Amazon KDP e Tasse: come funziona?

AMAZON KDP E TASSE

QUALI TASSE DOVRÀ PAGARE CHI VENDE LIBRI CON IL KDP DI AMAZON? DA CHE COSA DIPENDONO LE TASSE DA PAGARE?

In questo articolo andremo a capire insieme quali sono le tasse da pagare se si vende con il KDP di Amazon.

In particolare vedremo:

  • Perché è necessario avere la Partita IVA
  • Quali sono le tasse da pagare nei diversi regimi fiscali

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PERCHÉ É NECESSARIO AVERE LA PARTITA IVA

È da precisare che per fare Self Publishing, nonché vendere libri con il KDP di Amazon, se non ci si affida ad una casa editrice e non si è autori, è obbligatorio avere la Partita IVA.

Se infatti ci si occupa dell’individuazione delle parole chiavi o dell’argomento da trattare, oppure ancora di stabilire a quale prezzo sarà venduto il libro, si è considerati come imprenditori e non come autori. L’autore, per essere tale, deve infatti scrive lui in prima persona il libro e per tutti gli aspetti dedicati alla vendita e alla pubblicazione, per non avere la Partita IVA, deve affidarsi ad una casa editrice.

Amazon però non è da considerare come un editore, in quanto bisogna vedere la piattaforma come una libreria online. È da precisare infatti che il contratto stipulato con il KDP di Amazon è un contratto di distribuzione, non un contratto tra editore e autore.

Vendere quindi libri su Amazon è considerata come un’attività, a tutti gli effetti, imprenditoriale. Essendo tale, colui che vuole iniziare a svolgerla, dovrà aprire la Partita IVA prima di cominciare.

QUALI SONO LE TASSE DA PAGARE NEI DIVERSI REGIMI

Le tasse che dovrà pagare chi vende con il KPD di Amazon dipendono da quale tipo di regime fiscale è stato adottato.

I regimi fiscali che si possono adottare sono il regime forfettario, che prevede la tassazione più bassa, il regime della ditta individuale, quello delle società di persone e di capitali.

IL REGIME FORFETTARIO

Se si adotta il regime forfettario, le tasse da pagare, sono calcolate su un margine fisso. Per calcolare infatti la base imponibile si applica, al fatturato realizzato, un coefficiente di redditività e si sottraggono a tale risultato i contributi versati.

Il coefficiente di redditività che è applicato, per chi vende libri, essendo considerato come un commerciante, è pari al 40%.

È da specificare che nel regime forfettario, anche se non è possibile avere ulteriori detrazioni, le spese sostenuto sono comunque “recuperate”. Il restante 60% del fatturato non è infatti sottoposto a tassazione poiché è considerato come il totale delle spese sostenute. L’importo sottoposto a tassazione non è quindi il fatturato totale, ma il fatturato al netto delle spese ipotetiche.

Nel regime forfettario le percentuali di tassazione applicate sono molto basse, esse sono infatti pari al 5% o al 15%.

La percentuale più bassa è applicata nel caso in cui l’attività è considerata come una start up e tale percentuale si può applicare solo per i primi cinque anni. È considerata una start up quell’attività svolta da un soggetto che non ha mai avuto la Partita IVA oppure che non l’ha avuta nei tre anni precedenti.

È da precisare però che se si percepisce solo reddito da regime forfettario non si ha la possibilità di avere ulteriori detrazioni in sede di dichiarazione dei redditi. Non è possibile quindi ad esempio recuperare le spese mediche, gli interessi sul mutuo, usufruire di eventuali bonus e così via. Inoltre essendo che è tassato il fatturato, anche in caso di perdita, se si adotta il regime forfettario, si dovranno pagare le tasse.

LA DITTA INDIVIDUALE E LE SOCIETÀ DI PERSONE

La ditta individuale e le società di persone sono due regimi diversi, ma la tassazione applicata è la stessa. Se si adottano questi regimi verrà infatti applicata una tassazione a scaglioni IRPEF.

Gli scaglioni di reddito sono quattro e in base all’ammontare sono applicate diverse percentuali.

Il primo scaglione riguarda i redditi inferiori a € 15.000 e la percentuale di tassazione è il 23%. Nel secondo scaglione di reddito, il quale interessa i redditi superiori a €15.000 ma inferiori a € 28.000, la percentuale è il 25%. Nel terzo scaglione la percentuale è il 35% e in esso sono compresi i redditi superiori a € 28.000 ma inferiori a € 50.000. Nell’ultimo scaglione sono compresi infine i redditi superiori a € 50.000 e ad essi si applica il 43%.

Essendo una tassazione a scaglioni IRPEF, se ad esempio si percepisce come reddito un importo pari a € 20.000, al totale non verrà applicata l’aliquota di tassazione del 25%. Sarà infatti calcolato il 23% sui primi €15.000, mentre sui restanti € 5.000 sarà calcolato il 25% e la somma dei risultati sarà l’importo totale di tasse da pagare.

Nonostante la tassazione più alta, a differenza del regime forfettario, se si adotta tale regime non si perde la possibilità di avere ulteriori detrazioni. La base imponibile inoltre è un margine reale, dato dalla differenza tra ricavi e costi, non più quindi un margine imposto.

LE SOCIETÀ DI CAPITALI

Un altro regime che si può adottare è quello delle società di capitali. Sono società di capitali le società a responsabilità limitata, che siano esse semplificate o meno, e le società per azioni.

Le tasse da pagare, se si adotta tale regime sono due, l’IRES, nella misura del 24%, e l’IRAP che varia in base alla regione.

L’IRES è l’Imposta sul Reddito delle Società, mentre la seconda è l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, la quale, ad esempio, per la Lombardia è pari al 3,9%.

È da precisare poi che se si decide di distribuire gli utili realizzati verrà applicata una tassazione aggiuntiva.

Nonostante la tassazione, in termini di percentuali, è più bassa rispetto a quella prevista dal regime della ditta individuale e delle società di persone, le società di capitali sono molto costose. I costi da sostenere infatti, per tutti i vari adempimenti e per la gestione molto più complessa, sono elevati. É quindi per tale ragione che il regime delle società di capitali è consigliato solo se si ha un certo volume d’affari.

Inoltre poi le società di capitali, richiedono una maggiore formalità, da punto di vista finanziario. Non è possibile ad esempio prelevare i guadagni direttamente. È infatti necessario percepirli prima come compensi o come utili. È da ricordare inoltre che gli utili e i compensi percepiti, sono considerati come redditi di persone fisiche e sono quindi da sottoporre a tassazione IRPEF.

Infine è da precisare che tale regime prevede la possibilità di inserire una serie di costi, in contabilità, che permettono di diminuire l’importo da tassare e quindi le stesse tasse da pagare.

Guarda questo video se vuoi approfondire il tema “Amazon KDP e Tasse“.

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  1. Salve, avrei bisogno di una consulenza per la gestione di una pubblicazione destinata a un ente benefico.
    Potete, cortesemente, contattarmi?
    Vi ringrazio.

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