Aprire un mercatino dell’usato: tutto quello che devi sapere

aprire un mercatino usato

Nonostante gli ultimi numeri lascino ben sperare, la crisi economica sta affliggendo ancora tutti i settori lavorativi e, per tale ragione, sono sempre di più coloro che hanno deciso di mettersi in proprio. Le alternative a disposizione sono moltissime così come lo sono i mestieri cosiddetti emergenti. E se, da una parte, il web sembra essere il protagonista assoluto, aprire un mercatino dell’usato potrebbe essere un’idea decisamente interessante soprattutto per chi ha intenzione di lavorare divertendosi. Una cosa è certa: sono molte le famiglie a puntare tutto sul risparmio e, per questo motivo, l’idea di consentire loro di risparmiare senza, però, rinunciare a quel capo d’abbigliamento tanto desiderato piuttosto che ad un borsa firmata di valore potrebbe essere vincente. Vediamo, dunque, di scendere più nel dettaglio e di capire come fare ad aprire un mercatino dell’usato.

APRIRE UN MERCATINO DELL’USATO: ECCO COSA C’È DA SAPERE

Come detto in precedenza, le famiglie sono molto interessate agli acquisti cosiddetti di seconda mano. In questo modo, infatti, hanno la possibilità di acquistare oggetti anche di marca senza dover spendere una fortuna. Nonostante il fatto che fino a non molto tempo fa questa attività fosse vista con non poca indifferenza, oggi è diventata una consuetudine se non, addirittura, una moda.

Basti pensare, ad esempio, al fatto che chi acquista in un mercatino viene considerato un consumatore responsabile, soprattutto nell’ottica dell’impatto ambientale. Oltreoceano i mercatini dell’usato sono una vera e propria realtà ormai da tempo e finalmente anche il nostro Paese sta diventando leader in questo tipo di compravendita.

Scendendo più nel dettaglio, è interessante precisare che i mercatini dell’usato non sono propriamente inseribili nella categoria delle attività commerciali poiché l’inquadramento sia dal punto di vista normativo che contabile è decisamente diverso. Sotto il profilo dell’organizzazione dell’attività tutto è molto simile ad un negozio tradizionale. Il segreto per riuscire a vendere e fare affari d’oro è, in primo luogo, la diversificazione.

Più sono le opportunità e maggiori saranno i guadagni. Un’opzione da tenere in considerazione è quella di vendere nello stesso negozio abbigliamento sia per uomo che per donna e bambino, oggettistica per la casa e per il tempo libero, giochi e libri. Un aspetto che non deve essere assolutamente trascurato è quello relativo alla scelta del locale.

Esso, infatti, è la vera chiave di svolta di tutta l’attività. Gli aspetti di cui tenere conto riguardano la location, la grandezza e le varie comodità che possono essere offerte ai clienti. In merito alla grandezza, è utile tenere conto del fatto che i locali devono essere abbastanza grandi, soprattutto se si ha intenzione di vendere varie tipologie di prodotti. In linea di massima, dovrebbe bastare un locale a 600mq.

Nel caso in cui, invece, si avesse a che fare con un mercatino cosiddetto monotematico potrebbero bastare anche solo 200mq. Un negozio di questo tipo, poi, non deve essere eccessivamente centrale poiché accedervi sarebbe difficoltoso e i prezzi dei locali potrebbero essere troppo alti. Infine, tra le comodità che non si possono affatto dimenticare c’è il parcheggio. Avere a possibilità di lasciare la propria auto proprio fuori dal negozio potrebbe rappresentare un valore aggiunto non indifferente.

COME SCEGLIERE I CLIENTI

I clienti tipo di un mercatino dell’usato di dividono in due grandi categorie: quelli che vendono e quelli che comprano. Nel primo caso, abbiamo a che fare con i privati che portano i proprio oggetti in conto vendita. Nel secondo caso, invece, con gli acquirenti di tali oggetti. Per quanto riguarda la prima tipologia di clienti, la cosa migliore da fare è procedere con la sottoscrizione di un regolare contratto al fine di non generare spiacevoli fraintendimenti.

