Aprire un agriturismo: tutto quello che devi sapere

Bottiglia di Vino e Bicchieri in Agriturismo

Sempre più di frequente i giovani imprenditori decidono di indirizzare la loro attività verso l’agriturismo. Avviare un’attività come questa presenta dei pregi notevoli, come la vita all’aria aperta, la valorizzazione dell’ambiente e dei prodotti locali, la possibilità di seguire le proprie vere passioni. Ai sensi della legge 96 del 2006 per agriturismo si intende un’attività in cui l’imprenditore agricolo ospita i propri clienti e nel contempo si dedica alla coltivazione del fondo e all’allevamento degli animali ivi presenti. Aprire un agriturismo non è complicato, basta possedere i requisiti richiesti dalla propria Regione e seguire la procedura richiesta.

REQUISITI NECESSARI PER APRIRE UN AGRITURISMO

Per aprire un agriturismo bisogna essere imprenditori agricoli. L’imprenditore agricolo è colui che, ai sensi dell’art. 2135 del codice civile, fa dell’agricoltura e dell’allevamento la sua professione principale. E’ quindi indispensabile che il gestore dell’agriturismo si occupi dell’attività agricola del fondo in cui è ubicata la struttura e dell’allevamento del bestiame. Agricoltura e allevamento infatti permettono al gestore di proporre agli ospiti prodotti enogastronomici locali. Indispensabile è che l’attività agrituristica non prevalga su quella agricola.

PROCEDURA NECESSARIA E DISCIPLINA FISCALE

L’imprenditore agricolo che vuole avviare un agriturismo deve iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio ed aprire una partita IVA. Deve contemporaneamente iscriversi al registro degli operatori turistici della propria regione. L’imprenditore agricolo deve inoltre ottenere dal sindaco l’autorizzazione ad avviare l’attività agrituristica. Anche i Vigili del Fuoco devono rilasciare un’autorizzazione alla procedura dell’attività. Poiché l’imprenditore agricolo nello svolgimento della sua attività dovrà produrre alimenti, è indispensabile l’idoneità sanitaria. L’attestato di idoneità sanitaria viene rilasciato dall’ASL di pertinenza.

La disciplina fiscale a cui è assoggettata l’attività agrituristica impone che il reddito derivane dall’agriturismo sia considerato reddito agricolo. L’imprenditore agricolo può decidere di contabilizzare i costi secondo due diversi sistemi. Il primo è il sistema forfetario e prevede che il reddito imponibile dell’attività sia calcolato nella misura fissa, appunto a forfait, del 25% dei ricavi, tolta l’IVA. Quest’ultima viene pagata nella misura fissa del 50% dell’IVA incassata con gli introiti dell’attività. Nel caso di sistema forfetario, però, non si può applicare alcuna detrazione ai costi sostenuti.

L’alternativa al sistema forfetario è il sistema ordinario che deve essere sottoscritto ogni tre anni. Secondo il sistema ordinario il reddito imponibile e l’IVA da versare vengono calcolati sulla base degli incassi e dei pagamenti dell’agriturismo. Con questo sistema è possibile detrarre alcuni costi come, ad esempio, il costo sostenuto per avviare l’attività. L’aliquota IVA per gli alloggi e la ristorazione è pari al 10%. Per tutti gli altri servizi offerti dall’agriturismo, invece, l’IVA raggiunge il 22%.

QUALE STRUTTURA UTILIZZARE E QUALI SERVIZI OFFRIRE

Può diventare agriturismo solamente il fabbricato rurale già presente nel fondo. Tale struttura può essere ristrutturata ma non è possibile costruire un alloggio nuovo di sana pianta. Di norma un agriturismo non può superare i trenta posti letto. Grazie ad alcuni finanziamenti europei in materia di energie rinnovabili è possibile, durante la fase di ristrutturazione del fabbricato, l’utilizzo di tecnologie eco sostenibili come, ad esempio, i pannelli solari.

I servizi che un agriturismo deve offrire riguardano principalmente l’alloggio degli ospiti e il vitto. Quest’ultimo deve caratterizzarsi per la qualità degli alimenti offerti, principalmente locali e prodotti personalmente dall’imprenditore agricolo. E’ usuale infatti che un agriturismo serva, tra le varie vivande, il pane e la pasta fatti in casa con farina biologica, la carne derivante dall’allevamento del proprio bestiame o ancora il latte appena munto. Non è raro che l’agriturismo venda i propri prodotti come le conserve o le marmellate fatte utilizzando i frutteti presenti nel fondo agricolo, l’olio prodotto dai propri uliveti, il vino proveniente dalle proprie viti, il formaggio derivante dal latte prodotto dal bestiame allevato, etc.

Per quanto concerne l’ambiente da adibire a cucina, la normativa prevede che, nel caso in cui gli ospiti non siano in numero superiore a dieci, si può utilizzare la cucina domestica. Qualora invece si dovesse preparare il cibo per più di dieci ospiti è necessario possedere una cucina attrezzata. Un agriturismo all’avanguardia propone, inoltre, ai suoi ospiti anche attività ricreative, culturali e sportive. Non di rado infatti viene data la possibilità di fare passeggiate a cavallo, trekking ed escursioni nelle riserve naturali vicine ed attività sportive in genere. L’imprenditore agricolo sceglie in tutta libertà l’apertura e la chiusura della sua attività agrituristica. Può anche decidere di gestire la struttura tutto l’anno, in ogni caso deve però darne comunicazione al Comune.

Il gestore decide in maniera autonoma anche i prezzi massimi che deve applicare durante i periodi di bassa e alta stagione. Anche in questo caso è però obbligato a comunicare queste tariffe al proprio Comune. La comunicazione dei prezzi che verranno applicati l’anno successivo deve essere fatta entro e non oltre il 31 Ottobre.

 

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  1. Una volta aperta la struttura è fondamentale partecipare periodicamente a dei corsi per la sicurezza sul lavoro: formazioni come antincendio o primo soccorso possono davvero fare la differenza in un mestiere che richiede contatto col pubblico e servizi complessi

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