegnameria sono:
- aprire la partita IVA presso la Camera di Commercio territoriale e richiedere l’iscrizione dell’attività nel Registro delle Imprese artigiane;
- iscriversi alla gestione INPS rivolta agli artigiani ai fini della contribuzione previdenziale e assicurarsi contro gli infortuni presso l’INAIL;
- scegliere dei locali spaziosi, meglio se all’interno di un capannone periferico per non disturbare il vicinato con rumori e odori indesiderati, in cui installare i vari macchinari elettrici, le attrezzature professionali e le diverse qualità di legno indispensabili per fare il falegname. Fra i locali scelti, che devono rispettare le norme a livello sanitario, strutturale e antincendio, predisporre un ufficio in cui archiviare i documenti ed accogliere i clienti, un locale in cui realizzare un laboratorio per la lavorazione effettiva del legno, che sarà spesso polveroso a causa del taglio del legname, ed una stanza apposita da adibire a cabina dove effettuare le operazioni di rifinitura dei prodotti, come la laccatura e la verniciatura;
- contattare uno studio di Dottori commercialisti sia per farsi tenere la contabilità che per farsi aiutare nell’iter burocratico, fiscale e amministrativo ed ache nella compilazione di un business plan specifico per aprire una falegnameria;
- rivolgersi alle associazioni artigiane regionali a tutela degli imprenditori interessati a svolgere l’attività di falegname;
- assumere il personale dipendente e gli eventuali apprendisti e ottenere le autorizzazioni per la sicurezza sul lavoro;
- assolvere tutti gli adempimenti indicati dallo Sportello Unico per le Imprese per poter aprire una falegnameria, per esempio, inviando a tale sportello la domanda unica con marca da bollo da 16 euro;
- fare domanda per ottenere le autorizzazioni per le emissioni in atmosfera;
- realizzare la relazione tecnica dettagliata sulle fasi di lavorazione, sul numero dei dipendenti, sui luoghi dove si svolge l’attività artigiana e sugli scarichi delle acque reflue;
- farsi rilasciare la documentazione di impatto acustico relativa ai motori dei macchinari elettrici;
- effettuare la denuncia di messa a terra dell’impianto elettrico e ottenere il certificato per la prevenzione dagli incendi e il certificato sulla conformità dell’impianto elettrico;
- fornire la planimetria dei locali realizzata da un tecnico professionista;
- ottenere l’autorizzazione degli scarichi delle acque reflue e le autorizzazioni per le emissioni in atmosfera;
- fornire la copia dei contratti per lo smaltimento dei rifiuti speciali.
QUANTO COSTA APRIRE UNA FALEGNAMERIA
L’investimento per aprire una falegnameria, che dipende molto dalle nostre ambizioni e dalla scelta dei clienti, che possono essere privati cittadini, rivenditori o aziende del settore edilizio, parte da un minimo di 50.000 fino ad arrivare ad un massimo di circa 200.000 euro, secondo il caso. Ovviamente, è opportuno cercare dei finanziamenti per affrontare tale investimento, compresi quelli a fondo perduto regionali, statali o europei, considerando anche che il solo costo iniziale per l’iter burocratico si aggira intorno ai 5.000 euro.
Per fare un esempio, l’iscrizione alla Camera di Commercio ha un costo medio nazionale di circa 130 euro, la tassa di concessione governativa prevede un costo di 168 euro, inoltre, la camera di commercio ha costi annuali pari a circa 100 euro, per non parlare dei contributi previdenziali INPS che partono da circa 3.000 euro, i costi INAIL, ecc. Inoltre, bisogna prendere in considerazione l’eventuale canone del mutuo o dell’affitto dei locali, le bollette dell’elettricità, del telefono, di Internet, dell’acqua e le spese per l’acquisto dei macchinari, dell’attrezzatura professionale e degli arredi e per le strategie di marketing tradizionale e Web marketing.
Per quanto riguarda l’attrezzatura basilare necessaria per aprire un’attività artigianale come una falegnameria serviranno come minimo:
- un bancone d’appoggio su cui appoggiare le travi di legno da segare e lavorare;
- assi di legno pregiato;
- fogli di compensato;
- fogli truciolati;
- attrezzi da lavoro come martelli, trapani, trivelle, cacciaviti e pinze;
- tecnologie informatiche, con hardware e software professionali;
- strumenti per misurare come squadre, righelli, metro e compasso;
- chiodi e viti d’ogni genere;
- colle tenaci;
- vernici spray e in barattolo, ecc.