Aprire un circolo privato: tutto quello che devi sapere

aprire un circolo privato

Aprire un circolo privato è la soluzione giusta per chi possiede uno spirito imprenditoriale da coniugare con la passione per la socializzazione ed il contatto con la gente. Questo servizio si presta infatti ad essere personalizzato a seconda degli interessi di chi lo gestisce, diventando un punto di riferimento culturale, musicale, sportivo o un semplice luogo di ritrovo a fini ricreativi, che va ad arricchire l’offerta di un quartiere cittadino o di un piccolo paese. In ogni caso, si tratta di un’attività gratificante, mai noiosa e allo stesso tempo potenzialmente proficua. Ma quali sono le tappe da percorrere per allestire un circolo privato?

APRIRE UN CIRCOLO PRIVATO: LE VARIE TIPOLOGIE

Per definizione, un circolo è un luogo finalizzato alla riunione dei soci di una determinata associazione. Tali associazioni possono essere affiliate a realtà riconosciute dal Ministero dell’Interno (come l’ARCI o l’ACLI, per citare le più conosciute in Italia), ma possono essere anche indipendenti, fornendo dei servizi più specifici. In ogni caso, lo scopo generale di un circolo dovrebbe essere quello di garantire delle attività a scopo ricreativo e culturale.

A loro volta, queste attività possono interessare diversi ambiti, come la musica, lo sport, la lettura, le tradizioni locali, il volontariato, la religione, la valorizzazione di prodotti eno-gastronomici, gli scambi culturali tra varie città. L’elenco può naturalmente estendersi, includendo sfaccettature culturali e sociali più definite ed coinvolgendo fasce di età differenti, a seconda del target del circolo stesso.

Un elemento importante de tenere a mente per chi vuole aprire un circolo privato è il seguente: a differenza di un normale esercizio commerciale, come ad esempio un pub, nel circolo l’ingresso è garantito solamente ai soci (quindi ai possessori della tessera associativa). Questo vuol dire che il loro accesso non è pubblico, ma, come suggerito dalla terminologia stessa, privato.

Ugualmente importante è il fatto che la forma giuridica di questi locali non è quella dell’impresa, ma dell’associazione no-profit. Questo non significa tuttavia che chi gestisce un circolo privato non possa ottenere dei guadagni, in quanto è sempre possibile ottenere un’apposita licenza per la vendita di bevande, sia analcoliche che alcoliche, da distribuire solo ai soci.

COSA OCCORRE PER APRIRE UN CIRCOLO PRIVATO

Ancor prima di aprire un circolo privato, occorre decidere la forma da conferire all’associazione, che coma abbiamo visto in precedenza può variare a seconda degli interessi dei fondatori. Quale sia la finalità associativa, questa dovrà prevedere un comitato amministrativo e delle cariche specifiche. Tra queste, quella più importante è quella del presidente, che dovrà assumersi la responsabilità legale dell’attività.

I soci fondatori, definiti i ruoli e le cariche sociali, dovranno quindi creare un atto costitutivo e lo statuto del circolo, stabilendo anche la sua sede legale. Avere le idee chiare circa le finalità dell’associazione permetterà di stilare un documento completo e trasparente, che a sua volta si rivelerà efficace al momento di portare avanti i successivi passaggi amministrativi. Una confusione circa questi aspetti potrà invece causare intoppi, ritardi e fraintendimenti, limitando inoltre la sostenibilità del progetto.

Al fine di redigere atto e statuto in conformità con i requisiti dettati dalle normative nazionali, potrebbe essere una buona idea rivolgersi a delle figure con competenze specifiche, specialmente se non si ha familiarità con l’impianto giuridico. Ecco allora che un consulente con esperienza commerciale potrà fornire degli utili suggerimenti su come procedere e su come affrontate la fase della registrazione, le pratiche fiscali, la contabilità e la gestione dei soci e delle riunioni del comitato direttivo.

Ugualmente importante è il disbrigo di tutte le pratiche burocratiche relative all’apertura del bar all’interno del circolo. Anche in questo caso, per essere in piena regola con i requisiti imposti dallo Stato, sarà opportuno seguire i consigli di un commercialista, che potrà indirizzare i fondatori nella gestione della modulistica, rispettando scadenze e criteri per ottenere in tempi brevi le autorizzazioni necessarie.

COME ALLESTIRE UN CIRCOLO PRIVATO

Possedere una previa esperienza nella gestione di un esercizio come un piccolo bar o un chiosco sarà un vantaggio per chi ha intenzione di aprire un circolo privato dotato di bar. Sarà necessario allestire gli spazi in maniera funzionale: un piccolo magazzino, il bancone, i refrigeratori, i tavoli con le sedie, un eventuale palco per le esibizioni musicali o per la presentazione di eventi, un impianto luci e un mixer sono indispensabili per garantire la piena efficienza del locale.

Per quanto riguarda le dimensioni delle sale, queste dovranno essere compatibili con le finalità associative. Una sede di una piccola associazione di volontariato potrà essere ad esempio ridotta, mentre allestire un circolo che ha l’ambizione di ospitare centinaia di soci, proponendo intrattenimenti musicali e la distribuzione di alcolici, avrà bisogno di una location sicuramente più capiente, con servizi igienici e altri spazi aggiuntivi.

In quest’ultimo caso, chi volesse aprire un circolo privato di questo tipo dovrà predisporre anche un efficace sistema di insonorizzazione degli ambienti adibiti allo svago e alle attività culturali, specie se i locali sono situati in una zona residenziale. Infine, sarà utile predisporre un’anticamera da adibire all’accoglienza dei tesserati, tenendo a mente che solo gli associati potranno avere accesso ai servizi del circolo.

COME FINANZIARE UN CIRCOLO PRIVATO

Trovare i mezzi economici per aprire un circolo privato non è un’impresa impossibile, anche se sarà necessario dotarsi di un capitale iniziale sufficiente per avviare il progetto. Sarà quindi necessaria un’operazione di capitalizzazione da parte dei soci fondatori, che potranno anche ottenere della liquidità da fonti esterne al consiglio direttivo.

Sarà utile controllare la presenza di bandi dedicati a questo settore, sia a livello regionale che nazionale, individuando l’eventuale presenza di opportunità a fondo perduto destinate a particolari categorie. In assenza di finanziamenti pubblici, si potrà optare per un prestito bancario, predisponendo un progetto che sia il più possibile sostenibile finanziariamente e convincente dal punto di vista della fattibilità.

 

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