
APRIRE UN CAF PER AVERE SUCCESSO
Il centro di assistenza fiscale è un servizio fornito ai contribuenti per gli adempimenti burocratici previsti dalla legge. Ci sono Caf in ogni città, con una copertura capillare, appartenenti a sigle sindacali, ad associazioni, a enti di vario, ma non sono mai sufficienti. Del resto rivolgersi a persone esperte per avere un supporto competente nel compilare i moduli per il pagamento delle tasse e per ottenere le diverse prestazioni è un passo utile. Si evita di sbagliare e di essere sanzionati. Aprire un Caf, quindi, è una buona idea, proprio perché nonostante la concorrenza, c’è un numero di clienti elevatissimo.
Non manca il lavoro e i guadagni possono essere decisamente interessanti, purché ci si attrezzi nel modo corretto. Per chi si vuole mettere in proprio, l’apertura di un centro di assistenza fiscale significa fare un investimento, ma il reddito dipende dalle capacità e dai servizi offerti. Sebbene ci sia sempre spazio, bisogna riuscire a superare la concorrenza. Per iniziare, però, si devono soddisfare alcuni requisiti richiesti dalla legge, non ci si può improvvisare, ma soprattutto non è possibile avviare l’attività senza far parte di una cerca categoria di lavoratori. Possono aprire un Caf le associazioni sindacali costituite da almeno dieci anni, le associazioni dei lavoratori con almeno 50 mila iscritti, i commercialisti e i consulenti del lavoro che abbiano una partita Iva. Sono gli unici casi ammessi, quindi se non si rientra in tali ambiti professionali, si deve abbandonare l’idea, altrimenti cogliere l’opportunità porta una buona soddisfazione economica.
Prima di iniziare l’iter, è opportuno pensare a come si vuole gestire il servizio, perché bisogna fare i conti con il budget a disposizione. Si tratta di calcolare le spese di personale, i costi dei locali e delle apparecchiature. Servono computer e programmi informatici per l’elaborazione delle dichiarazioni dei redditi e per la loro trasmissione, da farsi rigorosamente in forma telematica. Dipende dalla dimensione del business, ma ovviamente a seconda delle disponibilità si può pensare di partire da una struttura piccola e poi ingrandirla con il tempo.
APRIRE UN CAF: BUROCRAZIA E GUADAGNI
Una volta presa la decisione di avviare l’attività fiscale si deve affrontare la burocrazia, passaggio necessario e obbligatorio. Ci si deve presentare alla direzione regionale delle Entrate per poter esibire e consegnare i documenti necessari. Si devono indicare ai funzionari, attraverso la documentazione, quanti e chi siano i soci del Caf, i dipendenti e la sede legale dell’impresa. L’istanza, inoltre, prevede la compilazione di moduli forniti direttamente dall’ufficio dell’Agenzia delle Entrate. Una volta ottemperato l’adempimento, bisogna attendere la risposta.
Se i requisiti sono rispettati non ci sono normalmente problemi a ottenere il via libera. Con l’esito positivo si potrà effettuare l’iscrizione all’apposito albo. In quel modo si opera con le necessarie autorizzazioni e si rientra ufficialmente tra gli enti che lavorano nel settore dell’assistenza fiscale. Questo elemento è importante per la normativa, ma assicura anche la clientela sulla scelta di rivolgersi al Caf. La classica domanda di chi desidera avviare una nuova attività riguarda inevitabilmente il fattore economico. Aprire un Caf comporta molteplici mansioni: la dichiarazione dei redditi, il calcolo delle tasse, il rilascio della liquidazione, la consulenza fiscale e l’invio dei dati all’Agenzia delle Entrate. Ce ne sono molti altri, ma quelli citati sono i più importati e quelli maggiormente richiesti dalla clientela.
Variando la proposta e aumentando gli ambiti in cui fornire un supporto ai contribuenti, si riesce a conquistare un numero crescente di committenti per i propri servizi. Per fare un conto delle entrate e dei ricavi, si deve ragionare sulla mole di lavoro che si è in grado di affrontare, perché in tema di Fisco, le scadenze sono importantissime e non ci sono deroghe. Quindi è bene accettare i clienti in base alle pratiche che si riescono veramente a completare. Va tenuto presente che i clienti pagano per il servizio, ma c’è altresì un contributo riconosciuto dallo Stato al Caf per ogni pratica trasmessa, perché si aiuta il Fisco a raccogliere i dati necessari all’incasso delle tasse. Si tratta di somme contenute, ma sommate a quando corrisposto dalla clientela consente di avere buone entrate. Il tutto va comunque moltiplicato per il numero di pratiche realizzate.
