Aprire un centro di assistenza fiscale: tutto quello che devi sapere

aprire un centro di assistenza fiscale

Quando di decide di mettersi in proprio, bisogna assolutamente andare alla ricerca del settore giusto in cui investire il proprio denaro. Senza alcun dubbio, la prima cosa che si deve fare è capire quale è l’attività migliore partendo dalle competenze che si posseggono. Solo in un secondo momento, si potrà procedere con un’analisi più dettagliata del mercato e delle opportunità che si possono trovare. Decidere di avviare un’attività in proprio è decisamente molto coraggioso ma, allo stesso tempo, è un’attività particolarmente entusiasmante. Chi, ad esempio, non ha mai desiderato di mollare il proprio lavoro dipendente e di mettersi in proprio, smettendo, dunque, di rendere conto al proprio capo o ai propri dirigenti. Insomma, se aprire un’attività in proprio è il sogno nel cassetto di ognuno di noi, passare all’atto pratico comporta la necessità di riflettere in maniera approfondita in merito al da farsi. Ma quali sono i settori più interessanti del momento? Nel caso in cui si dovessero possedere competenze in ambito economico, un’attività da prendere in considerazione potrebbe essere quella dell’assistenza fiscale. Aprire un centro di assistenza fiscale non è affatto complesso. Ovviamente, come per ogni altro genere di attività, è fondamentale espletare tutte le pratiche necessarie al fine di evitare di dover fare i conti con spiacevoli inciampi di natura principalmente burocratica. Vediamo, quindi, di scendere più nel dettaglio e di scoprire come fare per aprire un centro di assistenza fiscale.

APRIRE UN CENTRO DI ASSISTENZA FISCALE: ECCO COME FARE

Per prima cosa, è necessario tenere conto del fatto che i cosiddetti centri di assistenza fiscale sono fondamentali, ad esempio, per la compilazione sia della dichiarazione dei redditi che del modello 730. Tali centri sono sottoposti in maniera costante ai controlli ad opera dell’agenzia delle entrate e che, nel caso in cui dovessero essere riscontrati errori, la responsabilità sarà in capo ai titolari del centro. In merito alle normative, è interessante tenere conto del fatto che a disciplinare i centri di assistenza fiscale è il decreto numero 241 del 1997. Questi centri possono essere formati da associazioni sindacali o da associazioni di lavoratori. Come è facile intuire, per poter svolgere una simile attività è necessario essere in possesso delle relative autorizzazioni.

La prima cosa da fare, quindi, è quella di rivolgersi all’agenzia delle entrate competente per compilare i moduli necessari per l’avvio dell’attività. Al momento della compilazione dovranno essere indicati sia la partita Iva che il codice fiscale della società che inoltra la richiesta. Inoltre, dovranno essere specificati anche i dati di tutti coloro che fanno parte del consiglio di amministrazione oltre che del collegio sindacale. Non bisogna dimenticare, poi, che devono essere forniti altresì i dati di coloro che si occupano dell’assistenza fiscale. A questa richiesta si deve allegare anche l’atto costitutivo della società ed una polizza assicurativa in grado di coprire la responsabilità civile. Riguardo alla polizza è utile precisare che il massimale deve essere adeguato ai contribuenti assistiti. A non dover mancare sono anche la dichiarazione di insussistenza di eventuali provvedimenti sospensivi dell’ordine, i visti cosiddetti di conformità e tutte le relazioni tecniche richieste. Anche in merito alle relazioni è necessario fare una breve digressione sul tema.

Per aprire un centro di assistenza fiscale si deve dimostrare di essere in possesso dei requisiti di base, di possedere tutti i sistemi di controllo grazie ai quali garantire il corretto svolgimento dell’attività e di aver svolto percorsi formativi differenziati in base alle specifiche funzioni. Un aspetto di cui tenere conto quando si è alle prese con l’apertura di un centro per l’assistenza fiscale riguarda i locali. Pur non essendo necessario un fondo particolarmente grande, bisogna essere sicuri che sia presente più di una stanza. I vari professionisti che opereranno nel centro dovranno avere la possibilità di incontrare più di un cliente contemporaneamente ed a loro dovrà essere garantita tutta la privacy del caso. Trattandosi di un servizio di consulenza, non è necessario scegliere una location particolare, a patto che si tratti di un luogo ben visibile e, soprattutto, facilmente raggiungibile da tutti. In merito ai locali, si specifica che si può optare sia per l’acquisto del fondo che per l’affitto. La prima opzione è di sicuro la più interessante ragionando in un’ottica di investimento. Nel caso in cui, però, non si potesse procedere con l’acquisto, si potrà tranquillamente ripiegare su un comodo e decisamente poco impegnativo affitto.

