
APRIRE UN SUSHI BAR PER AVERE SUCCESSO
In tempi di crisi sono molte le persone che si reinventano baristi e ristoratori, senza valutare le insidie del settore. É vero che questo ambito offre molte opportunità e che la domanda è sempre alta. Infatti, malgrado la congiuntura sfavorevole, le persone non rinunciano a mangiare fuori casa e a prendere un buon aperitivo. Ciò che viene tuttavia ricercata è una soluzione economica e di qualità. Non si vuole spendere troppo, gustare qualcosa di buono ed essere trattati bene. Sono questi gli elementi che portano al successo ed è per questo che aprire un sushi bar risulta essere un’ottima idea.
Si tratta di innovare l’offerta, di entrare nel settore della ristorazione con una proposta poco sfruttata, ma con un potenziale elevato. I due punti di forza di questo tipo di cibo sono la tendenza e il fatto che è salutare. Fa bene e piace, per questo non sarà difficile conquistare la clientela. Il sushi è un piatto equilibrato e dal gusto delicato, costituito da pesce, verdure, riso e alghe. Sono moltissimi gli italiani che apprezzano la ricetta giapponese, non solo per la voglia di mangiare sano, ma anche per la voglia di provare qualcosa di nuovo. Aprire un sushi bar richiede un investimento abbastanza contenuto, sebbene sia importante sempre fare un calcolo preciso dei costi da sostenere. Ci sono diverse formule, riconducibili all’avvio in maniera autonoma e al franchising.
In ogni caso è utile fare riferimento a un commercialista, perché oltre a fornire un’assistenza accurata per il disbrigo delle pratiche burocratiche, permette di esaminare le diverse opportunità ed eventualmente i contratti proposti dai diversi franchisor presenti sul territorio nazionale per individuare quello più conveniente. Per effettuare un calcolo preciso e fare una valutazione su fattori reali della convenienza dell’apertura dell’attività commerciale è necessario includere tutti gli elementi, sia per l’avvio sia per la manutenzione del primo anno. Certamente le entrate non mancheranno e saranno soddisfacenti, ma è bene sempre considerare un certo periodo per ammortizzare le spese.
APRIRE UN USHI BAR: LOCALE E ARREDAMENTO
La voce di spesa principale riguarda il locale. Le dimensioni minime sono di 40 metri quadrati, dotate di tavoli con sedie oppure di sedute poste vicine al bancone dove servire i clienti e dove loro possono rimanere per consumare. Si può pensare anche al take away e questo significa non avere la necessità di un gran numero di posti a sedere. Meglio sempre abbinare le tipologie di servizi. Oltre alla forma interna del bar, bisogna pensare alla location, perché anche il luogo in cui si posiziona l’attività commerciale influisce sull’andamento del lavoro e dei guadagni.
Per aprire un sushi bar è opportuno scegliere un centro abitato con almeno 30 mila abitanti, per avere un discreto bacino d’utenza, meglio ancora se si opera all’interno di una grande città, con un parcheggio adiacente o nelle immediate vicinanze a beneficio degli acquirenti. Inoltre va inserito il locale in un contesto favorevole, ovvero con la vicinanza di uffici, università, attrazioni di interesse, così da avere un maggior numero di frequentatori del proprio bar. La decisione del luogo, così come dell’ambientazione dipende molto dal target di clienti da raggiungere. Si deve calibrare l’attività sui gusti e sugli interessi delle persone da attirare. Aprire un sushi bar vuol dire, generalmente, rivolgersi a individui di età compresa tra i 20 e i 40 anni, identificati come la fascia d’età più amante della cucina giapponese. Il costo da sostenere per acquistare o affittare il locale che risponde alle caratteristiche più adatte al genere varia da una zona all’altra, alle dimensioni e ad altri fattori riguardanti le condizioni praticate dal proprietario dell’immobile.
Si devono aggiungere eventuali spese per la ristrutturazione e inoltre vanno messi in conto gli allacciamenti e le utenze, nonché gli adeguamenti necessari a norma di legge o semplicemente alla trasformazione del locale in un sushi bar. La seconda voce del budget riguarda l’arredamento. Ci sono alcuni mobili e oggetti da avere obbligatoriamente: un bancone refrigerato per cucinare sushi e sashimi, coltelli e attrezzi specifici per lavorare gli alimenti, frigoriferi e una cucina adeguatamente attrezzata. Le materie prime, il pesce in particolare, devono essere freschissime e quindi vanno conservate con attenzione. Ci vogliono quindi macchinari per mantenere e lavorare il pescato. La selezione dei colori e delle forme di tavoli, sedie e mobilio è importante per rendere il locale più accattivante agli occhi della clientela, quindi oltre alle preferenze personali è meglio fare attenzione a quelle delle persone. Il costo preciso è variabile, anche perché si può cercare attrezzatura usata in buono stato a un prezzo più basso rispetto al nuovo.
