
Sono sempre di più le persone che cercano una soluzione lavorativa mettendosi in proprio. Per riuscire nell’impresa, però, bisogna trovare un’idea vincente rispondendo a una richiesta del mercato o innovando un determinato settore. Negli ultimi anni si è registrato un incremento delle friggitorie e sembra essere un ambito ancora in grande ascesa. Aprire un negozio di patatine fritte è certamente un’opportunità per trovare soddisfazione economica.
Certamente si tratta di offrire un prodotto che piace quasi a tutti e che attira grandi e piccoli. Funziona molto anche nelle località turistiche con i visitatori interessati a uno spuntino a base di patatine. A dimostrare la bontà dell’idea sono gli studi di settore che indicano un fatturato in continua crescita. Certamente ci sono già molte imprese attive in questo ambito, ma non manca lo spazio, soprattutto perché in alcune zone non c’è ancora molta copertura.
Uno dei vantaggi di questo tipo di impresa della ristorazione è che si può avere una clientela vasta senza dover investire grandi somme. Infatti le spese rispetto a un ristorante tradizionale sono decisamente inferiori e si incontra più facilmente il gusto di un numero elevato di consumatori. Va in ogni modo affrontata la burocrazia, ma per questo ci si può rivolgere a un commercialista.
Il professionista può occuparsi direttamente del disbrigo delle pratiche e ciò consente di risparmiare tempo e di evitare errori che potrebbero pregiudicare il corretto svolgimento dell’attività. Inoltre l’esperto fornisce consigli utili per scegliere la tipologia di impresa, per individuare eventuali finanziamenti o agevolazioni fiscali e per redigere il business plan in maniera esaustiva così che possa essere usato eventualmente per richiedere un prestito.
Avere un piano è essenziale per conoscere bene il territorio, i gusti dei potenziali clienti, la presenza di concorrenti e la loro offerta. Serve anche per stabilire gli obiettivi, prevedere le azioni da compiere e definire i tempi. Il documento ha una grande utilità proprio per l’imprenditore che mette nero su bianco i punti di forza e le criticità prima di iniziare. Si limitano i rischi e si verifica la convenienza dell’investimento, correggendo eventualmente l’idea iniziale.
APRIRE UN NEGOZIO DI PATATINE FRITTE: LA BUROCRAZIA
Le normative prevedono che il titolare debba adempiere a una serie di pratiche burocratiche per poter esercitare. Sebbene la presenza del commercialista possa ovviare a qualsiasi difficoltà, è bene sapere cosa fare. Specialmente perché per la somministrazione e la preparazione degli alimenti si devono avere determinate qualifiche e in questo caso deve essere chi svolge il lavoro a occuparsi dell’ottenimento dei documenti necessari.
Bisogna essere in possesso dell’attestato Sab e dell’Haccp. Si tratta di certificati rilasciati con il superamento dell’esame di appositi corsi di formazione sull’igiene alimentare. Si può prendere parte ai corsi con lezioni sulle norme e sulle modalità di conservazione dei cibi e dei vari ingredienti, superare la prova finale e ottenere tali atti senza i quali non si può operare. Per aprire un negozio di patatine fritte bisogna provare di essere qualificati.
Sono esenti dal corso di formazione coloro che hanno un’esperienza certificata nel settore dell’alimentazione per almeno 24 mesi nell’ultimo quinquennio. Deve ovviamente riferirsi al periodo precedente all’avvio della nuova attività. Questi sono gli aspetti che riguardano nello specifico il settore, mentre gli altri adempimenti riguardano l’iter comune a tutte le imprese.
Si deve chiedere l’attribuzione della partita Iva all’Agenzia delle Entrate, si iscrive la ditta al Registro delle Imprese della Camera di Commercio e si trasmette la comunicazione di inizio attività al Comune in cui si opera. Per aprire un negozio di patatine fritte è ovviamente obbligatorio il possesso dei nullaosta rilasciati dai Vigili del Fuoco e dall’Azienda Sanitaria Locale in seguito alle ispezioni per verificare il rispetto delle norme antincendio e sanitarie.
Una volta completato questo iter si può iniziare a lavorare. Chiaramente il locale deve essere reperito prima, perché al Comune devono essere consegnati i dati relativi all’immobile e deve essere quindi ispezionato dagli addetti di VVFF e ASL. Solo così si può aprire e servire la clientela. Il regime fiscale viene invece delineato dal commercialista in base alle caratteristiche dell’attività.
