
APRIRE UN COMPRO ORO: LA CONVENIENZA CON LE NUOVE REGOLE
Mettersi in proprio costituisce oggi un’opportunità per far fronte alla crisi occupazionale, ma ovviamente bisogna cercare il settore migliore in base alle proprie competenze e alle esigenze dei potenziali clienti. Aprire un compro oro può essere una buona idea, specialmente con la congiuntura attuale, ma è bene sapere che il Decreto Legge numero 92 del 25 aprile 2017 sono state introdotte nuove regole, quindi è opportuno fare una valutazione attenta circa la convenienza di avviare questo tipo di impresa.
La normativa ha lo scopo di contrastare le attività criminali, per evitare in particolare il riciclaggio che spesso avviene in alcuni negozi di compro oro, usati appunto per rivendere oggetti rubati. Le restrizioni aggiunte a una riduzione dei ricavi del settore fanno sorgere alcuni dubbi sul fatto che sia una buona idea, ma non bisogna lasciarsi scoraggiare. Piuttosto è meglio fare una riflessione sui propri obiettivi e sulle possibilità reali offerte dall’attività commerciale in tale comparto, così da operare le proprie scelte in modo consapevole.
In questi tempi molti negozi sono costretti alla chiusura, mentre i compro oro fino ad ora hanno mostrato ricavi in controtendenza. Molte persone necessitano di denaro e quindi devono vendere i propri gioielli, ma ce ne sono altre che preferiscono investire i risparmi acquistando oro e preziosi, quindi chi detiene un’attività commerciale del genere ha ottime opportunità di avere una buona remunerazione. Basti pensare che nel 2010 le esportazioni del metallo giallo sono cresciute del 385%. L’Italia non ha miniere aurifere, ma vende oro all’estero.
Ovviamente non manca la concorrenza, proprio per l’andamento del settore sono nati moltissimi compro oro, ma ciò non significa che ci sia ancora spazio. Certamente va fatto il conto del calo fisiologico. Nel 2012 il fatturato medio di questo genere di attività si aggirava sui 600 mila euro annui, mentre nel 2014 si è dimezzato. Diversi esercenti hanno scelto di chiudere i battenti, tuttavia oggi c’è ancora convenienza e si possono avere interessanti guadagni. Specialmente se si apre laddove non c’è troppa concorrenza.
APRIRE UN COMPRO ORO: COSTI E ADEMPIMENTI
Negli ultimi tre anni ci sono state delle chiusure nel settore e inoltre sono aumentati gli adempimenti, quindi questo può aver scoraggiato alcuni ad avviare un’attività commerciale nel comparto. Ciò costituisce un buon segnale per chi volesse affrontare l’iter perché c’è più spazio e si può tornare a veder crescere il fatturato. Con l’aiuto di un commercialista si può affrontare senza preoccupazioni la burocrazia, evitando errori e velocizzando le tempistiche. Inoltre il professionista supporta il cliente nella redazione di un business plan, utilissimo per definire gli obiettivi e prendere decisioni.
I costi da sostenere per aprire un compro oro non sono elevati e questo aspetto è positivo per chi si trova a dover avviare un’impresa da zero per crearsi un lavoro. Non sono necessari requisiti personali o professionali speciali, si deve quindi affrontare la stessa procedura che si ha per qualsiasi tipo di azienda. Si deve aprire una partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate territoriale e quindi iscriversi al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio competente per provincia.
Successivamente va presentata la denuncia di inizio attività allo Sportello Unico delle Attività Produttive del Comune sul cui territorio si decide di aprire un compro oro. Va chiesta anche l’autorizzazione per l’insegna e infine ci sono le nuove norme, di cui si tratterà più avanti. Con il commercialista a disposizione si possono delegare a lui la compilazione e la trasmissione dei documenti e focalizzare l’attenzione sul lavoro da compiere.
Si deve disporre di un locale di almeno 20 metri quadrati per realizzare l’attività e assicurarsi che rispetti le norme sulla sicurezza, che verranno verificate dai Vigili del Fuoco. Si può optare per affittare il negozio e poi si deve acquistare l’attrezzatura necessaria. Qualche espositore, la bilancia di precisione e il kit di verifica della natura degli oggetti da esaminare. Ai fini della sicurezza meglio dotare il locale di vetri oscurati e antisfondamento. Ci vorrà anche un antifurto. Inoltre bisogna disporre di contante per poter acquistare l’oro, che andrà rivenduto a prezzo maggiorato.
