
Uno dei prodotti italiani che tutto il mondo ci invidia è sicuramente la pizza, un vero e proprio vanto della nostra cucina. Al netto delle naturali difficoltà che si incontrano ogni volta che si vuole dare vita a una nuova attività lavorativa in proprio e della grande concorrenza diffusa su tutto il territorio nazionale, aprire un giro pizza nel nostro Paese può ancora essere una scelta commerciale conveniente.
In fondo i consumatori non mancano e, puntando spediti sulla qualità e sulla professionalità, le chance di successo e di un pronto ritorno economico con un’attività del genere restano soddisfacenti. L’importante è conoscere come fare per catturare le attenzioni dei clienti e come gestire il nuovo lavoro nel migliore dei modi.
Acquisire le competenze e l’esperienza necessarie e informarsi sulle strategie di mercato da seguire è molto opportuno per limitare i rischi di impresa e accorciare la strada verso un business vincente. Bandire l’improvvisazione e curare i minimi particolari è un buon punto di partenza per trovare la via del successo.
Allora vediamo di seguito i passi da fare per aprire un giro pizza nel pieno rispetto delle regole e delle strategie di mercato: location da individuare, voci di spesa da conoscere, campagna pubblicitaria, passaggi burocratici e conclusioni.
APRIRE UN GIRO PIZZA: LA LOCATION
Per aprire un giro pizza di successo è fondamentale la scelta della posizione strategica della location proprio perché oltre la qualità della pizza proposta ai consumatori bisogna considerare altri elementi tra cui, appunto, il luogo dove avviare la nuova attività commerciale. Ha infatti poco senso aprire un’attività del genere puntando su un locale situato ai margini di una periferia oppure nelle zone più ricche di una città.
La natura stessa di una location destinata alla commercializzazione di pizza non richiede la ricerca di un target di consumatori con le tasche piene, ma magari è maggiormente indicato un locale nei pressi di scuole, università, stazioni ferroviarie, ospedali e altri centri urbani. In poche parole, stiamo parlando di clienti alla ricerca di prezzi bassi e di pietanze veloci da consumare in pochi minuti.
Per questo uno dei primi passi da fare è capire la zona dove operare, per farlo occorre uno studio di settore per informarsi sulle potenzialità e le criticità del territorio. Un’indagine di mercato tendenzialmente mirata a conoscere il target di consumatori, gli affitti, visto che i costi cambiano sensibilmente a seconda di una particolare zona, la raggiungibilità del posto con mezzi sia pubblici che privati, l’eventuale parcheggio e la presenza di concorrenti nelle vicinanze.
Sono tanti i fattori che fanno la differenza sul mercato, ma come principio aprire un giro pizza lontano dalla concorrenza è una giusta scelta commerciale. Dunque concentrarsi su uno studio di settore approfondito è importante per un business di successo al pari della professionalità, delle capacità relazionali, della qualità della pizza, della politica dei prezzi, della campagna pubblicitaria e dalla capacità di seguire le nuove tendenze.
Oggi le varietà di pizze da offrire ai clienti sono numerose, ecco perché è importante garantire ai consumatori prodotti vegani, senza glutine, con vecchie farine e farine speciali. Accompagnare la pizza tradizionale con quella alternativa è una buona strategia per conquistare una fetta di clienti più larga. La diversificazione dell’offerta è da sempre un buon mezzo per soddisfare le più svariate richieste, a patto di possedere le competenze del caso.
APRIRE UN GIRO PIZZA: QUALI VOCI DI SPESA CONOSCERE
Le voci di spesa principali per aprire un giro pizza riguardano l’affitto della location, anche se in questo caso è sufficiente un locale di modeste dimensioni, i macchinari e gli attrezzi da lavoro, l’arredamento, le utenze, il personale, la pubblicità e le pratiche burocratiche. Una volta trovato il locale, concordato il suo affitto ed effettuati i lavori di ristrutturazione per la messa a norma dello stesso, servono un forno, un frigorifero, un bancone e tutta una serie di attrezzature per la produzione della pizza.
A questi costi vanno aggiunti le spese per le utenze (gas, luce, telefono, collegamento a internet, acqua), per il personale, al quale pagare la retribuzione e versare i contributi previsti dalla legge, per la pubblicità e per la documentazione burocratica.
