
APRIRE UN NEGOZIO BIOLOGICO: UN’IDEA VINCENTE
La ricerca del cibo genuino, coltivato con criteri qualitativamente elevati, è la tendenza che accomuna moltissime persone. Aprire un negozio biologico oggi significa rispondere a un bisogno crescente e soprattutto si può fare senza bisogno di investire grandi cifre. Non servono ingenti capitali e si può spaziare sui prodotti da vendere. Infatti il biologico non riguarda solamente gli alimentari, bensì gli articoli attinenti alla casa e all’igiene personale. Sono sempre più diffusi e influenzano le scelte d’acquisto dei consumatori.
L’assenza di sofisticazioni chimiche nei cibi vuol dire usufruire di prodotti naturali, garantiti al 100% e affidabili. Lo stesso vale per le sostanze per il corpo, usate per lavarsi, per truccarsi e per ottenere benefici fisici ed estetici. L’inizio della vendita di prodotti biologici risale agli anni Ottanta, ma all’epoca non c’erano molti operatori e quindi neppure tanti clienti. Negli ultimi anni i dati si sono invertiti e il biologico determina il successo di molti imprenditori e commercianti.
Le necessità principali riguardano i locali da utilizzare per lo stoccaggio e la vendita delle merci. Non serve avere uno spazio ampio, piuttosto meglio puntare sulla sua funzionalità. Va considerata inoltre la posizione, perché la visibilità e la facilità nel raggiungere il punto vendita sono fattori determinanti per l’acquisizione della clientela. Il centro della città è normalmente la zona più idonea. Il tipo di acquirenti di un negozio del genere si può fidelizzare, ma prima va creata, bisogna farsi conoscere e per questo bisogna abbinare all’apertura dell’attività commerciale una buona campagna di marketing online e offline.
A costituire la differenza è la cura dei dettagli. Per il locale ci vogliono vetrine per mostrare i prodotti, da cambiare con una certa frequenza. Mettere in vista gli ultimi arrivi e una certa varietà di articoli permette di attirare con maggiore facilità la nuova clientela. All’interno del punto vendita gli allestimenti devono essere posti con accuratezza, i prodotti devono essere adagiati sugli scaffali in modo da essere visibili e con i prezzi esposti chiaramente. É bene indicare le caratteristiche di ogni articolo, così da far capire l’utilità e la genuinità. Il magazzino è indispensabile per conservare le scorte da gestire con il ricambio degli alimenti.
Oltre al titolare è sufficiente avere un collaboratore, almeno in fase iniziale, così da potersi occupare di negozio e deposito senza problemi. In caso di espansione si possono assumere altri addetti. Il guadagno è buono, infatti si può raggiungere un incasso giornaliero di 1.500 euro. Con un andamento costante si può rientrare dell’investimento in un paio d’anni.
APRIRE UN NEGOZIO BIOLOGICO RICHIEDE COMPETENZA
Prima di avviare l’attività è meglio acquisire le conoscenze utili, avere informazioni sul settore e sui vari tipi di prodotti che si possono commerciare. La redazione del business plan è importantissima per avere le idee chiare e calcolare la convenienza dell’impresa in base a numerosi fattori, svolgendo verifiche sui costi e sulle entrate. L’idea è di successo, ma ci vogliono impegno e competenza. Per le procedure burocratiche e per la preparazione del piano d’affari ci si può rivolgere al commercialista che è in grado di consigliare il futuro imprenditore su ogni fase per la produzione di documenti e per gli adempimenti di legge.
Non ci si deve dimenticare di monitorare la concorrenza. Il numero di punti vendita del settore e le loro attività aiutano a prendere una decisione per aprire un negozio biologico. Gli acquirenti costituiscono una categoria specifica, sebbene ci siano persone di vario genere ed età interessate ai prodotti biologici. Esaminando i punti di forza e di debolezza dei concorrenti si può mettere a punto una strategia valida, diversificando e colmando le lacune con proposte dedicate agli acquirenti.
La produzione di alimenti biologici ha registrato una crescita vistosa di anno in anno, con percentuali di oltre il 10%, come gli acquisti da parte delle famiglie. La rete di vendita conta un fatturato annuo di 3 miliardi di euro. Le associazioni che raggruppano i commercianti e gli agricoltori lanciano periodicamente campagne di sensibilizzazione utili a promuovere la vendita di articoli biologici. In rete si possono trovare notizie approfondite, poi si può contattare le diverse organizzazioni che si occupano del tema in modo da avere dati su cui lavorare, imparare e scegliere. In commercio si trovano libri dedicati.