L’investimento iniziale, sebbene debba essere calibrato alla specifica situazione, dovrebbe aggirarsi sui 20 mila euro. La cifra è abbastanza facile da ammortizzare in pochi mesi, così da recuperare il capitale e iniziare a guadagnare. Naturalmente oltre alla presenza servirà un po’ di pubblicità, ma su questo aspetto possono aiutare anche i social network, che sono ottimi per far circolare la voce tra gli abitanti del territorio.
APRIRE UN COMPRO ORO: LE LEGGI
Le norme di base per chi intende aprire un compro oro sono contenute nella legge numero 7 del 2000, concepita con l’emanazione della direttiva comunitaria 98/80/CE che indica le regole principali da rispettare per la compravendita del metallo prezioso. I punti principali da seguire sono due: la tenuta di un registro con l’annotazione di tutte le operazioni di acquisto e di vendita con l’inclusione dei dati del cliente; i gioielli devono essere conservati senza modifiche per dieci giorni all’interno del negozio prima di essere proposti per la vendita.
Le violazioni vengono sanzionate con ammende di importo compreso tra il 10% e il 40% del valore del negoziato. Oggi però ci sono nuove regole che devono essere applicate scrupolosamente. Sono state introdotte con il Decreto Legge numero 92 del 25 aprile 2017. Si tratta di obblighi rivolti alle attività commerciali operanti nella compravendita di oro e argento. Ci si deve iscrivere a un apposito registro degli operatori di compro oro professionali. Inoltre per le varie transazioni si deve identificare il cliente con chiarezza, descrivendo e fotografando l’oggetto acquistato o venduto.
Vanno redatte schede, numerate progressivamente, con i dati personali del cliente, la descrizione dell’oggetto, il prezzo praticato e il metodo di pagamento utilizzato. Infine per l’impiego di denaro contante la somma non deve superare i 500 euro, altrimenti si dovranno scegliere mezzi alternativi in modo che l’operazione sia tracciabile. Le sanzioni ammontano a 1.500 euro per la mancata iscrizione dell’operatore.
Mentre per la mancata identificazione del cliente la multa è compresa tra i 1.000 e i 10 mila euro. Se si omette di segnalare una transazione sospetta l’ammenda va dai 5 mila ai 50 mila euro. Attendendosi scrupolosamente alle regole si evitano le punizioni pecuniarie e si opera in completa sicurezza, evitando che la merce rubata possa essere riciclata e di coinvolgere la propria attività commerciale in operazioni illecite.
APRIRE UN COMPRO ORO: LE CONSIDERAZIONI
Una volta raccolte le informazioni si deve predisporre un business plan e quindi valutare la convenienza di aprire un compro oro o meno. Vanno comunque fatte alcune considerazioni per prendere la decisione in modo consapevole. La leggera ripresa economica porta a ridurre il numero di persone che si rivolgono a questo tipo di imprese per ottenere denaro con cui affrontare le spese del quotidiano e quelle straordinarie. Ciò non significa che non ci siano opportunità di guadagno, ma saranno inferiori rispetto agli anni passati.
La diminuzione della concorrenza potrebbe lasciare spazio in alcune zone e quindi l’assenza di negozi dedicati alla compravendita dell’oro consente di avviare nuove attività. Meglio, per questa ragione, fare prima un’indagine di mercato sull’area in cui si decide di creare l’impresa per assicurarsi di non entrare in competizione con un negozio che ha già una propria clientela e una certa fama. Meno competitor ci sono e più occasioni di crescita ci saranno per chi apre la nuova azienda.
Meglio verificare il prezzo dell’oro per fare i conti su spese e ricavi, tenendo presente però che l’andamento non è prevedibile, perché a influenzare la salita e la discesa del valore del metallo prezioso concorrono differenti fattori. Nel 2017 ci sono stati crolli e riprese e questo dimostra che anche un bene d’investimento sicuro può subire dei ribassi improvvisi e duraturi. Gli analisti forniscono a volte previsioni contrastanti, ma alcuni sostengono che ci sarà una ripresa delle quotazioni. É bene quindi controllare il valore per calcolare costi e ricavi.