Amazon Fba serve la Partita Iva?

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AMAZON FBA SERVE LA PARTITA IVA: È POSSIBILE? SCOPRI COME PARTIRE CON L’ATTIVITA’

Amazon FBA serve la Partita Iva: Qual è la giusta Partita Iva da scegliere? qual è il modo migliore per partire? Andiamo a vedere i vantaggi e gli svantaggi, quali sono le possibilità di scelta, dei possibili inquadramenti per vendere su Amazon.

In questo articolo ti spiegheremo:

  • È necessario avere la Partita Iva per vendere su Amazon?
  • Come essere in regola e quali adempimenti sono necessari
  • Possibilità per partire con l’attività

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È NECESSARIO AVERE LA PARTITA IVA PER VENDERE SU AMAZON?

Iniziamo dicendo che per svolgere attività di vendita su Amazon è necessaria la Partita Iva. Questo passaggio è fondamentale fin da subito anche per il commercio digitale. Infatti, quando viene codificato il proprio account, Amazon richiede la Partita Iva.

FASE PRELIMINARE: PARTITA IVA ATTIVA O INATTIVA?

Prima di avviare la tua attività, potresti trovarti in una fase preliminare. In questo periodo preparatorio si valuta se aprire la propria attività di vendita su Amazon, si ricercano i fornitori e si possono anche ad esempio seguire corsi di formazione specifici. Per una collaborazione successiva fin da subito conviene aprire la Partita Iva in quanto anche in questa condizione di precarietà  molto spesso ci si rapporta con i fornitori e quest’ultimi potrebbero richiedere la Partita Iva.

Nella fase iniziale quindi si sostengono comunque dei costi anche se non si è titolari di Partita Iva. Qualora l’intenzione sia quella di avviare un’attività in Regime Forfettario, non potendo recuperare l’iva, è indifferente agire con o senza Partita Iva, ma se l’intenzione è quella di avviarla in regime Semplificato, oppure di costituire una Società, senza avere la Partita Iva, fin da subito si perdono dei soldi.  In certi casi è quindi bene aprirla fin da subito per non perdere le varie spese che si sostengono nella fase preliminare.

Al principio dell’apertura di una Partita Iva  è possibile renderla attiva fin da subito, oppure lasciarla inattiva. Le vendite cominciano ad effettuarsi  con Partita Iva attiva e nel mentre si versano i contributi. Invece in una fase iniziale, in cui le vendite non sono ancora previste, potrebbe essere utile tenerla inattiva. Così facendo si può evitare di versare i contributi, ma è comunque possibile relazionarsi coi fornitori. Quando si decide di iniziare a vendere, ovvero lo Store è online, è sufficiente renderla attiva.

COME ESSERE IN REGOLA E QUALI ADEMPIMENTI SONO NECESSARI

Se desideri approfondire l’argomento “Amazon FBA serve la Partita Iva”, di seguito approfondiremo gli adempimenti necessari per essere in regola. È obbligatorio essere in regola con gli Enti coinvolti nell’apertura dell’attività per non intercorrere in problemi con l’account di Amazon. Il proprio consulente può  trovarsi in qualsiasi parte dell’Italia in quanto le pratiche vengono inviate agli Enti in modo telematico. Vediamo di seguito i vari step da seguire.

In primo luogo si inoltra una pratica all’Agenzia delle Entrate per comunicare l’inizio dell’attività, e si richiede il numero della Partita Iva. A seguire avviene l’iscrizione alla Camera di Commercio competente e al Registro delle Imprese.

Successivamente avviene l’iscrizione alla Gestione commercianti inviando una pratica all’INPS.

Se si è dipendenti a tempo pieno è possibile richiedere l’esenzione dal versamento dei tributi facendo domanda all’INPS. Per richiedere ciò però bisogna avere un contratto al di sopra delle 26 ore settimanali. In questo modo i contributi non vengono pagati fin quando l’attività da dipendente rimane quella prevalente. Può essere inoltre richiesto uno sconto sui contributi del 35%. Non è obbligatorio e vale solo per i forfettari. Si pagano così 654,83 euro ogni 3 mesi.