Naturalmente poi ci sono le spese da sostenere per le materie prime come la farina, la mozzarella, l’olio di oliva e altri importanti ingredienti. Più la qualità delle materie prime è alta e maggiore è la spesa, ma puntare sulla qualità è molto opportuno per il successo e per soddisfare le richieste di una clientela sempre più esigente.
APRIRE UN GIRO PIZZA: CAMPAGNA PUBBLICITARIA
Aprire un giro pizza significa anche dedicare buona parte di tempo alla campagna pubblicitaria. Serve cioè un piano promozionale in grado di catturare l’interesse dei consumatori attraverso la valorizzazione della location e dei prodotti.
Indirizzare la pubblicità puntando sul web è una cosa molto importante, soprattutto visto il target di consumatori generalmente giovane. Oggi i ragazzi utilizzano frequentemente internet per acquisire le informazioni di interesse e dunque sarebbe sbagliato non considerare questo rilevante aspetto.
Detto dell’importanza di un mezzo come il web, buona parte della promozione va indirizzata anche verso i canali tradizionali: volantini, spot radiofonici, cartelloni e partecipazioni a manifestazioni ed eventi. Affidarsi a un’agenzia di settore per il lancio della propria attività commerciale è una buona scelta, anche se ovviamente i costi della campagna salgono.
In ogni caso, puntare sulla pubblicità per affermarsi sul mercato è opportuno, soprattutto in un campo come questo dove la concorrenza è molto agguerrita.
APRIRE UN GIRO PIZZA: PASSAGGI BUROCRATICI
L’investimento di risorse fisiche, mentali e finanziarie per aprire un giro pizza continua con la documentazione burocratica da presentare per mettersi in regola. Innanzitutto per iniziare ad operare senza problemi la location destinata all’attività commerciale deve essere perfettamente a norma dal punto di vista igienico-sanitario.
Inoltre è necessario iscriversi alla Camera di Commercio, aprire la partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate, regolarizzare le posizioni INPS e INAIL, segnalare al Comune competente l’inizio dell’attività, chiedere l’autorizzazione per esporre l’insegna e, trattandosi di commercializzare alimenti, acquisire l’attestato HACCP.
Con la Comunicazione Unica di Impresa, una procedura online veloce e sicura, è possibile ottemperare con maggiore rapidità agli obblighi nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, della Camera di Commercio, dell’INAIL e dell’INPS. In definitiva si tratta di un iter documentale simile a ogni altra attività destinata al consumo di cibo, da portare a termine con le massime accortezze.
Viste le difficoltà della burocrazia si consiglia il ricorso a un bravo commercialista, un professionista che sappia ultimare tutto il percorso burocratico nei tempi giusti e correttamente. Una scelta da fare per vivere il momento senza lo stress e le paure delle pratiche burocratiche e per dedicare così il tempo per svolgere altri compiti.
Anche perché affidarsi a un bravo commercialista è un gioco da ragazzi, basta chiedere un po’ in giro o contattare direttamente l’Ordine dei Dottori Commercialisti.
APRIRE UN GIRO PIZZA: CONCLUSIONI
Aprire un giro pizza in Italia, nonostante la spietata concorrenza di settore, potrebbe ancora rivelarsi un’intuizione commerciale conveniente, a condizione di fare le cose per bene e senza fretta. Vale a dire non bisogna lasciare nulla al caso, ma attenzionare ogni aspetto fino ai minimi dettagli. In campo commerciale nessuno regala niente e per un business vincente i sacrifici da fare restano tanti.
Molti sacrifici, ma potenzialmente anche tante chance di ottenere un buon ritorno economico e buone soddisfazioni professionali. L’importante è individuare la location ideale, puntare sulla qualità della pizza, sulla diversificazione dei prodotti, sulla cordialità e su un’adeguata campagna pubblicitaria.
Ogni volta che si dà vita a una nuova attività lavorativa in proprio bisogna fare i conti con i rischi di impresa, da limitare con tutti i mezzi leciti possibili e con buone strategie di mercato. Concetti da non ignorare per non vanificare l’investimento e per realizzare concretamente i propri sogni.