LE LEGGI DA CONOSCERE PER APRIRE UN NEGOZIO BIOLOGICO
Le normative nazionali ed europee forniscono indicazioni sulle procedure da seguire e sui requisiti necessari per i prodotti considerati biologici. Il decreto legislativo numero 220 del 1995 e il regolamento CEE numero 2092 del 1991, con le integrazioni e modifiche intervenute successivamente sono i punti di riferimento. Infatti gli articolati stabiliscono sistemi di controllo per i negozi attivi nel commercio di prodotti preincartati o sfusi. Sono inclusi prodotti da forno, banchi della gastronomia e l’ortofrutta. Non va dimenticato che il biologico si può preparare e parte appunto dai prodotti della terra, quindi si tratta di adottare regole sulla sicurezza e sull’igiene.
Nel caso si scelga di vendere solamente articoli etichettati e confezionati, quindi preparati in altre aziende, occupandosi solamente della distribuzione non vi è alcun obbligo di certificazione. Il controllo avviene su chi opera nell’ambito del commercio all’ingrosso. Tuttavia richiedere volontariamente la certificazione all’Istituto per la Certificazione etica e ambientale permette di avere un marchio riconoscibile e di apparire così più affidabili agli occhi dei clienti. Significa adeguarsi alle norme ecologiche comunicando trasparenza a chi compra.
Il Consorzio Garanzia costituito dall’Associazione Italiana per l’Agricoltura biologica è una rete di punti vendita e consente agli associati di avere un finanziamento per sostenere i costi riguardanti il primo anno di certificazione e del sistema di controllo. Le imprese aderenti sono in grado di garantire i prodotti che sono biologici al 100%, con una filiera interamente italiana. Nelle diverse Regioni ci sono regole aggiuntive, diverse tra loro, su cui è necessario essere informati per approfittare dei vantaggi e per rispettare i requisiti richiesti.
L’etichettatura è quella che assicura il consumatore, quindi il suo ottenimento si basa si criteri specifici. Si viene sottoposti, in fase di produzione, a controlli severi, operati da vari enti specializzati e indicati dalle leggi. Ci sono visite ispettive periodiche, con il prelievo di campioni delle materie prime durante la coltivazione e dei preparati alimentari nelle gastronomie. La coltivazione a volte è abbinata al negozio, mentre in molti casi la vendita è slegata dalle altre fasi. A favorire il commercio sono i prezzi, perché prima il marchio biologico era più caro, ma oggi molti articoli hanno il medesimo costo dei prodotti non biologici. Con i Gruppi di Acquisto ci sono accordi fatti con i produttori per calmierare i prezzi.
APRIRE UN NEGOZIO BIOLOGICO CON IL FRANCHISING
Sul mercato ci sono diversi brand affermati del settore che propongono la possibilità di affiliarsi per aprire un negozio biologico in franchising. A seconda dell’impresa scelta ci sono requisiti e costi differenti, ma in ogni caso si può beneficiare di un nome conosciuto e diffuso per essere facilitati nella pubblicità e di assistenza tecnica. Analizzando i franchisor più importanti si sono raccolti alcuni dati che permettono di definire in maniera generica le principali richieste rivolte a chi vuole aprire un negozio biologico. La superficie richiesta varia dai 40 ai 250 metri quadrati, mentre a costituire diversità sostanziali sono le cifre da spendere. Infatti si devono mettere in conto arredi e merce che si è obbligati a comprare dal franchisor. Si parte da 20 mila euro per arrivare a 200 mila euro.
In effetti fare un conto delle spese da sostenere, anche nel caso si agisca da soli, è complesso, perché dipende dalla dislocazione del locale, della sua misura, dalla locazione o dall’acquisto, nonché dagli arredi e dai prodotti da acquistare. A cui si devono aggiungere strumentazioni, come computer e registratore di cassa, personale, utenze e pubblicità. Il franchising mette dei vincoli sulla scelta dei fornitori e sui quantitativi da acquistare, mentre l’indipendenza rende il lavoro più difficoltoso, ma consente un risparmio perché si ha molta più libertà di azione nell’operare le scelte più adatte. Chiedere un suggerimento al commercialista e analizzare i contratti proposti dai grandi marchi aiuta a decidere consapevolmente come aprire un negozio biologico.