RESPONSABILITA’, OBBLIGHI E SANZIONI: TUTTE LE PRATICHE DA SBRIGARE PER APRIRE UN CENTRO DI ASSISTENZA FISCALE

Dopo aver portato a termine tale fase, se tutta la documentazione risulterà essere corretta si riceverà il provvedimento con il quale si verrà autorizzati ad esercitare la propria attività. Da quel momento in poi, quindi, si avrà la possibilità di iscriversi all’apposito albo presso l’agenzia delle entrate. A tale riguardo, è necessario specificare che a comunicazione deve essere effettuata entro 30 giorni dal momento della presentazione della documentazione. Per quanto riguarda, invece, le responsabilità, è necessario specificare che i centri di assistenza fiscale non sono altro che delle società di capitali. Per questo motivo, bisognerà procedere con l’individuazione di almeno un responsabile dell’assistenza, scegliendolo attingendo dall’albo dei commercialisti o dei ragionieri. Si specifica che questa figura professionale può essere assunta anche optando per un contratto di lavoro di natura subordinata.

In riferimento all’ambito di lavoro, è utile precisare che i centri di assistenza fiscale possono rivolgersi sia alle imprese che ai contribuenti che non hanno un reddito cosiddetto da lavoro autonomo. A non essere contemplate nella sfera delle competenze dei centri di assistenza fiscale, invece, sono tutte quelle imprese che risultano essere soggette alla cosiddetta imposta sul reddito relativa alle persone giuridiche in cui viene nominato un collegio sindacale. Inoltre, sono esclusi anche i consorzi e le cooperative che, invece, fanno esclusivo riferimento alle sigle nazionali. Passiamo adesso alle sanzioni. I responsabili dei centri di assistenza fiscale possono dover fare i conti con sanzioni nel caso in cui dovessero violare le norme tributarie o nell’eventualità in cui dovessero rilasciare in maniera errata un visto cosiddetto di conformità piuttosto che asseverazioni infedeli.

In tali casi, ai responsabili spetterà il compito di versare una somma corrispondente al valore dell’imposta. Inoltre, dovranno anche pagare la sanzione e gli eventuali interessi. Se, poi, dovessero palesarsi violazioni in maniera ripetuta, potrebbe essere presa in considerazione anche l’ipotesi della sospensione fino a 3 anni. Se le violazioni dovessero risultare particolarmente gravi, infine, potrebbe essere addirittura sospesa l’autorizzazione per ben 12 mesi. A questo punto, risulta essere chiaro il fatto che aprire un centro di assistenza fiscale non è affatto difficile. L’unica cosa da fare però, è quella di affidarsi ad esperti del settore in grado di fornire ogni genere di indicazione in merito al percorso più corretto da intraprendere. Nella maggior parte dei casi, il fai-da-te potrebbe rivelarsi addirittura controproducente.

Al contrario, sarebbe opportuno confrontarsi con altri centri già avviati e con professionisti al fine di comprendere con estrema precisione tutto ciò che deve essere fatto al fine di avviare l’attività in totale serenità. Dal punto di vista strettamente economico, aprire un centro di assistenza fiscale potrebbe rivelarsi particolarmente vantaggioso, soprattutto se si considera il fatto che sono moltissimi i lavoratori autonomi e le imprese che ogni anno devono rivolgersi a professionisti del settore per riuscire a sbrigare presto e bene tutte le pratiche. A fare la differenza, sono le competenze ed una certa attitudine ad avere a che fare con il pubblico. Pur trattandosi di un’attività di consulenza, aprire un CAF significa essere dotati di una forte predisposizione ai contatti personali. Non solo numeri, quindi.

Chi dovrà lavorare in un centro di assistenza fiscale dovrà essere pronto ad andare incontro alle esigenze dei propri clienti e, se necessario, a risolvere i loro problemi di natura essenzialmente fiscale. Ad una preparazione di qualità dal punto di vista contenutistico, quindi, deve essere affiancata una spiccata capacità di ascolto e comprensione. A questo punto, non resta altro da fare che mettersi alla prova e aprire centro di assistenza fiscale dei propri sogni.

 

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