Aprire un piccolo supermercato: tutto quello che devi sapere

Aprire un piccolo Supermercato

Aprire un piccolo supermercato al giorno d’oggi potrebbe sembrare un’assurdità vista la spietata concorrenza della grande distribuzione, ma in effetti non è proprio così.

Un punto di riferimento a misura d’uomo con offerta di prodotti di maggiore qualità, di uso quotidiano e perché no di alimenti per i nostri amici animali, potrebbe certo essere una scelta vincente.

Se è vero che l’approvvigionamento dei beni di consumo viene generalmente fatto in quantità più importanti una volta alla settimana ed è molto comodo recarsi presso grandi centri commerciali o superstore, è anche vero che per il quotidiano, pane, latte e via dicendo, oltre che per prodotti di nicchia, la preferenza viene indirizzata verso i piccoli supermercati che garantiscono velocità di approvvigionamento, meno fila alla cassa e contatto con il personale.

Occhio alla scelta della posizione, importante è che questi piccoli punti vendita vengano aperti in luoghi strategici quali i centro città, zone d’uffici o quartieri molto popolosi, tutto ciò al fine di beneficiare, oltre che della clientela che andranno a fidelizzare, anche di quella di passaggio.

Inutile dire che aprire un piccolo supermercato vicino ad un grande supermercato è voler chiudere prima di iniziare!

Per quanto riguarda invece l’apertura d’esercizio in piccoli centri lontani dalle città ed anche da grandi distribuzioni, vale la pena aggiungere che, se da una parte la preferenza del cliente nella scelta del punto vendita sarà dovuta alla comodità, dall’altra, fare un piano di rientro sui costi e ricavi dovrebbe essere obbligatorio, in quanto la sopravvivenza dello stesso dipenderà esclusivamente dalla frequentazione della clientela locale.

Sarà cura del gestore del punto vendita, una volta conosciute le preferenze degli avventori, approvvigionarsi adeguatamente per i settori corrispondenti.

Articoli ben ordinati sugli scaffali, freschi e confezionati, magari di nicchia per soddisfare i palati più esigenti, lo spazzolino da denti e la carta da afferrare al volo al ritorno la sera condite da cordialità e gentilezza, le armi vincenti dell’attività.

Prima però di iniziare a verificare le opportunità ed i passaggi necessari per aprire un piccolo supermercato, bisogna dire che è fondamentale creare all’origine del progetto un business plan, un piano economico finanziario di previsione di costi fissi, variabili, di ricavi, al fine di tutelare i propri investimenti.

APRIRE UN PICCOLO SUPERMERCATO: QUALI I TITOLI NECESSARI?

Iniziamo col dire che alcuni presupposti sono imprescindibili. Non avere dichiarato fallimento negli anni precedenti ed ovviamente essere in possesso di un locale che risponda all’idoneità delle normative vigenti, quest’ultimo aspetto riguarderà la necessità di ottenere una certificazione della ASL che attesti la conformità del locale alle direttive igienico sanitarie. Verrà rilasciata in seguito all’ispezione la licenza per alimenti.

Con riferimento al locale, sarà inoltre obbligatorio comunicare al comune l’inizio attività e nel caso in cui si costituisca società, questa dovrà essere stata dichiarata prima dell’apertura del punto vendita.

L’insegna dovrà essere apposta a seguito del permesso ottenuto dal comune e del pagamento della relativa tassa.

Nel caso in cui si decida di diffondere musica dovrà essere pagata la tassa alla Siae.

Per quanto riguarda invece i requisiti personali la prima cosa sarà quella di ottenere la certificazione HCCP o il SAB, ex REC, per la somministrazione di alimenti e bevande, l’iscrizione al Registro delle Imprese, l’apertura della Partita Iva e l’iscrizione sia INPS che INAIL.

Sarà inoltre necessario avere copertura assicurativa.

Prudenza però, aprire un’attività come un piccolo supermercato non è cosa facile da gestire e su cui improvvisarsi, fondamentale sarà aver maturato un’esperienza nel settore almeno di due anni, seppur non continuativi nella vendita al dettaglio, in caso contrario vengono messi a disposizione dei corsi che avviano a questa professione.

APRIRE UN PICCOLO SUPERMERCATO: IN PROPRIO O IN FRACHISING?

Il primo aspetto da dover prendere in considerazione sarà determinato dal fatto che, sia che decidiate di indirizzare la vostra scelta sull’adesione ad un franchising o che vogliate avviarvi in maniera autonoma, gli oneri di inizio attività necessariamente saranno cospicui.

