
In un Paese di grandi intenditori e consumatori di vino come il nostro, aprire una cantina può rivelarsi una decisione azzeccata per chi intende guadagnare dei buoni profitti. Ogni regione italiana vanta infatti diverse eccellenze nella produzione vinicola, tutte apprezzate da un vasto numero di potenziali clienti di questa attività commerciale.
L’abilità del gestore della cantina consiste nell’identificare il posto più adatto dove collocare i locali e nell’intercettare prima e fidelizzare poi la clientela, offrendo ovviamente dei prodotti di qualità. Ecco qui di seguito i passaggi essenziali per iniziare ad operare in questo interessante settore.
APRIRE UNA CANTINA: ALCUNE DEFINIZIONI IMPORTANTI
Il termine cantina, oltre al suo significato nel campo immobiliare, è comunemente associato anche all’ambito enologico e indica quel luogo dove si consuma e si vende il vino. Analizzando l’aspetto dal punto di vista giuridico e prettamente commerciale, tuttavia, si devono operare alcune distinzioni importanti. Vi sono infatti delle differenze tra stabilimento vinicolo, deposito e cantina.
Il primo indica il luogo dove si effettuano le trasformazioni industriali del prodotto, mentre il secondo identifica i locali dove il vino viene conservato prima della sua commercializzazione. Per quanto riguarda la cantina, questo è il posto dove l’uva viene sottoposta al processo di pigiatura e fermentazione. A tutti gli effetti, si tratta quindi dei locali dove avviene la prima fase di lavorazione del prodotto.
Questo punto è rilevante per chi intende aprire una cantina, in quanto questi luoghi devono essere conformi alle normative sanitarie e commerciali vigenti, senza il rispetto delle quali non si potrà ottenere l’autorizzazione a produrre il vino. Si capisce quindi come questo sia il primo passo burocratico per avviare questa attività.
I PASSAGGI BUROCRATICI
Una volta scelto il posto dove allestire la cantina, si dovranno informare le autorità competenti circa gli aspetti logistici che interessano l’attività. Anzitutto, si dovranno inviare i documenti relativi alla planimetria dei locali all’Ufficio dell’Agenzia delle Dogane, richiedendo inoltre la licenza fiscale per la commercializzazione del prodotto.
Aprire una cantina comporta il disbrigo di specifiche pratiche amministrative. I produttori di vino dovranno infatti censire la propria cantina presso l’Ufficio Repressione Frodi del territorio, che assegnerà un codice speciale identificativo sia della cantina che della località dove questa è ubicata. Va tenuto a mente che, ad inizio attività, si dovrà informare anche l’Azienda Sanitaria Locale, che provvederà alla sua registrazione.
Ulteriori passaggi burocratici riguardano la registrazione presso la Camera di Commercio, la certificazione di qualità, il rispetto delle regolamentazioni sulla sicurezza igienica degli alimenti, la conformità nella gestione dei rifiuti ed il rispetto della salute e sicurezza dei lavoratori. Poiché si tratta di punti complessi, si consiglia di contattare dei consulenti in grado di indirizzare l’impresa verso gli uffici competenti.
GLI ASPETTI PRATICI
Aprire una cantina è una sfida affascinante, in quanto comporta lo svolgimento di diverse attività, ognuna associata a competenze di natura specifica. Se in passato strumenti e metodi di lavoro erano relativamente semplici, in quanto appartenenti alle traduzioni rurali del territorio, oggi la produzione di vino si è fatta più complessa, pur conservando le caratteristiche di qualità degli anni addietro. Conservare questo equilibrio tra modernità e tradizione costituisce l’aspetto più suggestivo di questa attività.
Per quanto riguarda gli aspetti pratici, sarà necessario procurarsi gli strumenti ed i macchinari idonei per le diverse fasi di lavorazione, dai dispositivi di spremitura a quelli di imbottigliamento, senza dimenticare le macchine per apporre l’etichetta. Quando si pianificano questi passaggi, sarà opportuno definire l’estensione dell’attività: si vuole pensare in grande o si preferisce orientarsi verso una realtà più piccola, ma maggiormente indirizzata verso prodotti specializzati o di nicchia?
Porsi questa domanda è doveroso, in quanto aprire una cantina di grandi dimensioni comporta un investimento che può superare anche i 100 mila euro. Sviluppando invece un progetto più ridotto, si potrà avviare l’attività con un capitale iniziale intorno ai 50 mila euro, una cifra più abbordabile per una cosiddetta “start-up” nel settore vinicolo.
I POSSIBILI FINANZIAMENTI
Come per tutte le attività commerciali, anche aprire una cantina richiede l’investimento di un capitale. Poiché come si è visto questi importi possono essere a volte consistenti, è opportuno sondare le varie opportunità disponibili al fine di ottenere un finanziamento che possa supportare il progetto imprenditoriale iniziale.
Anzitutto, un aiuto concreto e diretto può essere fornito da uno o più soci, che potranno sostenere l’impresa portando delle quote. Ovviamente si dovrà trattare di figure affidabili, dotate di intraprendenza, onestà e trasparenza, ed in grado di comprendere il progetto, per contribuire alla sua sostenibilità in tutte le sue fasi.
In assenza di questa tipologia di supporto, si potrà effettuare una ricerca mirata ad individuare le fonti di finanziamento dedicate alle attività alimentari. Si potranno infatti trovare dei finanziamenti a fondo perduto per giovani imprenditori, donne o categorie speciali. Se queste strade non fossero percorribili, si potrà tentare di richiedere un prestito ad una banca.
In questo caso, occorrerà convincere i responsabili dell’istituto di credito circa la fattibilità del progetto e la sua durabilità. Un’idea imprenditoriale ben strutturata avrà buone chance di ottenere dei capitali, anche se tale operazione comporta lo sviluppo di una strategia ben definita, finalizzata a vincere le iniziali e probabili resistenze dell’ente creditizio.