APRIRE UN NEGOZIO DI PATATINE FRITTE: IL LOCALE
La scelta dell’immobile in cui aprire un negozio di patatine fritte rappresenta uno degli elementi fondamentali per raggiungere il successo. Infatti la visibilità e la comodità di raggiungere il posto sono i due aspetti che permettono di incrementare la clientela. Va quindi selezionata una zona di passaggio, magari vicino a uffici, scuole o comunque centri ad alta frequenza.
Va inoltre dedicata molta attenzione all’allestimento e quindi alla dimensione del locale per fare in modo che lo spazio sia adeguato e che si possa facilmente gestire la preparazione del cibo con la somministrazione. L’ideale è disporre di quattro vani: uno dedicato alla sala per esporre le patatine e venderle attraverso un apposito bancone; uno per la cucina con una dimensione non inferiore ai 10 metri quadri; uno spogliatoio per il personale; un magazzino dove conservare le provviste.
Bisogna avere un servizio igienico e, nel caso si voglia consentire alla clientela di consumare gli alimenti acquistati direttamente nel punto vendita, è opportuno avere una sala con tavoli e sedie. Magari anche un dehor, se la posizione e il regolamento comunale lo consentono. Potrebbe essere l’ideale per abbinare la vendita di bibite, salse a magari altri cibi fornendo un servizio più completo, magari organizzando la pausa pranzo per studenti e lavoratori.
Aprire un negozio di patatine fritte significa fare un allestimento adeguato, magari colorato e divertente per attirare le persone incuriosendole. Chiaramente non deve mancare la funzionalità con il bancone collegato direttamente alla cucina per favorire l’immediato passaggio del personale e del prodotto. L’ambiente deve essere accogliente e pronto a ospitare un numero crescente di persone sempre con un’occhio alla praticità per chi opera.
Vanno sempre osservate le norme antincendio e sanitarie, quindi è bene assicurarsi che tutti gli impianti e gli allestimenti abbiano i requisiti richiesti dalla legge per poter lavorare in totale sicurezza, garantendo la stessa anche alla clientela. Quindi gli impianti elettrici, di tiraggio dei fumi, antincendio e le uscite di sicurezza devono essere predisposti nella maniera corretta per superare l’ispezione e soprattutto per evitare qualsiasi pericolo.
APRIRE UN NEGOZIO DI PATATINE FRITTE: I COSTI
La domanda alla quale l’imprenditore cerca una risposta è: quanto costa aprire un negozio di patatine fritte? Un quesito giusto e lecito, ma per riuscire a fornire un dato esatto bisogna conoscere la situazione specifica. Infatti tra le varie voci del budget concorrono elementi calibrati sul territorio scelto, sulle dimensioni dell’immobile, sulla presenza di dipendenti e così via.
Per riuscire a compilare un bilancio preventivo e conoscere le spese da sostenere è utile fare un elenco dei costi. Si inizia con l’affitto del locale, quindi si tiene conto dell’arredamento, della spesa per l’acquisto delle materie prime, le utenze, l’assicurazione, le tasse e le imposte, la pubblicità e gli eventuali salari dei collaboratori. Sono queste le voci del budget a cui vanno aggiunte le cifre specifiche.
Il commercialista può aiutare a fare i conti e quindi a definire le somme per completare il bilancio e fare un totale. In linea generale, rimanendo su costi medi, si può affermare che l’apertura del negozio di patatine fritte richieda un investimento iniziale di circa 30 mila euro. Rivolgendosi al franchising si può avere un vantaggio economico in tal senso. A fronte di maggiori vincoli sulle forniture e sull’allestimento del negozio, si ottiene un marchio già affermato e un supporto tecnico nelle varie fasi.
La spesa consiste nel riconoscere una tassa di affiliazione e una certa percentuale sui ricavi. Esaminando i contratti proposti insieme al commercialista si può valutare in ogni modo la convenienza dell’offerta, individuando quella migliore rispetto alle proprie esigenze. Questa formula consente anche di diluire la spesa iniziale nel tempo e di contenere alcuni costi.
Se non si dispone del capitale iniziale si può trovare un socio finanziatore oppure fare la richiesta di un prestito alla banca. Non va tralasciata l’opportunità di rintracciare dei finanziamenti a fondo perduto come quelli dedicati all’imprenditoria femminile e giovanile. Si devono verificare i bandi al momento dell’avvio dell’impresa, così da conoscere le disponibilità e le opzioni per presentare l’istanza.