APRIRE UN CAF: FRANCHISING E AFFILIAZIONI
Se si vuole lavorare nel settore dell’assistenza fiscale con un proprio centro, si può scegliere tra più strade. La prima è certamente quella di affittare o acquistare uno spazio e cominciare a erogare i servizi. In alternativa c’è il franchising, ovvero ci si rivolge a un’impresa conosciuta che già opera nel settore in altre città. Questa strada, come tutte, porta alcuni benefici ma riserva anche obblighi che potrebbero non essere convenienti. La scelta è quindi del tutto personale, da operare in base ai propri obiettivi. Risulta utile, tuttavia, avere le informazioni per essere consapevoli e quindi districarsi con maggiore facilità tra le varie opzioni disponibili.
Il franchisor offre al franchisee una formazione iniziale sui programmi e sulle attività, consentendo al personale del Caf di frequentare lezioni di aggiornamento periodiche sulle novità fiscali. Inoltre mette a disposizione programmi informatici gratuiti, un’assistenza continua tramite telefono o internet, sistemi di archiviazione e aggiornamenti informatici. Ciò che viene richiesto è solitamente una quota di adesione, da pagare annualmente. Può esserci un costo fisso oppure una percentuale sugli incassi. Ogni impresa propone condizioni differenti, ma inizialmente è meglio chiedere consulenza al commercialista per valutare le tipologie di contratto e avere un consiglio per decidere al meglio.
Tra l’altro la collaborazione con il commercialista potrebbe diventare professionale, perché aprire un Caf significa anche fornire un supporto nell’imputazione dei dati e nell’elaborazione dei modelli della dichiarazione dei redditi. Simile al franchising è l’affiliazione alle associazioni dei lavoratori. Solitamente consentono ai professionisti di aprire un Caf sotto la loro sigla, fornendo formazione, assistenza, software e aggiornamenti. In questo caso, però, bisogna iscriversi all’organizzazione e portare dei nuovi soci, suddividendo il costo della tessera: una parte resta al Caf e una parte viene corrisposta all’associazione. La trasmissione all’Agenzia delle Entrate delle dichiarazioni dei redditi consente all’associazione di incassare il contributo statale, pagato poi al Caf come contributo. Ci sono molti enti sul territorio che svolgono tale servizio, ci si può informare sulle diverse proposte contrattuali.
APRIRE UN CAF: COSTI E BENEFICI
L’avvio di un centro di assistenza fiscale prevede inevitabilmente dei costi, qualunque strada si decida di intraprendere. Difficile eseguire un calcolo, perché varia da un caso a un altro, ma può essere utile avere una lista della spesa, così da fare i conti. Aprire un Caf richiede un locale, che può essere preso in affitto o acquistato. Non deve essere in una zona centrale, ma dove serve, magari in un’area in cui non vi siano altri centri concorrenti e quindi ci possano essere più persone interessate, anche per comodità, a rivolgersi al proprio Caf. Meglio ancora se nelle vicinanze c’è una buona area di parcheggio.
Servono arredi per l’ufficio e bisogna tenere presente che si hanno più postazioni in cui ricevere la clientela, ci vogliono divisori per la privacy. Sono altresì da pensare una sala d’attesa e un servizio igienico, quindi lo spazio presto deve essere di almeno 50 metri quadrati. Se si desidera avere un aiuto, si possono prendere dei dipendenti, a cui pagare contributi e salario, con le relativi iscrizioni all’Inps. Tra le spese si devono inserire le attrezzature, come computer e programmi informatici dedicati, il collegamento con l’Agenzia delle Entrate, le utenze e le imposte all’avvio dell’attività.
Riguardo al personale è bene sapere che per le dichiarazioni dei redditi il lavoro si svolge solamente per alcuni mesi all’anno, quindi si possono assumere persone per il periodo in cui si necessita dell’aiuto e non a tempo indeterminato. In questo caso, però, va tenuto presente che molti Caf seguono lo stesso ragionamento. Si deve battere la concorrenza sul tempo, per trovare le persone più capaci. Per avere benefici c’è un altro costo: la pubblicità. Se si promuove il Caf, i clienti arrivano. Se si offre un servizio di qualità, i committenti spargeranno la voce e porteranno parenti e amici.
Valeria
8 Aprile 2022 at 14:29
Vorrei aprire un caf ma nn so proprio come iniziare..
Gaia Tonani
13 Aprile 2022 at 9:42
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