Infine si invia la comunicazione di avvio attività (SCIA) all’ufficio SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) del Comune.

POSSIBILITÀ PER PARTIRE CON L’ATTIVITA’

Vediamo ora quali sono gli inquadramenti possibili per partire con l’attività.

REGIME FORFETTARIO

Il Regime Forfettario è un regime vantaggioso perché  presenta delle agevolazioni sostanziali, ma ha anche dei limiti di accesso.

Consente di pagare per i primi 5 anni di attività un’imposta agevolata del 5%, che successivamente tramuta nel 15%. È possibile avere costi bassi grazie ad una contabilità semplice e  richiedere uno sconto sui contributi INPS del 35%. Questo regime prevede un limite di fatturato annuo di € 65.000. Andando oltre la soglia, nell’anno successivo, si passerà al Regime Semplificato.  Il Forfettario è forte sul Mercato Italiano . Ha così un vantaggio competitivo in quanto non viene recuperata l’Iva sugli acquisti, ma non si addebita l’Iva sulle vendite italiane e  questo permette di fare prezzi più bassi.

Per potervi aderire è necessario avere un reddito da lavoro dipendente inferiore ad € 30.000. Salvo casi particolari, rispettando questo limite non ci sono problemi per svolgere la doppia attività. Non è inoltre possibile essere socio di maggioranza di una SRL. Con il regime forfettario si possono evitare ulteriori costi per l’apertura ed il mantenimento di un nuovo conto corrente in quanto si può utilizzare il conto corrente personale del privato. I soldi frutto della propria attività quindi sono prelevabili in modo facile e veloce.

La tassazione è bassa, ma viene calcolata su un margine imposto del 40%. Ci sono inoltre problemi con le importazioni e le vendite estere, poiché si paga l’Iva sulle importazioni senza poterla recuperare.

Ascolta “Regime Forfettario 2023: cosa cambierà?” su Spreaker.

SOCIETA’ DI PERSONE

Sono previsti meno adempimenti e meno costi rispetto alla SRL. Questo regime prevede la sola registrazione delle fatture. Si può prelevare senza particolari vincoli, ma il conto corrente deve essere intestato alla società. Inoltre la tassazione è calcolata sul margine reale.

Gli aspetti negativi riguardano invece una tassazione più alta ed immediata, a scaglioni IRPEF dal 23% al 43%. Tutto l’utile è immediatamente tassato. Si è esposti inoltre ad una responsabilità illimitata ciò è molto svantaggioso per il patrimonio dell’azienda che in caso di mancato pagamento di un debito risponde illimitatamente con l’intero patrimonio.

SOCIETA’ DI CAPITALI

Rispetto alla SRL tradizionale, con la SRLS si risparmiano dei costi solo in fase di apertura, poiché non viene pagato il notaio a fronte di uno Statuto, che non può però essere personalizzato rispetto alla SRL.

Con la Società di capitali vi è un’ottimizzazione fiscale. La Società di capitali presenta  una tassazione migliore rispetto alla Società di persone. È fissata al 24%, più il 3,9% di IRAP ed è indipendente dal reddito. Si può evitare un’ulteriore tassazione con la possibilità di reinvestire gli utili e lasciarli all’interno della Società. Inoltre la Società gode di responsabilità limitata. Questo non  permette ai creditori la possibilità di rivalsa sul patrimonio personale.

Per una Società di capitali  vi sono  una serie di costi annuali fissi che devono essere versati, come ad esempio la tassa sui libri sociali, il deposito del bilancio, il diritto camerale. Tutti questi costi appena citati non sussistono per una ditta individuale.  È meno agevole prelevare i fondi rispetto ad una ditta individuale, ma vi è una maggiore formalità.

Non c’è quindi una Partita Iva che sia migliore per tutti. Si rischia altrimenti di sottovalutare alcuni aspetti. L’approccio corretto è quello di valutare il caso specifico in cui ci si trova.

Qui puoi trovare il modello AA7/9, utile per le dichiarazioni di inizio attività.

Guarda questo video se vuoi approfondire il tema su “Amazon FBA serve la Partita Iva”


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