APRIRE UN SUSHI BAR: PERSONALE, MENU’ E MARKETING
Il bilancio delle spese deve includere anche il personale, perché una persona sola non può gestire la cucina e il servizio. Quindi ci vogliono addetti qualificati e il titolare è bene che abbia competenza e passione soprattutto per la gastronomia e la cultura del Giappone, così da proporre il prodotto nel miglior modo possibile e in maniera fedele rispetto alla tradizione nipponica. Le azioni da compiere all’interno del negozio sono: accogliere e servire i clienti, prendere e gestire le ordinazioni take away e ricevere le prenotazioni. Quando si decide di aprire un locale bisogna prima decidere quali suono i diversi ruoli da coprire e quindi ciò di cui non si occupa il titolare, va affidato ad altro personale.
La cucina deve andare nelle mani di uno chef specializzato, con competenza nella preparazione del pesce fresco e delle pietanze giapponesi. In questo caso i costi da calcolare riguardano le iscrizioni alle gestioni Inps e Inail per le prestazioni previdenziali e assicurative, nonché i salari con i relativi oneri economici. Inoltre è molto importante creare un menù ricco di offerte per soddisfare i diversi gusti dei clienti e soprattutto per variegare le proposte, aspetto apprezzato dalla clientela abituale. I piatti devono essere freschi e originali, per distinguersi dai concorrenti diretti. La selezione delle materie prime, quindi, va seguita con moltissima attenzione.
Le forniture, quindi possono avere prezzi importanti, ma il beneficio si avrà nell’aumento di clienti e quindi di guadagni. Il marketing deve indirizzarsi verso canali online e offline, perché la presenza sul web permette di avere grande visibilità, ma per raggiungere le persone che frequentano la zona qualche volantino e manifesto può essere utile, così come avere spazi su giornali, televisioni e radio. Si possono proporre degustazioni, inaugurazioni, eventi, tessere per la fidelizzazione della clientela con punti e sconti, buoni sconto. Ci si può affidare a esperti per ottenere risultati efficaci in tempi rapidi.
APRIRE UN SUSHI BAR TRA BUROCRAZIA E OPPORTUNITA’
Come per ogni attività commerciale bisogna far fronte alle richieste della legge. Si deve richiedere la partita Iva all’Agenzia delle Entrate, quindi iscrivere la nuova azienda al Registro delle Imprese della Camera di Commercio. Inoltre, chi si occupa della preparazione del cibo deve seguire il corso di formazione sull’igiene e sulla sicurezza alimentare, Haccp, e superare l’esame finale. Lo scopo è di fornire a cuochi e gestori di locali in cui si somministrano alimenti le nozioni necessarie alla corretta conservazione del cibo, in risposta alle normative sanitarie, per tutelare i consumatori. Si consegue così il certificato necessario allo svolgimento dell’attività di ristorazione.
Aprire un sushi bar implica la presentazione della Dichiarazione di inizio attività al Comune competente che provvede a trasmettere la documentazione all’Azienda Sanitaria Locale e ai Vigili del Fuoco per le ispezioni di rito. L’A.S.L. provvede a verificare che siano rispettate le norme igieniche all’interno del locale, mentre i VV.FF. controllano il rispetto delle regole sulla sicurezza e l’adeguatezza del locale ai requisiti antincendio. Se tutto risulta idoneo, vengono rilasciate le autorizzazioni per aprire un sushi bar. Sarà necessario, a questo punto, adempiere al regime fiscale previsto con l’aiuto del commercialista, per registrare acquisti e vendite e corrispondere allo Stato e agli Enti Locali le imposte dovute.
Se si preferisce avere un supporto tecnico e amministrativo per avviare l’attività commerciale, si può fare riferimento al franchising, tenendo presente che a fronte della formazione e dei consigli sulla gestione, si deve sottoscrivere un contratto vincolante per alcuni anni e si devono seguire le indicazioni sull’allestimento. Tra i vantaggi c’è la possibilità di sfruttare il brand, già conosciuto e affermato sul mercato.