Aprire un frantoio oleario: tutto quello che devi sapere

Aprire un frantoio oleario

Il quadro normativo di riferimento nell’ambito delle produzioni olearie è decisamente poco chiaro e definito. Questo fatto è quindi una delle cause delle molte frodi che sempre più spesso si verificano nel settore oleario, e che coinvolgono molte aziende di commercializzazione di prodotti oleari alimentari. Per fare alcuni esempi, si è verificato che aziende anche di rilevanza nazionale, spacciassero per italiano olio di importazione da paesi dell’est europa; così come è accaduto che sugli scaffali dei supermercati si trovasse olio venduto per extravergine di oliva, ma che in realtà fosse di altra derivazione.
Questi sono solo alcuni dei molti motivi che sempre più frequentemente spingono molte aziende agricole organizzate con diverse piante di ulivi attivi, a pensare di aprire un frantoio oleario. In questo modo, infatti, l’azienda diventa capace di controllare l’intero processo produttivo: dalla coltivazione degli ulivi, alla raccolta delle olive, fino alla produzione dell’olio ed al suo stoccaggio. Si crea quindi la così detta “filiera produttiva”, che sempre più è in grado, soprattutto di questi tempi, di aggiungere valore all’olio di oliva, offrendo al consumatore una garanzia di qualità controllata ed in molti casi certificata.

Aprire un frantoio oleario, presuppone comunque che l’interessato abbia oltre ad un adeguato spirito imprenditoriale, necessario per gestire al meglio tutti gli aspetti economici ed organizzativi della futura realtà aziendale, anche una discreta preparazione riguardo l’arte molitoria. Solamente con impegno, dedizione e lavoro non si può infatti produrre un olio extravergine di olia di eccelsa qualità: serve l’esperienza al servizio della produzione.

LE QUESTIONI BUROCRATICHE PER APRIRE UN FRANTOIO OLEARIO SECONDO DISPOSIZIONI DI LEGGE

Per aprire un frantoio oleario è necessario seguire tutto l’iter burocratico riguardante l’apertura in genere di una attività produttiva e commerciale alimentare. Per prima cosa è quindi necessario aprire una Partita Iva nel caso in cui questa non fosse già presente. Bisogna quindi procedere con l’iscrizione dell’azienda al Registro delle imprese della propria provincia, con conseguente rilascio del numero di registrazione aziendale REA, che andrà ovviamente riportato, unitamente alla ragione sociale dell’azienda, all’ubicazione della stessa ed al capitale sociale di riferimento interamente versato, nell’intestazione di ogni documento fiscale. E’ necessario infine regolarizzare la posizione aziendale Inps oltre che quella Inail.

I passaggi seguenti prevedono la compilazione e presentazione presso il comune di competenza delle domande di permesso all’apertura dell’attività.
I moduli da poter compilari si trovano solitamente presso la sede comunale, oppure si possono scaricare direttamente dal sito internet del comune di riferimento. La domanda va adeguatamente accompagnata dal progetto dettagliato relativo alla attività di prossima apertura. Questa procedura solitamente viene affidata ad un incaricato competente, come un geometra, un architetto piuttosto che un ingegnere civile, in quanto è necessario presentare tutti i conteggi tecnici relativi alla costruzione della struttura del frantoio di prossima costruzione, nonchè il calcolo degli oneri di urbanizzazione che andranno versati al comune, una volta che il progetto sia stato approvato.

Non va infine tralasciato l’aspetto propriamente igienico, legato quindi agli innumerevoli obblighi sanitari che vanno rispettati nel momento in cui si sceglie di approcciarci ad una qual si voglia attività di produzione alimentare. E’ quindi necessario recarsi preventivamente presso l’azienda sanitara territoriale di competenza del proprio comune, così da capire i principali requisiti sanitari che dovrà rispettare il frantoio di prossima apertura. Una volta realizzata la struttura, prima di aprire l’attività, sarà necessario presentare regolare D.I.A. o domanda di inizio attività all’asl. I responsabili territoriali organizzeranno, successivamente, un controllo a posteriori per verificare che siano stati rispettati, in corso d’opera, tutte le indicazioni e norme di legge in materia sanitaria produttiva.

FRANTOIO OLEARIO DI GRANDI DIMENSIONI

Aprire un frantoio oleario di grandi dimensioni è sicuramente consigliato ad aziende agricole ben strutturate, con un numero di ulivi superiori ai duecento e con una capacità produttiva stimata di circa trecento quintali di olive all’anno. La spesa da affrontare per poter adempiere a tutti i requisiti igienico sanitari obbligatori, nonchè per l’acquisto dei macchinari può variare dai cinquanta ai centomila euro. L’ambiente dovrà essere non più piccolo di trenta metri quadrati, in quanto gli impianti di molitura industriali hanno grossi ingombri. Inoltre si richiede solitamente una fornitura elettrica trifase, in quanto i macchinari hanno un consumo elettrico di circa venticinque kW/ ora.

