Aprire un negozio in aeroporto: tutto quello che devi sapere

Aprire un negozio in aeroporto

Avviare un esercizio commerciale rappresenta sempre un rischio, perché se si attraggono i clienti i guadagni possono essere elevati, ma se non si raggiunge il pubblico giusto si rischia la chiusura. Ecco perché è sempre bene valutare bene la location. Aprire un negozio in aeroporto permette sicuramente di avere una buona visibilità e quindi di avere i clienti e il profitto.

In molti casi si riesce anche a risparmiare sulla pubblicità. Infatti il pubblico, specialmente se il punto vendita è all’interno dell’area imbarchi, può essere frequentato solamente dai passeggeri. Inutile dire che il passaggio, a seconda dalle dimensioni e dall’importnaza dell’aerostazione, è decisamente elevato. Più persone entrano e più ci sono possibilità di realizzare delle vendite. In ogni modo dipende anche dal prodotto proposto e dalla capacità di attirare l’attenzione di chi parte o arriva.

I passaggi da compiere per creare l’attività non sono molto diversi da quelli fatti per qualsiasi altro negozio in città. Chiaramente c’è la differenza di dover operare all’interno di un luogo un po’ particolare. Con l’aiuto di un commercialista si possono preparare il business plan e quindi predisporre i documenti per aprire la partita Iva e per effettuare l’iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio.

Se si desidera trasmettere musica oppure somministrare generi alimentari sarà necessario pagare i diritti SIAE e frequentare appositi corsi per il rilascio delle certificazioni di legge. Gli adempimenti burocratici non differiscono se l’attività si svolge all’interno dell’aeroporto, tuttavia il dispendio economico e di energie può essere ben ricompensato dalla clientela. Ecco perché bisogna decidere con attenzione cosa vendere. Ci sono altri punti vendita che coprono generalmente i principali bisogni dei passeggeri.

Si deve essere pronti a fare qualche sacrificio e anche ad assumere qualche dipendente. Infatti uno scalo aereo ha un’apertura oraria molto vasta, in alcuni casi si raggiungono addirittura le 24 ore, senza giornate di festa. Vanno quindi coperti tutti i turni per poter servire la clientela che giunge a tutte le ore del giorno e della notte. Meglio essere preparati. Lo scalo aereo offre molte opportunità, incluse quelle derivanti dai percorsi obbligati che servono a mettere in evidenza le vetrine, ma si deve affrontare una clientela esigente.

APRIRE UN NEGOZIO IN AEROPORTO: L’ASSEGNAZIONE DELLO SPAZIO

Negli ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale il numero dei viaggiatori. Ci sono turisti e lavoratori a varcare la solia di uno scalo aereo e questo porta davvero moltissime persone a transitare di fronte ai punti vendita presenti. Ecco perché aprire un negozio in aeroporto può rivelarsi davvero vantaggioso. Gli esercizi commerciali delle aerostazioni hanno registrato un forte incremento di fatturato.

Il problema principale, proprio per questa ragione, è rappresentato dallo spazio da prendere per poter avviare l’attività. Ci sono imprese che dispongono dei locali e hanno quindi la loro gestione. Sono queste a pubblicare bandi periodici, ma la selezione è dura. Così come la concorrenza è alta. Bisogna saper redigere il business plan in modo eccellente, quindi l’aiuto di un commercialista è più che mai utile fin da questa fase.

Ci vuole la massima chiarezza sui costi e sui ricavi, includendo la gestione del personale. Ma prima ancora è bene tenersi aggiornati sull’uscita dei bandi, così da mettersi in lista per ottenere uno spazio disponibile. Meglio essere al corrente fin da subito che l’investimento per aprire un negozio in aeroporto è particolarmente oneroso. Bisogna arredare il locale e anche concedere una royalty all’azienda che ha in gestione gli spazi. Generalmente tale spesa si aggira tra il 10% e il 30%.

A consentire l’applicazione di regole particolarmente favorevoli nei confronti dei concessionari di tali locali è l’autorità di vigilanza sui contratti pubblici. A questi soggetti viene concesso un ampio margine di manovra per selezionare gli esercenti e per amministrare i rapporti con gli esercenti. Si aprono così due vie. La prima è quella di definire un tetto per il fatturato da raggiungere, in modo da garantire la royalty al verificarsi di tale condizione.

