
La scelta di aprire un tabacchino è dettata dal fatto che questa attività rappresenta un settore con reddito e clientela costanti. Permette quindi di guadagnare senza troppi sforzi, anche grazie alla possibilità di vendere oltre ai tabacchi, altri prodotti aggiuntivi come riviste, snack, servizi di Lottomatica e quant’altro. Nonostante la crisi economica, i tabacchini comunque difficilmente ne risentono. Infatti per i locali posti in punti strategici dell’abitato la vendita di sigarette, gratta e vinci e altri prodotti è durevole nel tempo. L’iter per intraprendere un’attività di questo tipo è però non del tutto semplice e il costo necessario all’avvio non è indifferente.
COME APRIRE UN TABACCHINO
Per aprire un tabacchino bisogna ottenere la licenza. I requisiti indispensabili per richiederla sono due. Anzitutto la distanza tra la futura tabaccheria e un’altra rivendita deve essere di almeno 300 metri nei Comuni con meno di 30.000 abitanti. Nei Comuni che contano più di 30.000 abitanti, invece, la distanza si accorcia a 250 metri ed arriva a 200 metri quando gli abitanti sono più di 100.000.
Altro requisito indispensabile è che le tre rivendite poste entro i 600 metri dalla tabaccheria che si intende avviare percepiscano, sommati in toto, degli aggi la cui quarta parte non debba superare € 19.965 per i Comuni che contano meno di 30.000 abitanti, € 31.990 per quelli con meno di 100.000 abitanti e € 39.825 per i Comuni con oltre 100.000 abitanti.
COME OTTENERE LA LICENZA
Per ottenere la licenza necessaria per aprire un tabacchino bisogna presentare la propria richiesta, in carta semplice, all’Agenzia Autonoma dei Monopoli dello Stato, ossia AAMS. La presentazione della richiesta può essere effettuata in qualsiasi momento dell’anno. L’Ufficio competente pubblica ogni sei mesi, sul sito dell’AAMS, un avviso con cui si procederà all’assegnazione della tabaccheria. Più precisamente nei Comuni con meno di 30.000 abitanti si procede con concorso privato riservato ai profughi che hanno la licenza, agli invalidi e alle vedove di morti in guerra o sul lavoro.
Nei Comuni con più di 30.000 abitanti invece l’assegnazione viene fatta mediante asta pubblica. All’asta può partecipare chiunque abbia un locale a disposizione. In alternativa la rivendita viene assegnata a chi propone l’offerta più proficua. L’assegnatario dovrà poi, per legge, frequentare un corso di formazione. L’AAMS può autorizzare diversi operatori alla vendita al pubblico dei prodotti di monopolio. Infatti oltre le normali tabaccherie, possono vendere questi prodotti anche le rivendite speciali, cioè quelle che si trovano nelle aree di servizio, negli aeroporti, etc.
Devono essere autorizzati dall’AAMS anche i patentini: tipicamente si tratta di bar che vendono prodotti di monopolio precedentemente acquistati nella tabaccheria più vicina. Necessitano di autorizzazione anche i distributori automatici.
DISCIPLINA FISCALE
Il tabacchino, così come qualunque altro rivenditore di prodotti di monopolio, di riviste e di servizi di Lottomatica, riceve dallo Stato e dagli editori i cosiddetti aggi. Per aggio si intende la percentuale che i rivenditori trattengono dagli introiti percepiti per conto del Monopolio di Stato. La vendita di questi beni non necessita del rilascio al cliente di alcuna ricevuta fiscale. Infatti i prodotti di monopolio, così come i giornali e i gratta e vinci sono esenti IVA: per essi l’aliquota è assolta a monte.
Per la vendita di tutti gli altri prodotti, come la cancelleria, i profumi, gli snack, i giocattoli, etc. bisogna invece pagare l’IVA, ossia emettere scontrino o fattura e tenere un registro dei corrispettivi e delle fatture acquisti e vendite. Gli aggi del tabacchino contribuiscono alla formazione del reddito insieme ai compensi percepiti dalla vendita dei prodotti soggetti a regime IVA.
Per quanto concerne la determinazione dell’IVA a credito è bene dare alcune precisazioni. Nel caso di vendita di prodotti di monopolio l’IVA è assolta, ai sensi dell’art. 74 del Decreto del Presidente della Repubblica (DP.R.) n. 633 del 1972, e quindi non deve essere indicata nella dichiarazione IVA. Invece nel caso di vendita relative al Lotto, Superenalotto e bolli auto, questa è esente IVA, ai sensi dell’ art.10 del sopracitato Decreto. In questo caso, però, la vendita deve essere indicata nella dichiarazione IVA, tra le operazioni esenti. Quindi gli introiti ricavati da questi prodotti contribuiscono alla determinazione dell’IVA detraibile.
COSTO DELLA LICENZA
Avviare un tabacchino comporta dei costi non indifferenti. L’attività può essere rilevata da una preesistente oppure si può decidere di aprire un locale nuovo. In quest’ultimo caso la licenza può costare circa € 100.000, oltre le spese necessarie per allestire il locale, che si aggirano intorno ai € 50.000. Nel primo caso invece, ossia quando si rileva un locale già completo, i costi sono ben maggiori.
La licenza potrebbe addirittura arrivare a costare dai € 200.000 ai € 300.000, a seconda del volume d’affari dell’attività precedente. Quando si rileva un tabacchino è obbligatorio pagare, entro 12 mesi, una tassa detta “novennale”. L’ammontare di questa tassa è pari al 50% degli aggi percepiti nell’anno precedente. La tassa novennale viene ripetuta ogni 9 anni, ma ammonta solamente al 10% degli aggi percepiti l’anno precedente. Prima di intraprendere l’avvio di un tabacchino è bene quindi valutare in maniera accurata le spese da affrontare e le reali possibilità di guadagno.