Oltre ai permessi sanitari obbligatori, un frantoio industriale solitamente si rende abile per la molitura non solo delle proprie olive, ma anche di olive per conto terzi, così da riuscire ad incrementare il volume di affari ed ammortizzare le spese sostenute. In questo caso è quindi necessario rivolgersi, prima di aprire un frantoio oleario, all’ Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, AGEA, così da ottenere il PIN per poter accedere al registo di carico e scarico che necessariamente dovrà essere tenuto aggiornato. La certificazione rilasciata da Agea, diventa fondamentale per consentire ai clienti del frantoio di accedere ai contributi europei in ambito oleario. Lavorare le olive per conto terzi, inoltre, richiede di dover approntare un sistema documentale di tracciabilità di prodotto.

Dal punto di vista organizzativo, la gestione di un frantoio industriale di medie dimensioni non richiede particolare competenza specifica sui macchinari, se non l’esperienza, come detto, nell’arte della molitura che permette di ottenere un prodotto di qualità superiore rispetto ad un altro. Per contenere i costi del personale, spesso è un famigliare appartenente alla stessa azienda agricola che si rende disponibile al funzionamento dell’impianto: si richiede solo una certa abilità in caso di piccoli guasti meccanici. Semplificando, un frantoio che lavora in continuo è composto da:

  • vasca di lavaggio;
  • trituratore delle olive;
  • vasca di gramolazione;
  • centrifuga per separare l’olio dalla pasta delle olive;
  • silos per stoccaggio prodotto finito.

IL MINI FRANTOIO OLEARIO O FRANTOIO HOBBISTICO

Accade che spesso i piccoli coltivatori di piante di ulivo, desiderino diventare autonomi nella molitura delle proprie olive. Diventa quindi per loro attraente la possibilità di poter aprire un mini frantoio, che richiede un investimento economico di portata decisamente inferiore rispetto al budget da stanziare per l’apertura di un frantoio di grandi dimensioni. In questo caso si rende comunque necessario possedere un luogo idoneo per poter svolgere l’attività. Quindi bisogna disporre comunque di una stanza di almeno quindici metri quadrati, piastrellata sia sul pavimento che sui muri, per agevolare le manovre igieniche necessarie e adeguatamente fornita di impianto elettrico a norma di legge.

I macchinari dedicati ad un mini frantoio oleario hanno prezzi variabili dai cinquemila ai diecimila euro, quindi accessibili a molti. Sono di dimensioni contenute e quasi sempre dotati di ruote, quindi facili da poter muovere e spostare. Il loro consumo energetico è di circa tre o quattro kW/ora, quindi sicuramente in linea con le normali richieste energetiche di un’azienda agricola di medie dimensioni. L’impianto inoltre non richiede particolari manutenzioni, quindi ha un costo di gestione stimabile a circa duecento euro l’anno. La capacità produttiva di un frattoio hobbistico è approssimativamente stimabile ad una lavorazione di circa cento kg di olive all’ora: una molitura di circa cento quintali di olive, richiederà quindi 100 ore di lavorazione.

Nonostante le caratteristiche legate alle piccole realtà produttive, aprire un mini frantoio richiede sempre di dover affrontare la procedura di riconoscimento sanitario, con relativa registrazione all’asl di competenza. Inoltre varrà ugualmente la regola di dover procedere con l’iscrizione del frantoio al Sistema Informatico Nazionale. Il mini frantoio, è tuttavia esente dal dover tenere un registro di carico e scarico, in quanto la molitura riguarda solo olive prodotte dall’azienda agricola stessa, e non svolge un servizio per conto terzi. Il frantoio, infine, potrà smaltire i residui di lavorazione, quali le sanse umide, direttamente nei propri campi: per poter far questo serve comunque l’autorizzazione di abilitazione rilasciata dal comune di appartenenza.

 

 

 

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  1. Buongiorno, volevo un’informazione.
    È il caso di una società inglese che ha come attività la commercializzazione di olio prodotto e confezionato in Italia (con stabilimento produttivo sito in Italia). Nel momento in cii decidesse di vendere olio anche in Italia. Come deve comportarsi? Non si tratta di operazione comunitaria, in quanto il bene si trova già in Italia, giusto?


  2. Salve, volevo sapere se ci sono delle agevolazioni o contributi per aprire un frantoio oleario conto terzi in Calabria. Grazie

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