
L’allevamento delle lumache è una delle attività imprenditoriali che sta acquisendo una sempre maggiore importanza, anche per il reddito che è capace di generare. Ecco perché aprire un’elicicoltura è un’idea di successo, anche se richiede un impegno costante e molti sacrifici. Ci vuole tempo per guadagnare. Prima di cominciare l’iter è bene sapere quali sono i metodi di allevamento.
Il primo è quello misto, che prevede l’utilizzo di una serra in cui riprodurre e far crescere precocemente i neonati delle lumache. Bisogna quindi avere aria controllata e condizionata. La fase finale avviene nei terreni all’aperto. Il secondo metodo riguarda invece l’allevamento all’aperto. In questo caso si segue l’evoluzione naturale delle stagioni, in base al clima e ai tempi dettati proprio dalla natura.
L’elicicoltura è abbastanza complessa, quindi è necessario avere una formazione specifica e lavorare con basi solide. La redditività può essere alta, ma è fluttuante, quindi bisogna fare attenzione. Le lumache possono prendere malattie quindi ci vuole la massima attenzione a ogni dettaglio e mettere in conto i rischi. Serve anche molta manodopera in tutte le fasi. Durante la riproduzione e dell’allevamento le lumache, particolarmente sensibili all’umidità, alla luce e alla temperatura, sono più esposte ai malanni.
Se non si monitorano costantemente tali parametri si rischia di perdere parte dell’allevamento e quindi di ridurre i quantitativi e i ricavi. Il tasso di mortalità delle lumache può sfiorare il 50%, non solo per la possibilità di contrarre malattie, ma anche per la presenza di vermi parassiti e di predatori.
Non ci si deve spaventare, ma solamente preparare ad affrontare i problemi e a superare gli ostacoli. Chi vuole intraprendere questa attività deve considerare che ci sono tre razze di lumache che si prestano all’elicicoltura: piccolo grigio, grande grigio e lumache della Borgogna. L’ultimo tipo vanta un guscio particolarmente calcificato, quindi bisogna disporre di un terreno molto calcareo per poter crescere queste lumache.
Se non si fa uso della serra bisogna seguire le stagioni e quindi i due periodi principali per le diverse fasi dell’allevamento. Se si vive in una regione con inverni rigidi ed estati bagnate allora si deve operare da marzo a ottobre, mentre se il territorio in cui si opera ha inverni miti e umidi ed estati calde e secche, come accade nell’area mediterranea, si deve svolgere l’allevamento da settembre a maggio.
APRIRE UN’ELICICOLTURA: I SUGGERIMENTI
Prima di mettersi all’opera è bene sapere che aprire un’elicicoltura richiede una buona conoscenza del settore. Non si tratta soltanto delle tecniche, ma anche degli aspetti inerenti la concorrenza e il funzionamento del comparto. Il mercato vede come principali competitor gli asiatici e i Paesi dell’Est. In tali aree i costi sono inferiori, anche del 40%.
Ci sono alcuni consigli degli esperti che sono utili per aprire un’elicicoltura. Così da superare gli ostacoli con maggiore semplicità. Si deve lavorare alla trasformazione delle lumache proponendole precotte o addirittura cotte alle aziende e ai consumatori finali. Inoltre è bene offrire qualità elevata privilegiando un’allevamento biologico. La vendita al consumatore finale può essere più dispendiosa in termini di tempo e impegno, ma più redditizia.
Per ottenere buoni risultati in termini qualitativi bisogna puntare alla scelta di un terreno collocato in una zona umida. Tra ottobre e marzo l’allevamento avviene fuori terra, quindi all’interno di una serra. I costi sono maggiori, ma le lumache sono più protette e crescono più in fretta. Da aprile a settembre invece possono stare all’aperto. Vanno seguite le indicazioni in base alle aree climatiche.
Se si vuole produrre una tonnellata di lumache bisogna disporre di almeno 500 metri quadrati recintati da fili elettrici per proteggere le lumache da eventuali predatori. Tra gli altri suggerimenti si evidenziano quelli relativi alla struttura. Risulta più utile usare strutture già esistenti, mentre i parchi per ospitare le lumache vanno realizzati ex novo. Questo modello consente di risparmiare sulle spese. Poi va attrezzato un laboratorio per la trasformazione, da prendere in affitto.
Ci vuole una fonte idrica per poter prendere l’acqua necessaria a mantenere l’ambiente umido, per creare l’habitat ideale delle lumache. Aprire un’elicicoltura richiede un lavoro annuale di circa 2 mila ore, ovvero si opera a tempo pieno per tutto l’anno. Questa stima si riferisce alla produzione di una tonnellata di lumache. Tra dicembre e febbraio c’è il periodo più intenso di lavoro, così come lo è anche dalla primavera alla fine dell’estate. Si può ricorrere a lavoratori stagionali per avere un aiuto.
