Aprire un vespaio : tutto quello che devi sapere

Aprire un vespaio

 

Aprire un vespaio è diventato molto di moda in quest’ultimo periodo sia per i numerosi vantaggi che ne derivano sia per la facilità nella gestione degli imenotteri (ordine di insetti ai quali appartengono le api e le vespe). Scopriamo insieme come e perché aprire un vespaio.

APRIRE UN VESPAIO: IL FASCINO DELLE API

Aprire un vespaio è una scelta sempre più comune, oggi giorno. Chi decide di fare dell‘allevamento un’attività imprenditoriale, infatti, preferisce rivolgersi alle api anziché ai classici mammiferi, quali pecore, mucche, capre, etc. Il motivo principale è che le api sono degli insetti intelligenti, che si gestiscono in maniera autonoma.

Gli imenotteri, infatti, sono degli insetti autonomi che provvedono da sè a pulirsi e cibarsi e a sistemare la loro dimora. Il fatto che le api si prendano praticamente cura di se stesse è in realtà solo una piccola parte del loro fascino.

Esse hanno la capacità di produrre il miele, un dolcificante dorato irresistibile e dalle innumerevoli proprietà benefiche per l’organismo. Le api, praticamente, sono creature che generano fascino. Esse, infatti, non sono destinate a diventare docili produttrici d’uovo o a riempire le scaffalature della carne ai supermercati. Lavorare con le api è una sfida, e una lezione, di cooperazione, non di dominio: una rara esperienza tra uomo e natura.

COSA SERVE PER APRIRE UN VESPAIO?

La cosa principale per aprire un vespaio è possedere un pezzo di terra sufficiente a gestire l’apicoltura. Per iniziare, è necessario un lotto grande almeno un decimo di ettaro. Un terreno di queste dimensioni è l’ideale per ospitare una colonia di api. E’ necessario che l’area disponga di uno spazio sufficiente ad una chiara traiettoria di volo delle api in modo da non interrompere la loro capacità di prosperare.

Poiché il comportamento delle api dipende interamente dal clima, è preferibile iniziare la progettazione del vespaio in autunno. L’inizio del progetto durante i mesi autunnali assicura che le tue api possano raccogliere nettare e polline per costruire un alveare forte in primavera ed in estate.

Per avviare l’apicoltura è necessario acquistare un supporto alveare, o costruire autonomamente uno stand con blocchi di cemento. Si consiglia di rivolgersi ad un’associazione di apicoltori per comprendere al meglio i supporti necessari da acquistare. Indispensabili, inoltre, sono gli indumenti protettivi, da indossare durante l’apicoltura: guanti, cappello a velo e giacca leggera.

Potrebbe esserci un breve intervallo di tempo tra l’introduzione delle api nell’alveare e la produzione di nettare. Durante queste poche settimane, nutri le api con una miscela di acqua e zucchero in proporzione 1:1. Fai dei buchi nella parte superiore dell’alveare e appendi dei piccoli vasetti di cibo con questa miscela.

La raccolta della cera avviene in autunno: solitamente questa viene predisposta in un contenitore con l’aiuto di un coltello caldo. Ciò consente al miele di depositarsi gradualmente sul fondo del contenitore, cosicché tu possa rimuovere i cappucci di cera che rimangono.

ADEMPIMENTI GIURIDICI E FISCALI

Gli apicoltori che, a qualsiasi titolo gestiscono un vespaio, sono tenuti a rispettare precise norme giuridiche e fiscali, indipendentemente dal fatto che siano imprenditori o apicoltori amatoriali. La prima cosa da fare è dichiarare alle autorità competenti il possesso dei propri alveari.

A seconda della regione nella quale avviene la gestione del vespaio, ci sono determinate regole regionali da rispettare in merito alle distanze per la collocazione degli apiari. Rivolgiti, quindi, alla Regione di tua competenza per comprendere tali normative. Gli imprenditori sono tenuti all’apertura della Partita Iva e all’iscrizione al registro delle imprese della Camera di Commercio della propria Provincia.

Verrà richiesta, inoltre, l’attivazione di una posta elettronica certificata, mediante la quale avverranno le comunicazioni più importanti.
Indispensabile è, inoltre, l’iscrizione in un Centro di Assistenza Agricola la quale provvederà conseguentemente alla costituzione di un Fascicolo Aziendale.

Come per tutte le attività imprenditoriali, è necessario presentare allo Sportello Unico delle Attività Produttive, noto come S.U.A.P., la cosiddetta S.C.I.A., ossia Segnalazione Certificata d’Inizio Attività. Questo passaggio è indispensabile per richiedere la registrazione dei locali per la smielatura.
E’ richiesta, inoltre, l’iscrizione alla Gestione Anagrafe Apistica.

Dal punto di vista prettamente fiscale, gli apicoltori sono tenuti al pagamento delle imposte sui redditi (I.R.P.E.F., I.R.A.P. ecc.) e dei contributi previdenziali e assicurativi. Sono esonerati dal versamento dell’imposta e dall’obbligo della dichiarazione annuale gli apicoltori che in un anno raggiungono un guadagno non superiore a € 7.000,00.

I soggetti che non sono tenuti agli obblighi fiscali, devono conservare le fatture per dieci anni. Le fatture attive e passive devono essere numerate progressivamente e in quelle attive deve essere applicata un’aliquota IVA del 9% nel caso di vendita di miele a terzi. Superato il volume d’affari di € 7.000,00 annui, decade l’esonero dagli obblighi fiscali e, di conseguenza, diviene obbligatorio i pagamento delle imposte sui redditi e della dichiarazione annuale.

Infine, riguardo l’iscrizione alla gestione previdenziale INPS, essa è obbligatoria per quegli apicoltori che svolgono almeno 104 giornate lavorative -ai sensi del Decreto Legislativo del 5 Marzo 2001.

 

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