Basti solo pensare all’investimento immobiliare sia che si tratti di affitto che di acquisto, specialmente nei centri urbani per non parlare delle grandi città, prevede per superfici anche non eccessivamente estese costi non trascurabili.

Pianificare quindi un piano d’investimento completo prima di effettuare qualsiasi operazione faciliterà sia nella scelta in base al budget a disposizione del locale, che di tutto ciò che ruota attorno ad esso, non per ultima la possibilità di avere un progetto che potrebbe essere presentato per ottenere eventuali finanziamenti o agevolazioni.

Ma se da una parte l’attività in proprio consente di applicare una strategia del tutto personalizzata, dall’altra appoggiarsi ad un franchising, pur essendo consapevoli di dover riconoscere alla casa madre una tassa di profitto, faciliterà in merito alla pubblicità, alle strategie di marketing ed anche nella fase iniziale d’apertura. Quest’ultima prevederà la capacità di approvvigionarsi della merce in maniera facilitata oltre che a beneficiare di servizi commerciali, di strategie nella disposizione del prodotto e nella gestione degli approvvigionamenti tra l’altro seguiti da un esperto di settore.

Sono presenti sul mercato diverse forme di franchising da verificare proposte da catene molto conosciute come Auchan, Sma, Carrefour, che consentono anche l’apertura di piccoli punti vendita, ma vi sono anche altre formule di partecipazione per altri marchi che prevedono l’adesione a consorzi o differentemente ad associazioni di categoria. La catena Pellicano invece cerca concessionari.

Non è inoltre da escludere, visti i mutamenti negli ultimi anni relativi al gusto degli avventori, di vagliare la possibilità di aprire piccoli supermercati finalizzati alla vendita di articoli specifici, per celiaci ad esempio e senza glutine, come differentemente di prodotti tipici a carattere nazionale ed internazionale.

Altra variante potrebbe rilevarsi nel scegliere di fornire, oltre che la vendita, anche una forma di ristorazione che preveda cibi già pronti, magari confezionati in monodose da potersi consumare rapidamente.

APRIRE UN PICCOLO SUPERMERCATO: COSTI E RICAVI

Come si è più volte ripetuto, in quanto fondamentale, il primo passo è quello di formulare un business plan dettagliato che programmi oltre ai costi, anche gli obiettivi da dover raggiungere a medio e lungo termine, avvalersi dell’aiuto di un commercialista è imprescindibile.

Scegliere il locale e valutarne la spesa non sottovalutando la fase di start up che prevede in genere solo costi e pochi introiti.

Nel caso in cui la scelta cadesse sulla formula del franchising informarsi preventivamente sulla garanzia di fondi che alcuni richiedono a cauzione d’apertura attività.

Valutare la tipologia di merce di cui approvvigionarsi e prendere contatto diretto con i fornitori.

Valutare il numero di dipendenti di cui si potrebbe avere bisogno a supporto della tipologia di offerta del supermercato e della superficie sulla base della quale deriveranno anche i costi complessivi d’investimento.

Per aprire un piccolo supermercato, che per ovvi motivi non può essere inferiore almeno agli 80/90mq, si dovrà considerare una partenza in cifre non inferiore ai 50.000,00 euro, per poi evolvere in base alla pianificazione.

Tra i costi dovranno essere contemplati gli arredi, i macchinari necessari alla conservazione della merce quali affettatrici, frigoriferi, materiali per il confezionamento ed i sistemi di sicurezza, POS al fine dell’acquisto con carte di credito. Non andranno inoltre dimenticate le utenze, le tasse ed eventuali corsi per ottenere l’abilitazione alla manipolazione e conservazione dei prodotti, spese di consulenza.

Per quanto invece riguarda i ricavi, si valuta in maniera generica che i ricarichi per i prodotti freschi sono più alti rispetto a quelli confezionati e che il volume di guadagno, escluse le spese, si aggira attorno al 3% sul venduto. Evidente che trattandosi di prodotti in genere non voluttuari, starà alla capacità del gestore creare un volume d’affari, attraverso l’offerta data, che potrebbe raggiungere livelli decisamente interessanti.

Importante per il successo in termini economici del piccolo supermercato sarà fare la differenza puntando sulla propria persona e preparazione dei dipendenti.

Essere competenti in merito ai prodotti che si propongono, presentarsi alla clientela con disponibilità e gentilezza, essere presenti sui social per farsi conoscere, realizzare campagne di promozione avvalendosi della collaborazione dei fornitori, offrire un servizio personalizzato, sarà imprescindibile per ottenere il successo che si desidera.

 

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