Il rendimento in ogni modo può variare a seconda di molti fattori come il clima, la pazienza e la tenacia che servono a proteggere la salute delle lumache. Quindi ogni anno si possono registrare risultati differenti. Si deve dedicare tempo alla manutenzione del parco e poi al marketing per farsi conoscere.
APRIRE UN’ELICICOLTURA: IL MERCATO
In Italia la domanda è piuttosto elevata ma attualmente solamente il 30% della richiesta viene soddisfatta dagli allevamenti italiani. Molto elevata è l’importazione. Chi vuole aprire un’elicicoltura trova terreno fertile. Va però tenuto presente che il 90% degli allevatori abbandona dopo poco tempo perché non riesce a far fronte alle difficoltà. Non perché sia impossibile svolgere l’attività, ma perché non ha una preparazione sufficiente.
Bisogna studiare bene il settore e le tecniche prima di operare. La passione e la pazienza sono armi indispensabili, ma la più importante resta la conoscenza. Il primo passo da fare, quindi, è fare formazione. Ci sono diversi corsi professionali dedicati all’avviamento dell’impresa. Per avere informazioni si possono visitare i siti web nazionali del settore in cui ci sono dati utili e soprattutto l’elenco dei corsi da seguire.
Per aprire un’elicicoltura è necessario padroneggiare la teoria e la pratica, così si limitano i rischi di fallimento. Ad esempio l’umidità è uno dei parametri essenziali, quindi si deve fare uno studio dell’umidità stessa nell’atmosfera. Poi è bene sapersi destreggiare con la luce e la temperatura. Tutto va pianificato e organizzato in maniera chiara prima di agire.
Una volta imparate le tecniche ci si deve focalizzare sull’investimento. All’inizio meglio contenere i costi il più possibile, quindi le installazioni meglio farle da soli. Bisogna ottimizzare i tempi di lavoro anche in relazione alle ore lavoro. In questo modo si alza il reddito accorciando i tempi per ripagare l’investimento. Vanno studiati anche i vari tipi di lumaca, perché ognuno ha sue caratteristiche che fanno variare i metodi di allevamento.
Non va tralasciata neppure la legislazione, perché commettere errori significa compromettere l’attività, Quindi ci si deve informare sulle regole vigenti a tutti i livelli, dal Comune all’Unione Europea. Questo deve avvenire sia per l’allevamento sia per la trasformazione. Elaborare il prodotto permette di aumentare la redditività, ecco perché si deve cercare di lavorare in tale direzione.
Siccome si tratta di lavorare cibi, oltre a far ispezionare i locali all’Azienda Sanitaria Locale per verificare che tutto sia a norma, bisogna ottenere l’attestato HACCP sulle norme di igiene e conservazione dei cibi. Si tratta di un corso di formazione al termine del quale si deve superare un esame. Meglio avere esperienza nel settore oppure un titolo di studio o una qualifica nell’ambito alimentare. Sono questi i requisiti per la trasformazione del prodotto.
APRIRE UN’ELICICOLTURA: I COSTI
Prima di aprire un’elicicoltura va fatto un business plan con un bilancio. Si devono calcolare costi e potenziali ricavi. Non è possibile fornire un dato preciso, soprattutto perché l’affitto dei locali e dei terreni, le utenze e i salari, tra gli altri, sono spese variabili. Tuttavia ci sono alcune informazioni che forniscono un quadro utile a rientrare nell’ordine di grandezza giusto per far fronte all’investimento iniziale.
Per i terreni e gli impianti si deve tenere conto dell’onere di acquisto, ma anche del deprezzamento. Poi bisogna comprare le lumache fattrici. Se si ipotizza di produrre una tonnellata il costo si aggira sui 1.500 euro. Gli alimenti da dare alle lumache in allevamento prevede una spesa di circa 800 euro sempre per la stessa quantità produttiva. Si tratta di somministrare loro vegetali freschi di alta qualità. Inoltre ci sono le utenze e i salari per i dipendenti con relativi oneri sociali.
Non vanno poi dimenticati i costi relativi alle tasse e alle imposte, alle utenze, all’assicurazione e alla manutenzione degli impianti. Infine ci sono l’affitto del laboratorio per la trasformazione e la pubblicità dell’attività. Naturalmente c’è anche la parte dei ricavi. Il prezzo è variabile, ma attualmente una tonnellata di lumache può essere messa sul mercato a 21 mila euro, ovvero per 21 euro al chilo. Il prezzo è calcolato sulle lumache in vasetto.