
Aprire un circolo ricreativo di questi tempi non è affatto una cattiva idea. Oggigiorno la vita è diventata troppa frenetica, si fa tutto di corsa e i ritmi sono davvero alti e quasi insostenibili. Ecco perché passare qualche ora della giornata da dedicare al relax e alla socializzazione è indispensabile per migliorare il proprio stato psico-fisico.
Per definizione, infatti, un circolo ricreativo, si propone come scopo principale quello della socializzazione. La cosa fondamentale per concretizzare l’idea di aprire un circolo è dunque farlo nel rispetto delle regole senza approfittare dei benefici fiscali e senza pensare a facili guadagni.
Chi ha intenzione di aprire un circolo ricreativo non deve essere spinto da fattori commerciali, ma innanzitutto da uno spirito solidale. Ciò non significa privarsi completamente di qualche guadagno, ma dare importanza prioritariamente ad altre finalità. Ma andiamo per ordine per capire i passi da fare per aprire un circolo ricreativo in piena regola e nel rispetto dei principi di base: cosa fare, quali licenze e autorizzazioni occorrono fino alle considerazioni finali.
APRIRE UN CIRCOLO RICREATIVO: FACCIAMO CHIAREZZA
Iniziamo dal capire che in un circolo ricreativo possono entrare esclusivamente i tesserati, vale a dire i soggetti diventati soci attraverso la sottoscrizione del tesseramento. Un luogo dove vengono proposte attività di grande interesse sociale, culturale e ricreativo. Praticamente il circolo è un posto per passare del tempo della giornata in buona compagnia e per condividere con altre persone alcuni stessi interessi. I circoli ricreativi sono di diversa natura, esistono infatti i circoli sportivi, ludici, culturali, etc. Luoghi ideali per scambiare quattro chiacchiere, giocare a carte, partecipare a tornei e per programmare interessanti iniziative sociali.
Proprio la molteplicità di circoli esistenti porta ad una precisa riflessione: quale circolo aprire e quali attività offrire ai soci? Bisogna fare chiarezza su questi aspetti, prima di aprire un circolo ricreativo. Generalmente quando si apre un circolo si sceglie di garantire ai tesserati anche un bar dove consumare insieme qualche bibita o un buon caffè.
Un altro elemento da considerare è relativo agli spazi da garantire ai soci. Occorrono ambienti ampi e ben arredati, tali da permettere ai soci di relazionarsi senza alcun problema di spazio. Per una frequentazione massiccia del vostro circolo ricreativo è buona abitudine, quindi, assicurare ai tesserati locali confortevoli e non spazi angusti e poco piacevoli.
Ovviamente per garantire ai propri soci maggiori comodità c’è bisogno di un investimento di risorse finanziarie non propriamente basso, soprattutto quando si intende dotare il circolo di un punto ristoro e di particolari attrezzature. Aspetti che non devono spaventare perché per un circolo ricreativo sono previste delle specifiche agevolazioni fiscali non contemplate per altre attività.
APRIRE UN CIRCOLO RICREATIVO: AUTORIZZAZIONI E LICENZE
Aprire un circolo ricreativo significa dar seguito ad alcuni adempimenti burocratici per ottenere le autorizzazioni e le licenze del caso. Innanzitutto per la costituzione di un circolo ricreativo è necessario determinare l’attività principale, elaborare l’atto costitutivo e lo Statuto ed effettuare la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate.
Nel caso poi si abbia intenzione di aprire un punto ristoro per la somministrazione di bevande e alimenti ai tesserati è necessaria l’autorizzazione del Comune di competenza. Un’autorizzazione rilasciata solo a seguito del rispetto delle norme igienico-sanitarie, verificate con un’apposita ispezione dell’ASL territorialmente competente.
Inoltre, per aprire un bar all’interno del circolo ricreativo, c’è bisogno di presentare al Comune interessato la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) e del possesso della certificazione HACCP. Quest’ultima è un’attestazione da conseguire con la frequenza di un specifico corso che prevede dei costi abbastanza contenuti. Non trattandosi di un’attività commerciale le agevolazioni fiscali non prevedono tassazione né quindi l’apertura della partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate. Attenzione però, nei casi di eventuali spettacoli, prima di organizzarvi informatevi correttamente sui diritti SIAE da corrispondere per non incorrere in qualche fastidiosa sanzione.
APRIRE UN CIRCOLO RICREATIVO: L’IMPORTANZA DI FARSI SEGUIRE DA UN COMMERCIALISTA
Soprattutto quando si pensa di aprire un circolo ricreativo con all’interno un punto ristoro, anche se le pratiche burocratiche non sono tante, è comunque una buona regola farsi seguire da un bravo commercialista. Un modo per avere certezza della correttezza della documentazione da presentare al comune, per avere indicazioni sulla conformità degli ambienti e conoscere esattamente le agevolazioni fiscali previste dalla legge per i circoli ricreativi.
Molto difficile dar seguito alla documentazione necessaria in piena autonomia quando scarseggiano competenze ed esperienze, meglio allora affidarsi alla competenza e all’esperienza di un professionista del settore. Anche perché dar vita a un circolo ricreativo non è facile e impegnare le proprie risorse psico-fisiche pure per sbrigare le pratiche occorrenti significa aumentare le ansie e lo stress.
Vivere il momento più tranquillamente è importante, per questo il suggerimento è quello di affidarvi a un buon commercialista, magari facendo riferimento direttamente all’Ordine dei Dottori Commercialisti più vicino alla vostra zona. In alternativa, è possibile rivolgersi a qualche amico per farsi consigliare qualche professionista di fiducia. Allora perché complicarsi la vita con gli adempimenti burocratici quando la soluzione è dietro l’angolo?
APRIRE UN CIRCOLO RICREATIVO: UTLIME CONSIDERAZIONI
Aprire un circolo ricreativo è davvero una bella sfida, un compito molto impegnativo sotto tutti i punti di vista. Prima di ogni decisione, quindi, occorre valutare coscientemente tutti gli aspetti senza tralasciare alcun particolare e avere ben presente in mente di avviare un’attività destinata soprattutto a una finalità di carattere sociale.
Trattandosi, infatti, di un’attività no-profit, i guadagni sono molto limitati e nell’atto costitutivo deve essere indicata chiaramente la possibilità dei soci amministratori di percepire qualche compenso. Pensare di guadagnare un sacco di euro con un circolo ricreativo è sbagliato, le vere finalità devono essere altre. In caso contrario, è decisamente più opportuno dirottare le proprie intenzioni verso altre attività più remunerative. Dopo le ultime considerazioni, resta solo da farvi un grande augurio per l’apertura del vostro circolo ricreativo.