
COME SI CALCOLA IL REDDITO DA SOTTOPORRE A TASSAZIONE? COSA PREVEDONO I DIVERSI REGIMI IN TERMINI DI PERCENTUALI DI TASSAZIONE?
In questo articolo andremo a capire insieme quali sono le tasse che bisogna pagare se si decide di avviare l’attività di Affiliate marketing e qual è la tassazione prevista dai vari regimi.
In particolare vedremo:
- Come si definisce il reddito da sottoporre a tassazione
- La tassazione nel regime forfettario
- La tassazione se si sceglie la ditta invidiale o le società di persone
- La tassazione se si sceglie il regime delle società di capitali
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COME SI DEFINISCE IL REDDITO DA SOTTOPORRE A TASSAZIONE
In Italia per chi fa Affiliate Marketing ci sono dei regimi che permettono di avere una tassazione più bassa.
Le tasse da pagare, è bene specificare, sono calcolate utilizzando le percentuali del Paese in cui viene prodotto il reddito. Coloro che quindi vogliono aprire un’attività all’estero ma svolgerla in Italia, devono tenere a mente che la tassazione applicata sarà quella italiana.
In alcuni casi ci sono attività che producono sia reddito in Italia che all’estero e quindi sarà applicata una tassazione diversa per i due redditi. Entrambi saranno assoggettati alla tassazione del Paese in cui i redditi sono prodotti.
Per quanto riguarda l’Affiliate Marketing è vero sì che l’attività è svolta online, ma comunque gli organi di controllo possono andare a vedere dove è stato prodotto il reddito. Ad esempio è possibile andare a vedere dove è stato fatto il collegamento e quindi applicare le percentuali del Paese.
È quindi necessario, per poter avere una tassazione privilegiata, trasferirsi effettivamente nei diversi Paesi.
Se una persona svolge l’attività di Affiliate Marketing in Italia ha la possibilità di pagare tasse diverse, le quali dipendono dal regime fiscale scelto. Ci sono quindi regimi che permettono di avere una tassazione più bassa, come il regime forfettario ad esempio, e regimi che applicano percentuali maggiori.
LA TASSAZIONE NEL REGIME FORFETTARIO
Il regime forfettario è un regime molto interessante, in quanto è vero che la tassazione è più bassa, ma le tasse sono calcolate su un margine imposto.
Nello specifico le tasse da pagare per chi fa Affiliate Marketing sono calcolate sul 62% del fatturato al netto dei contributi pagati. È da specificare in questo ambito che i contributi minimi versati da chi fa Affiliate Marketing, sono gli stessi che paga un commerciante. Il motivo è il fatto che chi svolge tale attività è inscritto alla Gestione Commercianti INPS.
Tuttavia però il regime forfettario dà la possibilità di avere uno sconto su questi contributi pari al 35%. Nel caso invece di lavoratore dipendente a tempo pieno, che in contemporanea svolge l’attività di Affiliate Marketing, è possibile chiedere l’esonero dal pagamento.
Nel regime forfettario la tassazione è pari al 5% o 15%, la prima percentuale viene applicata, per cinque anni, nel caso in cui si ha avviato una start up. È considerata tale se il titolare non ha mai aperto la Partita IVA prima o comunque se non l’ha aperta negli ultimi tre anni.
LA TASSAZIONE SE SI SCEGLIE LA DITTA INDIVIDUALE O LE SOCIETÀ DI PERSONE
La ditta individuale e le società di persone sono altri regimi che si possono scegliere, anche se sono tra di loro diversi, infatti nel primo caso la Partita IVA è individuale, mentre nel secondo vi possono essere uno o più soci.
In termini di tassazione i due regimi sono invece uguali ed è una tassazione a scaglioni IRPEF. All’aumentare quindi del reddito aumenta anche l’importo da pagare come tasse. Ci sono quattro percentuali diverse che si applicano: 23%, 25%, 35% e 43%.
La prima percentuale è applicata ai redditi inferiori a 15.000€, la seconda per redditi da 15.001€ a 28.000€, la terza da 28.001€ a 50.000€ e la quarta per importi superiori a 50.001€. Tuttavia essendo una tassazione a scaglioni, nel caso ad esempio di reddito pari a 30.000€, sarà calcolato il 15% su 15.000€ e il 25% sui restanti 15.000€.
La ditta individuale e le società di persona permetto quindi di calcolare le tasse su un margine reale, infatti l’importo da assoggettare a tassazione è pari alla differenza tra ricavi e costi.
LA TASSAZIONE SE SI SCEGLIE IL REGIME DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI
L’ultimo regime che si può scegliere è quello delle società di capitali, quindi s.r.l., s.r.l.s. o per volumi d’affari molto elevati S.p.A.
Anche in questo caso, come nel regime forfettario, la tassazione è fissa e non dipende quindi più, come succede invece nel caso della ditta individuale o delle società di persone, dal reddito. Le tasse da pagare sono due, la prima è l’IRES nella misura del 24%, mentre la seconda è l’IRAP nella misura del 3,9%.
È sicuramente un regime molto interessante per coloro che realizzano volumi d’affari elevati, ma in realtà vi è una tassazione aggiuntiva, applicata qualora si decide di prelevare gli utili e di non reinvestirli nella stessa società. La tassazione aggiuntiva è pari al 26%.
È possibile in questo regime prelevare però i guadagni anche in altri due modi. Il primo percependo un compenso come amministratore, oppure un compenso, come se fosse uno stipendio, nel caso in cui si è socio lavoratore. Entrambi i guadagni, se percepiti, sono assoggettati a tassazione a scaglioni IRPEF, in quanto sono redditi personali percepiti dai soci.
È quindi conveniente il regime delle società di capitali in quanto tale regime dà la possibilità di inserire alcune spese che abbattono il reddito da sottoporre a tassazione. È da specificare però che le società di capitali richiedono, per la loro gestione più complessa, anche maggiori costi da sostenere. Le società di capitali sono quindi convenienti se vi sono volumi d’affari abbastanza elevati.
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max
28 Settembre 2022 at 14:38
Salve
leggendo il suo articolo trovo una contraddizione che vorrei mi potesse chiarire:
cito le sue parole:
…” Le tasse da pagare, è bene specificare, sono calcolate utilizzando le percentuali del Paese in cui viene prodotto il reddito. Coloro che quindi vogliono aprire un’attività all’estero ma svolgerla in Italia, devono tenere a mente che la tassazione applicata sarà quella italiana.
In alcuni casi ci sono attività che producono sia reddito in Italia che all’estero e quindi sarà applicata una tassazione diversa per i due redditi. Entrambi saranno assoggettati alla tassazione del Paese in cui i redditi sono prodotti….”
Dunque la mia domanda e’:
se come affiliato RESIDENTE in ITALIA (con regime forfettario) vendo prodotti sia in Italia (tramite portale affiliazione WORLDFILIA sia in Usa e Canada (tramite il portale di affiliazione CLICKBANK) significa che pur residendo in Italia i miei clienti ACQUIRENTI saranno sia italiani che americani e canadesi.
Dunque in questo caso pago le tasse in Italia secondo la tassazione italiana? esempio:
il 5% del 62% col regime forfettario
Oppure il fisco calcola anche le tasse in Usa e Canada e mi applica un coefficente aggiuntivo da pagare in Italia? la qual cosa mi sembrerebbe alquanto strana…
Grazie x il chiarimento
Massimo
Gaia Tonani
29 Settembre 2022 at 9:50
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