Oppure di garantire una percentuale minima in termini di royalty, eliminando così la spesa di affitto. La seconda strada riguarda invece il franchising. Quest’ultima permette di sfruttare l’affidabilità di un marchio conosciuto come garanzia. Certamente si raggiunge più facilmente l’obiettivo di avere un locale all’interno dello scalo aereo. Si tratta di una via più conveniente rispetto alla prima, anche se i costi restano comunque alti. La royalty va comunque riconosciuta all’azienda a cui ci si affilia.

APRIRE UN NEGOZIO IN AEROPORTO: LE VALUTAZIONI

Certamente per aprire un negozio in aeroporto bisogna dimostrare di poter dare un contributo alla valorizzazione dello scalo con la sua presenza. Ma quali sono i requisiti per poter essere accettati? Quali sono i parametri di valutazione per essere accettati? Ci sono diversi fattori da considerare, ma i primi sono senza dubbio l’anzianità, ovvero l’esperienza maturata nel settore, e la professionalità della società che si rappresenta.

Ciò che si richiede in realtà è la dimostrata capacità di servire con velocità ed efficacia i passeggeri in transito e quindi di pianificare al meglio ogni dettaglio. L’assegnazione dello spazio si basa anche sui numeri dell’attività commerciale, ovvero alle vendite realizzate nell’anno precedente. Questo dato fa capire che prima di avviare il punto vendita all’interno dello scalo si deve avere già lavorato con il medesimo negozio in altra sede. Il tutto va messo in relazione alle dimensioni dell’aeroporto, quindi più è grande e più alti devono essere i numeri.

Non ci si può improvvisare e neppure lavorare con la gestione familiare. Per aprire un negozio in aeroporto va stimato il numero di dipendenti per poter affrontare i turni di lavoro e la clientela. Questo perché è richiesta l’apertura di una fideiussione a copertura dei costi complessivi per un determinato numero di anni oppure per un periodo concordato. Non ci si deve spaventare, ma nel caso i numeri richiesti siano eccessivi, si può optare per uno scalo minore.

Però vanno studiati attentamente i flussi, perché gli aeroporti piccoli potrebbero non riuscire a dare un numero di clienti sufficiente. Insomma, bisogna raccogliere le informazioni aggiornate sui bandi delle diverse aerostazioni e quindi predisporre un business plan con numeri specifici, calati esattamente sulla situazione reale della location scelta. Si possono trovare tariffe più agevolate negli aeroporti minori.

APRIRE UN NEGOZIO IN AEROPORTO: COSTI E RICAVI

Per poter far fronte ai requisiti è bene lavorare al bilancio e quindi fare un conto, il più dettagliato e preciso possibile, delle spese e degli introiti. Se non si pagano le royalty, ma l’affitto, va preventivato un costi di circa 2.500,00 euro al metro quadro. Logicamente questo dato è generico, bisogna verificare a seconda dello scalo.

Per aprire un negozio in aeroporto bisogna poi pensare alla pulizia, alle eventuali divise per il personale, all’arredamento e ai prodotti da vendere. Sono tutte spese necessarie. In aggiunta ci sono illuminazione, utenze, insegna e salari. Oltre alle imposte e agli oneri legati alla costituzione dell’impresa (meglio però essere costituiti da un certo tempo) e alla gestione. Se si sceglie la strada del franchising ci sono anche le royalty da riconoscere all’azienda a cui ci si affilia.

Il prezzo da pagare è alto, ma i ricavi possono essere davvero molto elevati. I clienti si aspettano di trovare prezzi superiori rispetto ai tradizionali punti vendita collocati in città. Lo stesso aeroporto ha l’interesse a lasciar praticare prezzi maggiori, perché grazie alle royalty può migliorare o aumentare i servizi. I passeggeri business beneficiano di rimborsi aziendali, mentre i turisti mettono in conto nel proprio budget una spesa maggiorata.

Meglio però accertarsi sulla presenza di concorrenti diretti nell’area in cui si avvia il negozio. Ad esempio se ci si trova in una zona degli imbarchi e gli altri esercenti sono distanti, magari in altre aree, allora la politica dei prezzi è meno vincolata. Lo stesso vale se si vende un prodotto non presente negli altri punti vendita dello scalo. Se si opera in piccoli aeroporti, magari quelli dedicati alle compagnie low cost, si deve valutare la possibilità di fidelizzare i clienti. Ad esempio viaggiatori che lavorano in un Paese e vivono in un altro, spostandosi spesso.

 

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