Nel contratto devono essere specificare le generalità sia di chi vende che di chi acquista e le relative percentuali di guadagno. Volendo, si potrebbe anche procedere con la contrattualizzazione del tempo in cui gli oggetti in questione possono restare nel negozio. In generale, si contrattualizzano 2 mesi di giacenza ma tutto dipende essenzialmente dalle personali esigenze.

Come è facile intuire, indipendentemente dalle spese da sostenere per i locali, nell’eventualità in cui ci si dovesse approcciare a questa tipologia di attività non si dovrebbe sostenere alcun genere di spesa eccessiva. L’investimento iniziale, quindi, è ridotto pressoché al minimo. I fornitori, poi, sono gli stessi privati e, pertanto, anche in questo caso, le spese sono ridotte all’osso.

In merito ai fornitori, comunque, è utile far molta attenzione al fine di individuare quelli giusti. Per poter costruire un portafoglio clienti, poi, è interessante prendere in considerazione l’ipotesi di farsi pubblicità in modo tale da riuscire a partire con la marcia giusta e con del materiale da poter vendere. Al momento delle trattative, la merce dovrà essere accuratamente selezionata.

Pur trattatosi di prodotti di seconda mano, tutto dovrà essere di altissima qualità. Lasciare qualcosa al caso potrebbe significare mettere a rischio i futuri acquisti. La merce, dunque, dovrà essere in ottimo stato. In caso contrario, si dovrà rinunciare alla vendita della stessa per non compromettere la propria credibilità.

BUROCRAZIA

Dal punto di vista burocratico, questa tipologia di attività può essere assoggettata alle cosiddette agenzie di servizi. Aprire un mercatino dell’usato, dunque, non è affatto una cosa difficile a patto che si rispettino determinati standard. Per quanto riguarda l’Iva, ad esempio, bisogna tenere conto di due diverse situazioni.

Nel primo caso, è fondamentale precisare che alla formula del conto vendita non è applicabile l’Iva. L’unico documento che deve essere rilasciato, pertanto, è una ricevuta. Discorso diverso, invece, deve essere effettuato per la vendita a cui, invece, l’Iva deve essere assolutamente applicata. Ovviamente, per poter lavorare, è necessario che il titolare apra una partita Iva rivolgendosi o al proprio commercialista di fiducia o all’Agenzia delle entrate di competenza e si regolarizzi con le varie posizioni come, ad esempio, quella Inps e quella Inail.

Un’ipotesi interessante da prendere in considerazione è quella del franchising. Le opzioni sono moltissime e, pertanto, non c’è che l’imbarazzo della scelta. In questo caso, i vantaggi sono davvero moltissimi e tra questi c’è la possibilità di sfruttare il brand oltre che godere di un percorso di formazione. L’affiliazione, poi, potrebbe anche offrire la possibilità di avere la merce già in conto vendita.

Si tratta, quindi, di un’alternativa particolarmente allettante soprattutto per i cosiddetti neofiti. A questo punto, non resta altro da fare che mettersi alla prova, partendo dal presupposto che aprire un mercatino dell’usato è davvero un gioco da ragazzi. Attenzione, però: per non sbagliare, è sempre meglio chiedere aiuto ad un professionista del settore in grado di seguire ogni fase dell’attività sin dall’avvio.

Solo in questo modo si avrà la possibilità di evitare di dover fare i conti con spiacevoli errori che, alle volte, potrebbero ostacolare l’attività anche in maniera irrimediabile.

 

  Comments: None

Commenta ora

Confermo di acconsentire al trattamento dei dati personali ai sensi dell'art. 13 del D.Lgs. 196/03 e dell'art. 13 del Regolamento UE 679/16 e di aver preso preso visione dell'informativa privacy.